Ho avuto la fortuna di visitare più volte il Marocco da ospite e non da turista. Di immergermi in un mondo per tanti aspetti simile al nostro e per altri lontano anni luce. Un mondo dove modernità e tradizioni convivono – apparentemente – senza stridere.
Il punto di partenza delle mie esplorazioni è sempre stato Casablanca, la metropoli che guarda al futuro con le radici ben salde nel suo passato. In centro ti senti come a casa tra negozi “globalizzati” e persone vestite all’occidentale. Nei quartieri periferici più popolari ti sembra, invece, di aver aver fatto un viaggio nel tempo e nello spazio. Nelle notti d’estate l’eco della musica che allieta le feste nuziali – i matrimoni spesso si celebrano in casa – ti toglie il sonno. Di giorno il rullo di tamburi lungo la strada ti spinge ad affacciarti alla finestra e in quel momento ti appare, quasi fosse una visione onirica, un corteo festante al seguito di un bimbo – lui, invece, piangente – che si avvia al rito della circoncisione in sella ad un cavallo bianco.
Il mare di Casablanca, sempre agitato e freddo, non si presta affatto alla balneazione. Se si desidera trascorrere qualche giorno in spiaggia meglio puntare verso altre mete. Ai casablanchesi piace da sempre El Jadida, città fondata dai portoghesi il cui centro storico, ahimè, sta andando in rovina. La spiaggia e il lungomare mi rammentano ancora una volta quanto sia variegato l’universo femminile in un paese di religione islamica. Accanto a donne e bambine velate che si tuffano tra le fredde onde dell’oceano senza mostrare un centimetro di pelle vi sono ragazze che sfoggiano con naturalezza bikini, minigonne e abitini prendisole.
Più tranquillo e, oserei dire, raffinato l’ambiente nelle località balneari vicine alla capitale Rabat. Le migliori, a mio avviso, sono Bouznika e Temara, dove l’Atlantico non è poi così freddo.
Ma la città che vorrei rivedere ancora una volta – e sarebbe la terza – è Marrakech. Ci sono arrivata in treno da Casablanca e il viaggio è sempre stata una piacevole esperienza In seconda classe le carrozze sono comode, fresche e pulite e mi è sempre capitato di trovare compagni di viaggio cordiali ed educati: famiglie con bambini ma anche giovani donne vestite all’europea che viaggiavano da sole e che, conversando in un francese impeccabile, erano spesso curiose di sapere che cosa ne pensassero gli europei del Marocco.
A Marrakech, specialmente d’estate, non è facile trovare un alloggio se non si è prenotato per tempo. Forse negli hotel di lusso non è poi così complicato riservare una stanza sui due piedi, ma il mio budget familiare non mi ha mai permesso di soggiornare in quegli ambienti da “Mille e una notte”. La ricerca di soluzioni più economiche può, però, riservare piacevoli sorprese come il delizioso e conveniente Hotel Ali a pochi metri dalla piazza Jemaa el-Fnaa dalla cui terrazza si gode un panorama mozzafiato.
Di sera la piazza si riempie di visitatori, musicisti, acrobati, di persone che vendono gli oggetti più strani, di incantatori di serpenti, di ammaestratori di scimmie e di topolini. Un’atmosfera da favola che è bello vivere al tavolo di uno dei tanti ristorantini che si affacciano sulla piazza o seduti ai tavolini che vengono sistemati ogni sera dai venditori ambulanti di spiedini.
Foto di copertina: Casablanca, di Flavio Alagia
Sono nata nella verde Brianza ma non posso fare a meno dell’azzurro del mare. Le mie passioni sono scrivere, leggere e viaggiare. Il viaggio più bello lo devo ancora fare ma il paese che da sempre mi cattura il cuore e l’anima è la Grecia dove, se potessi, trascorrerei ogni mia estate e, magari, anche una parte dell’inverno.