Subito fuori da Katmandu ci sono quattro luoghi di cui voglio raccontarvi oggi. Ve ne voglio parlare per consigliarvi di inserirli in un vostro possibile itinerario in queste zone perché sono certa che, come hanno incantato me, così succederebbe anche a voi.
Parlo di Pashupatinath, Bodhnath, Budhanilkantha e Kopan, luoghi che ho avuto la fortuna di visitare nei miei primi giorni di viaggio e che quindi hanno fatto sì che, fin da subito, io mi innamorassi di questo piccolo stato asiatico.
Pashupatinath è un gruppo di monumenti il cui principale è il Tempio, considerato il più importante tempio hindu del Nepal. Esso sorge sulle sponde del fiume Bagmati, considerato sacro dalla popolazione nepalese. Sebbene anche Pashupatinath abbiamo risentito dell’impeto del terremoto, resta un luogo dall’atmosfera travolgente. Il tempio principale non è accessibile alle persone non di fede induista ma vale la pena recarsi qui anche solo per assistere alle cerimonie funebri sulle sponde del fiume.
I cadaveri vengono prima cremati sulle pire e, in seguito, vengono disperse le ceneri nel fiume. Sebbene descritto così possa risultare un po’ macabro, posso assicurare che, sedendosi sui gradoni in riva al fiume, in silenzio, avvolti dal fumo dei roghi che si alza in cielo da diversi punti mischiandosi in un’unica grande nube, si viene travolti da una forte carica emotiva.
Si ritiene che coloro che muoiono nel tempio di Pashupatinath rinascono come un essere umano, indipendentemente da qualsiasi cattiva condotta che potrebbe aver peggiorato il loro karma. Proprio per questo motivo gli induisti di tutto il Nepal cercano di arrivare qui per morire.
Oltre al tempio principale, molti altri edifici religiosi si trovano sulla sponda orientale del Bagmati, la maggior parte di loro sono dedicati a Shiva. Si tratta di piccoli edifici costruiti a piani singoli in pietra . Dall’esterno questi edifici ricordano delle cripte, ma in realtà si tratta di edifici sacri , creati per contenere il simbolo della divinità Shiva – lingam (“fallo eretto”).
Un consiglio per visitare questo luogo: recatevi nel tardo pomeriggio ed attendete il tramonto, la cui luce rende l’atmosfera ancora più suggestiva.
Il secondo luogo di cui voglio è Bodhnath, il più grande stupa del Nepal. Sito a cinque chilometri dal centro della città di Katmandu, questo stupa è stato per anni l’immagine simbolo del Nepal. È sufficiente dire che la mia guida di viaggio riporta una sua foto in copertina. Va detto purtroppo che questo edificio è uno di quelli ad aver subito i maggiori danni. Questo è accaduto anche a causa della sua grande altezza, trentasei metri, che ha fatto si che tutta la parte superiore crollasse.
Vi starete chiedendo perché allora consiglio comunque di visitarlo? La risposta anche in questo caso la si ritrova nel fatto che anche qui si respira un’atmosfera unica e coinvolgente. Ogni mattina infatti migliaia di pellegrini si recano in questo luogo per compiere il giro intorno all’edificio, rigorosamente in senso orario!
Bodnath fu probabilmente costruito nel XIV secolo, dopo le invasioni Mughal. Esistono diverse leggende legate alla ragione per la quale questo stupa venne costruito, nessuna abbastanza attendibile per essere considerata veritiera. Dopo l’arrivo di migliaia di tibetani in seguito all’invasione cinese del 1959, il tempio è diventato uno dei centri più importanti del buddismo tibetano. Oggi rimane un importante luogo di pellegrinaggio e di meditazione per i buddisti tibetani e i nepalesi della Valle di Katmandu, così come un noto sito turistico, tappa fissa di tutti i visitatori della città.
Sempre per parlare di atmosfere suggestive, un altro posto da non perdere è Budhanilkantha, un tempio antico fuori dai soliti circuiti turistici. Questa sua caratteristica fa sì che, in questo luogo, si abbia la sensazione di stabilire un contatto più ravvicinato con la cultura locale. A rendere speciale questo tempio c’è anche una grande statua di Vishnu disteso alla quale solo gli hindu possono avvicinarsi e lasciare omaggi.
L’ultimo dei miei consigli per la Valle di Katmandu è di recarsi anche al monastero di Kopan, un monastero tibetano buddista situato nei pressi dello stupa di Boudhanath, alla periferia a nord-est di Kathmandu. Si tratta di un luogo dalla rara bellezza: i diversi stupa splendidamente conservati si ergono in un rigoglioso e verdeggiante giardino.
Kopan però non è noto solo per la sua bellezza, anzi, la sua notorietà la deve soprattutto al fatto di essere diventato un punto di riferimento per coloro che sono interessati a partecipare a corsi di meditazione tenuti dai monaci buddisti.
Perché i corsi funzionino il consiglio è di trascorrere qui almeno dieci giorni ma, siccome io non avevo tanto tempo a disposizione, la mia è stata solo una toccata e fuga. Attendo quindi da qualcuno di voi che abbia provato o proverà quest’esperienza, una testimonianza diretta!
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.