Sono le nove di una magnifica mattina di fine settembre, l’aria è mite, il sole splendente illumina la sala d’attesa, deserta, della piccola stazione di Paestum, in Campania. Pochi passeggeri sono scesi dal treno e subito si sono dileguati verso le auto ferme che li attendevano. Di fronte all’uscita, un lungo viale alberato, dopo una piacevole immersione nella campagna, ci lascia improvvisamente, estasiati, davanti agli scavi di Paestum.
L’antica città fu fondata, con il nome di Poseidonia, intorno al 600 a.C. da coloni greci provenienti da Sibari, nell’odierna Calabria, e divenne uno dei centri più importanti della Magna Grecia. Successivamente fu rinominata Paestum dai Romani e abbandonata nell’VIII secolo in seguito al fenomeno di impaludamento. Oggi è riportata alla luce solo parzialmente ed è dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Dopo una visita al ricco Museo Archeologico, una moderna struttura nei pressi degli scavi, testimone dell’attività dell’antica città e custode di importanti reperti, tra cui le lastre della famosa “Tomba del Tuffatore”, finalmente possiamo dare soddisfazione alla nostra curiosità immergendoci nel lontano passato, passeggiando tra gli antichi resti del Parco Archeologico. In alcuni casi la parola “resti” sembra riduttiva: i templi, l’anfiteatro… dopo millenni si mantengono maestosamente in piedi, sotto i nostri sguardi stupefatti e interrogativi.
La nostra passeggiata nel passato inizia a nord del parco, dal Tempio di Athena, che si erige incantevole e imponente con le sue 34 colonne doriche; intorno a noi, ovunque, i resti delle abitazioni, che conservano tra i loro perimetri i pavimenti ancora intatti, ci guidano al centro dell’area, dove si estende la zona pubblica con l’Ecclesiasterion, in cui si svolgevano le riunioni dell’assemblea, il ginnasio con una grande piscina, dove si praticavano gli esercizi fisici, e il foro. Ma la meraviglia è tanta quando oltrepassando un valico ad arco, ci ritroviamo nel bel mezzo dell’anfiteatro, increduli, giriamo su noi stessi guardandoci intorno con sorpresa e sbalordimento.
Riprendiamo la passeggiata tra grandiose colonne che, con noncuranza, si innalzano lungo il nostro cammino, fino a condurci alla fine del nostro tour, all’altra estremità del parco, dove siamo nuovamente invasi da un senso di stupore quando ci ritroviamo davanti al Tempio di Nettuno, con i suoi frontoni ben conservati, subito affiancato da quello di Hera, con le 50 colonne doriche del suo porticato, alzando gli occhi su di loro ci rendiamo conto della loro immensità…e della nostra piccolezza.
Prima di andare via, volgiamo un ultimo sguardo alla città di Poseidonia: l’azzurro acceso del cielo, lo sfondo verde degli alberi, l’ocra dei templi, dell’anfiteatro, del foro, ci dicono che il nostro viaggio nel passato è finito, si torna alla grigia modernità, ma con negli occhi e nel cuore, il meraviglioso scenario di un memorabile e glorioso passato.
Sognatrice, curiosa della vita, amante e ricercatrice della bellezza; adoro disegnare, leggere e immortalare le emozioni che il bello suscita in me nei miei disegni, foto e scritti. Non ho una formazione letteraria e scrivo solo quando non ho altro strumento per bloccare le sensazioni prima che fuggano via, e…magari per trasmetterle agli altri.