Credo sia capitato davvero a pochi, di subire molestie ad opera di una delle proprie rock band preferite anziché il contrario. Io ho avuto la disavventura di essere tra quelli. La rock band in questione sono i celeberrimi Pink Floyd.
Con i Floyd io, cresciuto con la musica colorata di fine anni sessanta dello scorso secolo, ho solcato la luminosa oscurità cosmica degli immensi spazi siderali, scoprendo i segreti di un disco volante che settava i controlli per il cuore del sole, fino ad incontrare un pifferaio ai cancelli dell’alba… I miei coetanei sanno di cosa parlo: delle sorprendenti atmosfere psichedeliche dei loro primi due album, “The Piper at the Gates of Dawn” e “A Saucerful of Secrets”, partoriti e caratterizzati dal genio bislacco di Syd Barrett.
Ma i longevi ed intramontabili Pink Floyd sono stati anche molto altro. I giovani navigatori di questo portale, amanti come sono di paesaggi urbani eccentrici, coltivano il mito della storica centrale elettrica di Londra, la famosa Battersea Power Station. Dopo aver fornito energia alla capitale fino agli anni ottanta del Novecento, questa struttura sopravvive oggi nell’incombenza della demolizione, forse scongiurata dai propositi del primo ministro inglese David Cameron, che ne ha ora annunciata la riconversione in centro residenziale di lusso, attraverso un progetto di investimento finanziato dal governo malese (che poi detto così sembra quasi la vendetta di Sandokan). Per i pochi che non lo sapessero, è proprio quello l’edificio ritratto sulla bellissima copertina di “Animals“, immaginificamente corredato di un maiale che lo sorvola, nella memorabile interpretazione fotografica dello studio Hipgnosis. Al fondatore di Hipgnosis, Storm Thorgerson, va riconosciuto anche il pregio di altri scatti floydiani, spesso ritratti femminili, talvolta un po’ prosaici, ma non per questo meno accattivanti. La foto dell’Antiviaggiatore dark side style, invece, per quanto suggestiva possa essere, non è un copyright Hipgnosis ma uno scatto di mio figlio.
Ma torniamo a noi e agli imbarazzanti episodi di stalkeraggio di cui sono stato vittima. Come tutto ciò possa essere accaduto per ben più di un paio di volte, nel corso di qualcuno dei miei soliti antiviaggi, è presto detto.
Che riparta la clessidra, che girino all’inverso le lancette, che il nostro TARDIS atterri nel maggio 1989, epoca in cui vivo e lavoro in Toscana ma sono appena tornato a casa in Campania per fare da compare d’anello alle nozze del mio migliore amico. Paludato per l’occasione, parto per la romantica location del matrimonio: Vietri sul Mare, sulla favolosa costiera amalfitana. Ma presso l’uscita dell’autostrada incomincio a vedermi circondato da scassate Renault 4 con alla guida attempati fricchettoni, che crescono via via di numero fino a paralizzare completamente il traffico. C’è il concerto dei Floyd allo stadio di Cava dei Tirreni, è la tournée mondiale di “A Momentary Lapse of Reason“, loro ultimo lavoro discografico dopo quattro anni di silenzio!
Il penoso pomeriggio che ne segue mi vedrà aggirarmi scarmigliato in paese chiedendo disperatamente della chiesetta in cima alla collina, mentre tutti mi compatiscono, sicuri che, da come sono vestito, sia proprio io lo sposo in imperdonabile ritardo! Arriverò, trafelatissimo e sconvolto, a messa abbondantemente iniziata, per prendere il mio posto appena in tempo, giusto qualche minutino prima del fatale scambio delle fedi. Della scena del mio patetico ingresso in chiesa esiste una beffarda ripresa video che mi è costata anni di prese per i fondelli, ma quello che non potevo immaginare è che non fosse finita lì.
Parcheggiamo quindi il TARDIS tredici anni dopo, nella primavera del 2002, epoca in cui sono a Barcellona, alle prese con un complicato controllo clinico dei punti di sutura di una delle mie cornee trapiantata l’anno prima. Ci sono venuto da solo, e il dottore mi dice che devo affrontare un altro breve intervento ambulatoriale domani. Meno male, penso tra me. In tasca ho il biglietto appena comprato del concerto di dopodomani di Roger Waters al palasport di Montjuïc, non me lo perderei per nulla al mondo. Dimenticavo di dirvi, per me Roger Waters sono i Pink Floyd, lo so che la causa per l’utilizzo del nome l’hanno vinta quegli altri due, ma a me importa invero assai poco.
L’indomani, ad aspettarmi all’uscita dalla sala operatoria c’è una preoccupatissima Giuliana che mi ha raggiunto in Spagna a mia insaputa. Mi abbraccia felice, e fa: torniamo a casa? Io mi sistemo la benda sull’occhio ed incomincio con un certo imbarazzo: veramente domani c’è Roger Waters a Montjuïc… ho già il biglietto… Lei fa un lungo sospiro e dice: ok, allora io riparto e tu resti, ma mi devi prima promettere una cosa, che non dirai niente a mamma e papà, perché sicuramente ti sputerebbero in faccia!
Cos’altro dirvi? Volete sapere del concerto? Beh, quella sera ha eseguito dal vivo l’intera suite di “Animals“… piuttosto, soltanto un paio di annetti fa YouTube, caso quasi unico nella mia esperienza, mi ha crudelmente cancellato l’intera traccia audio di un’intervista per il montaggio della quale avevo utilizzato come intermezzo e sottofondo Time da “The Dark Side of the Moon“. Parliamo di uno degli album più venduti di tutti i tempi, 50 milioni di copie e 15 dischi di platino dal 1974 ad oggi: quale danno avrebbe potuto più fare il mio tardivo abusivo utilizzo? Dissuadere dall’acquisto gli ultimi due o tre indecisi al mondo? E allora lo vedete che è vero: i Pink Floyd mi perseguitano!
La redazione di NST ama definirmi un “viaggiatore d’altri tempi”, e non si può dire che abbia tutti i torti: a cinquant’anni suonati, ho fatto in tempo a vedere un bel po’ di mondo com’era, appena prima che si trasformasse in quello di oggi. Questo mio prezioso bagaglio di viaggi “vintage” mi ha aiutato a costruirmi una personale filosofia di viaggio con la quale mi ostino ad interpretare i cambiamenti che sperimento in giro per il pianeta.