Continua il viaggio low cost in Brasile: Recife e Olinda
La mattinata la dedichiamo alla visita di Lençois recandoci subito, come consigliatoci in pousada, al mercato locale. Dopo aver provato anche l’esperienza dell’autentico mercato brasiliano, ci spostiamo nel centro del paese. Lençois non è molto grande ma è molto bello. Per quel che riguarda gli edifici anche qui domina lo stile bahiano multicolore. E’ tutto molto curato e molto pulito. Ci sono inoltre splendidi negozietti di artigianato locale.
Giunte all’ora di pranzo decidiamo di intraprendere, munite di mappa fornita dalla pousada, un percorso a piedi per arrivare a Serrano. Incontriamo due ragazze francesi, ospiti della nostra stessa pousada, che decidono di avventurarsi con noi.
Serrano è un posto molto suggestivo dove il fiume Lençois ha formato, tra le pietre, piccole piscinette d’acqua. Il problema è però che da qui non riusciamo più a decifrare le indicazioni della cartina per trovare le cascate. Ci dobbiamo quindi arrendere e chiedere aiuto ad un ragazzo del posto che, già in precedenza, si era offerto di farci da guida. Scelta indovinata perché questo ragazzo risulterà essere un’ottima ed economica guida (20 reais che dividiamo in 4)!
Il percorso che porta a Cachoeirinha (tradotto “piccola cascata”) è stupendo: il sentiero di sabbia infatti è stato ricavato sotto enormi pietre e percorrerlo è un’esperienza suggestiva. Una volta arrivate alla cascata la guida si diletta nell’eseguire “tatuaggi” con la terra colorata sulla spalla di Tiziana mentre io decido di regalarmi un bel bagno! L’acqua è un po’ fredda, ma il giovamento che regala un bagno sotto una cascata rende l’ostacolo sormontabile.
Il nostro cammino riprende verso un punto panoramico dal quale, in lontananza, è possibile vedere Lençois in tutta la sua estensione. Scendendo arriviamo alla Cascata Primavera che però è più piccola dell’altra e soprattutto, non essendo primavera, non regala lo spettacolo di fiori che, così ci è stato detto dalla nostra guida, dovrebbe mostrarsi a chi si reca qui in quella determinata stagione dell’anno. Torniamo al paese dove consumiamo una sorta di merenda con le ragazze francesi per riprendere un po’ di forze dopo la lunga camminata. Questa volta ciò che ci impressiona non sono le dosi di cibo ma quelle del succo di frutta: ne portano circa un litro a testa! Purtroppo, appena rientrate, inizia a piovere e quindi optiamo per trascorrere la serata in estremo relax chiacchierando con gli altri ragazzi della pousada. Scopriamo che, la proprietaria di questa pousada, è impegnata in un progetto chiamato “Casa Grande” che si occupa dei bambini che non hanno la possibilità di andare scuola affinchè ottengano un’istruzione adeguata.
La giornata successiva è interamente dedicata agli spostamenti. Alle 7.30 parte l’onibus che da Lençois ci conduce per le13.30 a Salvador. Inganniamo il tempo che ci separa dalla coincidenza con l’onibus che va a Recife mangiando qualcosa e facendo un giro nel centro commerciale che sta proprio di fronte alla Rodoviaria. Alle 19.30 partenza con un onibus Itapemirim, la migliore in assoluto tra tutte le compagnie provate, per Recife (costo circa 120 reais). Passeremo l’intera notte sull’onibus visto che le ore di viaggio che ci separano dalla meta sono ben 15.
Alle 11 del mattino arriviamo finalmente alla rodoviaria di Recife. Prendiamo subito un taxi per raggiungere l’ostello prenotato il giorno prima anche perché il tempo che abbiamo da dedicare a questa tappa è pochissimo e vogliamo sfruttarlo al meglio. Raggiungiamo l’Hotel Boa Viagen (si tratta in realtà di un ostello molto carino) e ci sistemiamo subito della nostra camera doppia (80 reais a notte). Il gestore, un ragazzo svedese che da un po’ di anni si è trasferito qui in Brasile, ci suggerisce di prendere i mezzi pubblici per raggiungere Olinda, la città che vogliamo andare a visitare e che dista soli7 km da Recife.
Ma calcolate le poche ore che ci restano preferiamo optare per il taxi. E’ suggeribile, per chi ha più tempo a disposizione, informarsi sui servizi pubblici che sono sicuramente molto più economici. Il taxi ci lascia nella parte alta della città di Olinda, anch’essa dichiarata patrimonio dell’Unesco. La vista da qui è bellissima: avvincente è il contrasto tra Olinda che si estende in mezzo a maestose palme, con le sue case e le sue chiese variopinte e Recife, i cui grattaceli si stagliano verso il cielo in lontananza.
Dopo esserci godute il panorama decidiamo di non consultare la cartina ma di perderci tra le vie di questa incantevole cittadina. Anche qui i negozi non mancano così come le pousade situate in ogni angolo. Siamo fortunate perché i turisti sono pochi e quindi possiamo goderci ogni angolo in quasi totale solitudine (cosa non da poco visto l’alto tasso di turisti che ci hanno detto essere sempre presente qui). Consumiamo il pranzo in un self service che come sempre si conferma una scelta indovinata, sia perché è “muito barato”, sia perché la qualità del cibo è ottima. Passeggiamo ancora un po’ per le vie di Olinda raggiungendo la parte bassa della città.
Da qui prendiamo un taxi che ci riaccompagna all’ostello. Siccome il sole non è ancora tramontato ne approfittiamo per visitare la spiaggia di Recife, rimanendo piacevolmente colpite dalla sua ampiezza e dalle altissime palme che ne fanno da cornice. Passeggiando sulla battigia veniamo fermate da un venditore di bibite. Ne acquistiamo due e, in pochi minuti, il ragazzo ci allestisce un tavolino sulla spiaggia con due sdraio e due sgabelli che fungono da tavolino. Nel giro di mezz’ora, intorno a noi, i “tavoli abusivi” diventano decine. Insomma, un locale improvvisato sulla spiaggia! Notiamo che pericolosi nuvoloni stanno ricoprendo il cielo per cui ritorniamo all’ostello. Qui conosciamo Jeremy, un ragazzo francese in giro per il sudamerica con un solo scopo: trovare le località più belle e più adatte a surfare! Vista la pioggia che nel frattempo sta scendendo copiosa, decidiamo di sfruttare la cucina dell’ostello per preparare a questo ragazzo francese un vero piatto di spaghetti italiani.
Continua la lettura con la quinta tappa del viaggio.
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.
Recife e Olinda sono rimasti nel mio cuore e sono un qualcosa di indelebile.