Nel nostro settimo giorno di viaggio attraverso il Madagascar ci siamo spostati da Ambalavao al Parco Nazionale dell’Isalo. Lo spostamento, sempre a causa della strada molto dissestata, ci ha portato via più di mezza giornata e solo a metà pomeriggio abbiamo raggiunto l’hotel nel quale avremmo soggiornato nei due giorni dedicati alla visita di quello che è considerato uno dei parchi più importanti del Madagascar.
Le Jardin du Roy
Se già l’attesa di visitare il Parco Nazionale dell’Isalo ci rendeva molto euforici, il nostro umore è arrivato alle stelle proprio nel momento in cui siamo arrivati a Le Jardin du Roy, l’albergo scelto per noi da Namatours. Dell’alta qualità di tutti gli alberghi nei quali abbiamo soggiornato ho già scritto nei precedenti articoli ma questo albergo merita che io ci spenda almeno due righe. Posso dire che probabilmente si tratta del più bel hotel nel quale io sia mai stata e questo non lo si deve ad un particolare sfarzo o lusso ma al modo armonioso in cui questa struttura è stata concepita adattandosi perfettamente al paesaggio nel quale sorge. Sia l’edificio principale che i cottage sono costruiti in pietra e sono incastonati tra diverse formazioni di arenaria. Le camere sono ampie, caratterizzate da arredi artigianali e si affacciano tutte sul curatissimo prato centrale. A chiudere questo meraviglioso quadro c’è un’ampia piscina e un recinto che ospita dei cavalli. Insomma, passare qualche ora di relax qui prima di recarci a La Finestra dell’Isalo, non è stato per nulla un peso!
La Finestra dell’Isalo e il Canyon
La Finestra dell’Isalo è un luogo molto conosciuto dai turisti che si recano qui al tramonto per godere dello spettacolo del sole incorniciato da un’ampia finestra di roccia naturale. In realtà il fascino di questo luogo va molto oltre “la finestra” dal momento che offre una vista dall’alto della vasta pianura sottostante e delle surreali formazioni rocciose tutt’intorno.
La mattina seguente abbiamo avuto finalmente la possibilità di scoprire le meraviglie del Parco Nazionale dell’Isalo tanto decantate da altri viaggiatori, da riviste e da guide. Trattandosi di un’area di oltre 800 kmq, come potrete immaginare, i circuiti che si possono seguire sono diversi e si possono scegliere diverse tipologie di trekking, da quelli di poche ore a quelli che durano una settimana. Noi abbiamo optato per un trekking di una sola giornata che ci ha portati a percorrere circa una quindicina di chilometri in quello che si può definire una sorta di museo a cielo aperto dedicato all’arte e alla scultura dei canyon desertici.
Esplorando i Canyon
Ciò che infatti contraddistingue questo parco, a differenza di quelli che abbiamo visitato nei giorni precedenti, è che qui è la natura a farla da padrona e non la sua fauna. Formazioni di arenaria che sembrano scolpite a mano, pareti rocciose verticali che vanno a caratterizzare profondi canyon, zone desertiche che si alternano a oasi verdi favorite dai numerosi torrenti che si fanno strada tra le rocce, sono tutti gli ingredienti che rendono questo luogo un posto davvero magico e che anche io raccomando di visitare. Considerate inoltre che alcuni di questi ruscelli si aprono in piscine naturali nei quali è anche possibile fare il bagno. Certo, forse è meglio che io specifichi che fare il bagno qui non è proprio come immergersi nelle calde acque caraibiche visto che la temperatura dell’acqua delle due piscine da noi raggiunte durante il trekking era a 17° nella prima e a 13° gradi nella seconda. Su di me questi due luoghi hanno esercitato un fascino magnetico per cui non ho resistito e mi sono immersa entrambe le volte ma il mio bagno è durato davvero solo una manciata di minuti, giusto il tempo di godersi l’acqua cristallina e lo stupefacente paesaggio circostante.
Incontri con i Lemuri
Anche in questo parco è possibile avvistare i lemuri catta che, molto abituati alla presenza dei turisti, si palesano con una puntualità svizzera all’appuntamento del pranzo cercando di scucire ai visitatori una fetta di ananas o un pezzo di banana.
Il Viaggio verso Ifaty
Il giorno successivo abbiamo lasciato le terre del Parco dell’Isalo in direzione mare, più nello specifico la nostra destinazione era Ifaty della quale però vi parlerò nel mio prossimo ed ultimo articolo.
Sulla strada per Ifaty abbiamo fatto tappa a Ilakaka, una cittadina mineraria la cui recente espansione ruota tutta intorno ad un giacimento di zaffiri che è stato proprio l’oggetto della nostra visita. Non starò qui a raccontarvi tutti gli elementi tecnici relativi al metodo di estrazione che la nostra guida ci ha diligentemente spiegato durante la nostra visita perché ammetto non essere stata la cosa che più mi ha colpita. Ciò che ha veramente attirato la mia attenzione è stato vedere centinaia di uomini scavare a colpi di vanga gigantesche buche sotto il sole cocente senza l’utilizzo di nessun altro macchinario per estrarre le gemme, tutto questo con una paga giornaliera che non arriva ai 2,5€. Per quanto il paesaggio fosse anche suggestivo ammetto di aver provato una sorta di imbarazzo a “fare la turista” e sebbene la Lonely Planet la consideri una tappa da non perdersi, io non riuscirei a fare una tale affermazione con così tanta sicurezza. Lascio quindi a voi la scelta di inserire o meno Ilakaka nel vostro itinerario in Madagascar!
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.