Le mete delle mie vacanze estive 2011 sono state la Thailandia e la Cambogia. Partenza da Milano Malpensa con un volo della Oman Air direzione Muscat. Scalo a Muscat e corsa per prendere la coincidenza per Bangkok. Alle 7.30 ora locale del 28 luglio atterriamo a Bangkok.
La prima cosa che facciamo appena atterrati è stato prelevare i nostri primi baht. Il cambio di 1€ è, più o meno, equivalente a 42 baht. Fuori dall’aeroporto troviamo la stazione dei taxi che fanno prezzi fissi per raggiungere il centro della città, 450 baht (all’incirca 10€).
C’è un caldo umido soffocante e grandissimo traffico. Ci mettiamo un’ora per raggiungere la nostra sistemazione, la Fortville Guesthouse: è una struttura relativamente nuova, molto pulita e comoda per raggiungere tutte le maggiori attrattive della città.
Raggiungiamo il fiume per prendere il traghetto, comodo mezzo di trasporto per spostarsi in questa città. Prima però di raggiungere la nostra stazione veniamo fermati da un autista di tuc-tuc che ci offre un giro nei templi un po’ meno conosciuti della città prima di recarci al Palazzo Reale. Ingenui gli crediamo quando ci dice che, quel giorno, il Palazzo Reale aprirà le porte ai turisti più tardi. Scopriremo più avanti che è la tipica bufala che raccontano a tutti per convincerli a salire. Ma non tutto il male vien per nuocere perché con soli 20 baht facciamo un giro di diversi templi minori molto carini.
Il ragazzo si ferma poi davanti ad una agenzia di viaggi invitandoci ad entrare. Siccome noi abbiamo bisogno di informazioni per il trasferimento in Cambogia entriamo ma il personale, non appena capito che non volevamo acquistare ma solo reperire info, molto scortesemente ci invita ad uscire. Anche il nostro autista si mostra molto infastidito e contrariato.
Il punto è che i tuc tuc cercano sempre di fermarsi in negozi o agenzie dove prendono delle percentuali, per cui un nostro mancato acquisto si rivela un mancato introito per loro. Consiglio: per evitare scocciature a Bangkok evitate i tuc tuc.
Alla fine ci porta al Palazzo Reale. Già dall’esterno il palazzo è un bellissimo colpo d’occhio e anche la visita all’interno ci soddisfa molto. E’ tutto molto sfarzoso e ammaliante. Ci spostiamo poi al vicinissimo Wat Poh, altro meraviglioso complesso di templi che ospita anche la più grande statua esistente del Buddha sdraiato.
Da Wat Poh prendiamo il traghetto alla ricerca della statua del Buddha d’oro. Ma, con la consueta abilità mia e di Gabri, riusciamo a perderci per cui vaghiamo a lungo sul lungo fiume, nel quartiere di China town. Si son fatte le 15.30 e io mi sento davvero esausta anche perché mi rendo conto che sono più di 24 ore che non dormiamo. Torniamo alla nostra guesthouse con il traghetto e ci riposiamo per un paio d’ore. Per la cena scegliamo un locale situato nella famosa Kao San Road, una via ricca di negozi e locali.
Prima tappa del secondo giorno è Wat Bowornniwet che raggiungiamo con una passeggiata di 20 minuti circa. Appena usciti veniamo di nuovo fermati da un autista di tuc tuc, con il quale concordiamo una visita ad altri 2 templi e un passaggio per la Golden Mountain per 10 baht. Nonostante le raccomandazioni iniziali, l’autista si ferma di fronte ad un negozio di stoffe. Ci spiega che se stiamo almeno 10 minuti dentro il negozio a lui verranno dati dei buoni carburante. Un po’ scocciati gli facciamo il favore promettendoci però di non utilizzare più i tuc tuc per gli spostamenti.
Dalla Golden Mountain si gode di un bel panorama a 360° sulla città. Ci incamminiamo poi in direzione Wat Poh dove abbiamo deciso di regalarci il nostro primo massaggio thailandese. Capisco fin da subito che forse questo tipo di massaggio non fa per me perché troppo vigoroso. Nonostante questo lo trovo comunque piacevole e sicuramente economico: mezz’ora di massaggio a tutto il corpo per 6€.
Ci spostiamo poi, sempre con il traghetto, in Kao San Road per fare un giro nel mercatino che si snoda per tutte le vie circostanti.
Torniamo alla nostra guesthouse, che fa anche servizio di agenzia viaggi, e qui acquistiamo il biglietto per il bus che domani mattina ci porterà a Siem Reap in Cambogia: 9€ a testa. Attraverso internet acquistiamo poi i biglietti che, l’ultimo giorno di vacanza, ci porteranno da Koh Samui a Bangkok, unica tappa che sappiamo essere già fissata, e per il quale spendiamo 115€ a testa.
Alle 7 del mattino dopo passa la navetta da 10 posti che ci porterà fino al confine con la Cambogia. Considerato che ci mettiamo quasi un’ora ad uscire da Bangkok, il resto del percorso è decisamente scorrevole e in 4 ore in totale raggiungiamo il confine. Le trafile alla dogana sono lunghissime, tanto che ci mettiamo quasi 3 ore per toccare suolo cambogiano.
La prima cosa che facciamo è cambiare degli euro in moneta cambogiana. In realtà in tutta la Cambogia è possibile utilizzare i dollari che possono essere anche prelevati direttamente negli sportelli bancomat. Aspettiamo circa mezz’ora e poi partiamo su un autobus di linea, direzione Siem Reap.
In 2 ore e mezza raggiungiamo la cittadina della Cambogia famosa per l’Angkor Wat. Purtroppo Siem Reap ci accoglie con la pioggia. Dalla stazione dei bus raggiungiamo la nostra guesthouse, The City, con un tuc tuc. Il posto non è sicuramente un esempio di pulizia e bellezza, si trova inoltre a 20 minuti a piedi dal centro. Certo, vista la spesa di 5 € non è che ci possiamo proprio lamentare!
Appena posati i bagagli ci facciamo accompagnare in tuc tuc da un ragazzo della guesthouse in un’agenzia di viaggi per informarci per il ritorno in Thailandia. Le alternative sono 2: o riprendiamo la navetta, ritorniamo a Bangkok e poi da lì saliamo a Chiang Mai, oppure acquistiamo un volo e risparmiamo un giorno di viaggio. Nonostante il costo sia decisamente elevato, 230€ a testa, optiamo per la seconda alternativa in modo da non perdere una giornata intera per gli spostamenti.
Verso l’ora di cena fortunatamente smette di piovere per cui ci dirigiamo verso il centro per mangiare. Sulla strada incontriamo un gruppo di italiani conosciuti a Bangkok e decidiamo di cenare con loro. Tutti insieme ci rechiamo poi al night bazar, un grosso mercato nel quale è possibile acquistare a prezzi molto contenuti. Sulla via del ritorno mi fermo alla bancarella di un’anziana signora che vende vari tipi di insetti da mangiare e mi lancio in un gesto temerario: mangio una cavalletta!
L’esperienza non si rivela nemmeno poi così terrificante!
Leggi la seconda parte del viaggio qui.
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.
Che invidia… 20 baht per fare il giro di tempi poco noti… io con l’anno nuovo ne pago 20 di mototaxi per fare 1 km. Mai pagato così poco per un Tuk Tuk… dovevate farvi dare il numero di cellulare 😉
Effettivamente lui non era per nulla contento! 🙂 Parli di anno nuovo….sono aumentati i prezzi in generale a Bangkok?
… si quasi tutto è aumentato… non di molto ma nel quotidiano noi lo sentiamo (da 15 a 20 il mototaxi, da 5,50 a 7 il minibus rosso – quello aperto dietro- da 38 a 46 1 litro di latte solo per farti degli esempi)