l mio primo giorno in Giordania è stato molto intenso perché mi ha portata dalla capitale, Amman, fino al deserto del Wadi Rum, passando per Madaba, Monte Nebo e paesaggi davvero mozzafiato. Insomma, il mio amore per questo viaggio e per questo paese è nato sin dal primo giorno di permanenza.
La moschea del re Abdullah I
La nostra prima sosta è stata ad Amman per visitare la moschea del re Abdullah I, la quale, come quasi tutte le moschee della capitale, è di recente costruzione: fu infatti costruita tra il 1982 e il 1989. La cosa che salta all’occhio sin da subito è la magnifica cupola di mosaico blu. La verità è che questa moschea, che può ospitare fino a 3000 persone, è più bella fuori che dentro. Ricordatevi che, per la visita, gli uomini devono avere i pantaloni lunghi, mentre alle donne viene fornita una tunica con cappuccio.
La Strada del Re
La seconda sosta, percorrendo la Strada del Re, è stata Madaba, una sosta imperdibile se si vogliono ammirare fantastici mosaici, segno della ricca eredità cristiana di questo paese.
A Madaba abbiamo anche trascorso la mattina del nostro ultimo giorno perché si tratta di una cittadina molto tranquilla, ricca di negozi e nella quale è molto piacevole passeggiare e passare qualche ora di relax. Anticipo quindi anche cose viste l’ultimo giorno così da racchiudere tutte le info su questa città in un solo articolo.
La visita d’obbligo è alla chiesa di San Giorgio che ospita un mosaico bizantino in ottimo stato di conservazione che raffigura una carta geografica, la quale riveste la quasi totalità del pavimento della chiesa.
Madaba
Madaba ospita una delle più grandi comunità cristiane della Giordania e questo lo si percepisce soprattutto visitando la Chiesa della Decapitazione di Giovanni Battista, una chiesa costruita nei primi del novecento, tuttora in fervente attività. Qui consiglio di visitare il Museo dell’Acropoli che potete trovare nell’antica cripta ma, soprattutto, di salire le scale fino alla cima del campanile dal quale è possibile godersi uno splendido panorama sulla città accompagnato dal suono delle campane, le quali vengono fatte suonare ogni volta che qualcuno raggiunge la cima del campanile.
Sempre seguendo la Strada del Re, che lungo il percorso ci ha regalato paesaggi molto diversi tra loro ma dall’indubbia bellezza, siamo quindi arrivati al tanto noto Monte Nebo.
Ciò che si narra è che Mosè, dalla cima di questo monte alto poco più di 800 metri, vide per la prima volta la Terra Promessa, terra che non riuscì mai a raggiungere. Cito questo breve passaggio della Bibbia per far meglio comprendere quanto questo luogo sia solenne, che si sia credenti o meno: «Poi Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima di Pisga, che è di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutto il Paese…».
Nelle giornate più nitide da qui, oltre a vedere il Mar Morto, si può scorgere anche la città di Gerusalemme, cosa che non è capitata sfortunatamente a me per via di un po’ di foschia che però ci ha comunque concesso tanta ricchezza per gli occhi.
ll lavoro degli archeologi, in tutti questi anni, ha testimoniato, nella basilica e nel suolo su cui sorge, una stratificazione di chiese cristiane, la più antica delle quali risale al IV secolo. In realtà si narra anche che qui morì Mosè, e sempre dalla Bibbia cito «Ti ho fatto vedere il Paese con i tuoi occhi ma tu non vi entrerai! E Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo» ma gli studiosi non concordano su dove si trovi la sua tomba.
Il deserto del Wadi Rum
La nostra giornata si è conclusa nel deserto del Wadi Rum, sito nella parte meridionale del paese, dove siamo arrivati giusto in tempo per goderci il tramonto dalla cima di una duna. La notte l’abbiamo trascorsa in uno dei tanti campi tendati allestiti in quest’area, non prima però di esserci viziati con una tipica cena beduina.
Anche la mattina seguente l’abbiamo dedicata interamente alla visita del Wadi Rum facendo un’escursione in jeep per ammirarlo da diversi punti panoramici che ne scoprono il fascino senza eguali. Altra tappa della nostra escursione è stata alle Sorgenti di Lawrence, che portano il suo nome in quanto vengono da lui a lungo descritta in un suo libro.
Non ci sono molte parole che possano descrivere il fascino del Wadi Rum, ad oggi uno dei deserti più belli che io abbia visitato. L’unica cosa che posso consigliarvi è di trascorrere qui almeno una notte e un giorno per poter girare il più possibile tutta l’area.
Il Mar Rosso
Il nostro secondo giorno lo abbiamo proseguito nel migliore dei modi, trasferendoci nel pomeriggio dalla sabbia rossa del deserto alle limpide acque del Mar Rosso ad Aqaba. Qui abbiamo fatto un’escursione in barca per fare snorkeling e scoprire l’immensa ricchezza dei suoi fondali: ammetto che era da tanto tempo che non vedevo così tanti coralli vivacizzare i fondali.
Aqaba, cittadina molto turistica, non ha un particolare fascino se non appunto per il suo mare, ma è sicuramente la meta ideale per chi vuole godersi qualche giorno di relax.
Piccola Petra
Risaliti sul nostro pulmino, al termine di questo secondo giorno così intenso, abbiamo raggiunto Petra, giusto in tempo per aggiungere un’altra meraviglia alla nostra lista: la visita di Piccola Petra (Siq Al Barid).
Certo, dopo aver visto Petra si comprende perché in pochi parlino di questo sito, ma il mio consiglio è di non sottovalutarlo e di inserirlo nelle cose da vedere in Giordania, magari prima della visita al sito principale di Petra.
Noi lo abbiamo visto verso sera, con il sole che stava facendo capolino dietro le montagne e che conferiva una splendida luce alle pareti rocciose. In circa un’oretta si percorrono i 400 metri del Sic che, a tratti, presenta delle aperture creando slarghi sabbiosi, uno dei quali ospita un bellissimo tempio.
Si pensa che Piccola Petra fosse una sorta di stazione di rifornimento per le carovane di cammelli che viaggiavano in direzione di Petra.
Come credo si sia capito, in due giorni si hanno la possibilità di vedere così tante cose, tutte molto differenti tra di loro e di fare esperienze così indimenticabili, che credo non sia possibile non rimarne entusiasti. E tutto questo senza aver ancora visitato Petra…. ma questa è un’altra storia che vi racconterò nel mio prossimo articolo!

Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.