Nella Terra del Sud – o Suðurland – una delle otto regioni dell’Islanda, sorge il piccolo villaggio di Vík í Mýrdal che, secondo l’ultimo censimento del 2011, conta 291 abitanti.
In paese non troverete molti posti da visitare a parte il ristorante accanto alla stazione di servizio, sempre pieno, anche perché è l’unico nelle vicinanze, e la piccola chiesa di legno bianca con il tetto rosso, tipica costruzione religiosa in Islanda. La sua posizione strategica lungo la Strada 1 (Hringvegur), però, ai piedi del ghiacciaio Mýrdalsjökull, rende Vík una tappa obbligata per visitare alcune attrazioni naturali della zona, tra cui Dyrhólaey, il monte Reynisfjall con i suoi faraglioni e la spiaggia nera di Reynishverfi.
Dyrhólaey è un promontorio con pareti a strapiombo molto ripide, alte fino a 115 metri sul livello del mare. Sotto questa penisola c’è l’enorme arco nero di lava che le ha dato il nome. Sulla sua cima è stato edificato nel 1927 l’attuale faro che utilizza la lente più grande fra tutti i fari islandesi ed è quindi un luogo assolutamente da visitare per tutti gli amanti di questi edifici.
Subito ad est di Vík í Mýrdal sorge il monte Reynisfjall, alto circa 340 metri, le cui pendici terminano direttamente in mare a pochi metri dai faraglioni di Reynisdrangar, tre scogli di roccia basaltica che rappresentano ciò che rimane di una costa un tempo più grande, ma che l’Oceano Atlantico ha eroso con la sua forza.
Un racconto più romantico che parla di come si sono formate queste rocce è dato dalla leggenda di due giganti che, cercando di portare a riva una nave, furono sorpresi dall’alba prima di potersi nascondere in montagna e vennero trasformati, insieme all’imbarcazione, nei tre faraglioni che possiamo ammirare oggi. Tutti e tre hanno ovviamente un nome e sono: Skessudrangur, Langhamar e Landdrangur.
Una stradina che parte da Vík, non particolarmente faticosa da percorrere a piedi, vi porterà sulla cima del monte dove godere di una vista davvero notevole che vi permetterà di spaziare lungo l’orizzonte, partendo dai faraglioni fino al promontorio Dyrhólaey.
Alla base del monte si trovano le colonne basaltiche a forma di canna d’organo che, proseguendo verso est, arrivano alla spiaggia nera Reynishverfi, e formano la grande caverna Hálsanefshellir, considerata da molti una delle principali attrazioni naturali d’Islanda.
Tutta questa zona, durante il periodo estivo, è popolata da numerose pulcinelle di mare, il tipico uccello islandese, e quindi rappresenta un punto di grande interesse per gli ornitologi o i semplici amanti del birdwatching.
Questa zona dell’Islanda è senza dubbio ricca di attrazioni naturali ed è assolutamente da non perdere. Per noi è stata la prima tappa del viaggio e facevamo molta fatica ad abituarci al fatto che, sebbene fosse quasi mezzanotte, il sole stava iniziando solo in quel momento a tramontare dando a tutto il paesaggio una luce davvero incredibile.
A vent’anni ho iniziato a viaggiare e da allora non mi sono più fermato, grazie anche ad un gruppo di amici che condivide con me questa passione. Quando mi sono avvicinato alla fotografia, unire queste due passioni è stato il passo successivo. Ho quindi deciso di creare un sito, con un blog in cui parlo di viaggi ed espongo le fotografie che faccio, non solo durante i miei viaggi, ma anche di eventi sportivi e di moda.
Ciao Paolo, molto interessante e utile il tuo articolo! Sto progettando il mio viaggio in Islanda per agosto e tutte queste informazioni mi sono state molto utili! Con tutti questi nomi non capisco più niente!!! 😉
Ciao
Beatrice
Ciao Beatrice,
scusa il ritardo terribile della mai risposta ma mi ero perso il tuo commento.
Sono contento che le mie informazioni ti siano state utili. Non preoccuparti per i nomi 🙂 anch’io faccio una fatica tremenda a ricordarli tutti. Sono davvero difficili 🙂
Se ti servono altre info, trovi altro sul mio sito: https://paolotortorella.com/category/viaggi-2/islanda/ altrimenti puoi scrivermi.
Vedrai ti innamorerai dell’Islanda!
A presto.