Ho conosciuto John in occasione di viaggio in Polonia. Quella fu una vacanza di amici incontrati per caso.
Fu un’esperienza così grande che legò me e quelle persone in modo molto intenso. Anche se (troppo) spesso è difficile incontrarsi e condividere momenti assieme, i grandi amici si pensano e sono sempre in contatto emozionale tra di loro.
Così ho pensato a lui, alla sua nuova attività. Sta facendo davvero un gran lavoro e ve lo voglio raccontare attraverso questa intervista.
John trasformò la sua “vacanza” in Italia in una vera e propria scelta di vita una decina di anni fa. Nei primi anni sono stati frequenti i ritorni a San Diego. Dal 2005 infatti Roma diventò la “sua” città e sia nella veste di dj che di guida turistica specializzata in tour. Si è iscritto all’ Associazione Italiana Sommelier di Roma e dopo quasi 3 anni di studio (in italiano) John può ora presentarsi ufficialmente come Sommelier.
Non ancora soddisfatto, John ha conclusio i suoi studi con il Master di Analisi Sensoriale del Vino.
- Come mai hai fondato ViniCulturaltours?
- Perché “Vini”?
- Tu sei Americano… come hai scoperto il nostro paese e come mai sei rimasto in Italia?
- Qual è il target di persone ideale per Vini CulturalTours?
- Come organizzi un tour? Che servizi offri?
- Descrivimi uno dei tuoi tipici tour
- Cosa pensi dell’offerta turistica in Italia? A tuo avviso dovrebbe modernizzarsi un po’ o rimanere sempre legata alla tradizione?
- Secondo te, qual è il tuo miglior tour e perché?
- Come ti si può contattare?
Come mai hai fondato ViniCulturaltours?
Amo la cultura italiana: la sua arte, la storia, la cucina e, ovviamente, il suo vino. Non il terroir, ma il “cultoir“. Il fascino con l’Italia è molto più che il Vaticano, il Colosseo, Gli Uffizi o altre celebri mete… Italia è quelle piccole città che vedi nei film, la campagna che sogni e il cibo di cui hai sempre sentito parlare.
Perché “Vini”?
Aiuta a capire che il vino rappresenta una parte importante nelle esperienze culturale che offriamo. Giochiamo con la parola “viticultura” che in inglese si dice “viniculture”, che delinea tutto il processo di produzione vinicola. Parte della gioia di viaggiare in Italia è rappresentata dall’incontro con la gastronomia e “un pasto senza vino è come un giorno senza lo splendere del sole” (Jean Anthelme Brillat-Savarin). Nel Mondo, il vino italiano è qualcosa di attraente ma allo stesso tempo è un qualcosa che intimorisce. Il mio obiettivo è quello di aiutare le persone a capre cosa, dove,quando, perché e come la cultura Italiana del vino è parte di un’eredità importante.
Tu sei Americano… come hai scoperto il nostro paese e come mai sei rimasto in Italia?
Mi ricordo di aver sognato ad occhi aperti fin dalle elementari pensando all’Italia. Il sentilmento che provai quando arrivai a Roma fu così forte da non essere uguale a nessun altra parte d’Europa e d’Italia. Credo sia stata Roma a scegliermi e non io a scegliere lei.
Qual è il target di persone ideale per Vini CulturalTours?
Chinque voglia comprendere meglio l’essenza del Vino Italiano in un ambiente rilassato. Confezioniamo l’esperienza su misura per chi preferisce viaggi lussuosi ma anche per altro tipo di esigenze. Il punto è quello di dare alle persone l’esperienza che avevano sempre sognato quando siamo insieme.
Come organizzi un tour? Che servizi offri?
Le nostre escursioni con i clienti sono personalizzate sulle loro personali esigenze e richieste. Chiediamo delle domande al cliente per assicurare che si fornisce quello che ha immaginato o che possa avere in mente. L’idea è quella di combinare un’esperieza di degustazione con un’esperienza totalmente culturale. Nel caso il cliente volesse concentrarsi sulla degustazione, ci soffermiamo su di essa.
Descrivimi uno dei tuoi tipici tour
Potrebbe trattarsi di una mezza giornata o di un giorno intero. Potrebbe essere anche un week end o più. Lo scorso maggio ho organizzato un tour di sette giorni in Toscana per un gruppo di 10 persone: comprendeva degustazioni, esperienze gastronomiche, aperitivo nelle tombe etrusche e delle gitte con guida turistica in città come Volterra.
Recentemente una famiglia mi ha chiesto una piena giornata (10 ore) in Chianti con partenza da Firenze. Abbiamo visitato una vigna che apparteneva al Michelangelo Buonarotti (quindi una bella aggiunta al Accademia) segiuto da un’altra azienda “modernista”. Abbiamo pranzato in un ristorante di lusso e dopo pranzo si e fatto una verticale (cioe- paragonare diverse annate dello stesso vino) ad una Vineria Tradizionale Toscana e il tutto si concluse a Monteriggioni per una fiera rinascimentale. Il giorno successivo, con un’altra famiglia con tanto di bimbi piccoli, abbiamo visitato San Gimignano dove i maschi hanno gradito il museo della tortura mentre le femmine facevano shopping e approfittavano di un bel pic nic a base di panini con Cinghiale, Vernaccia e gelato- tutto in mezza giornata (4 ore)!!
Cosa pensi dell’offerta turistica in Italia? A tuo avviso dovrebbe modernizzarsi un po’ o rimanere sempre legata alla tradizione?
Difficilmente un altro paese europeo offre esperienze pari all’Italia. Malgrado ciò, il turismo italiano ha due grandi problemi.
Alloggi e Pernottamenti: Molti posti sono fermi agli anni ‘80. Muri sgualciti, mobili che sono da sostituire e viene sempre da chiedersi quando quella stanza è stata pulita a fondo l’ultima volta. Solo perché non ci si può permettere un cinque stelle non vuole dire che si debba dormire in un luogo poco curato.
I Tour Operator sono sopravvalutate: ti promettono il mondo ma poi ti consegnano l’essenziale promettendoti il miglior ristorante o il miglior negozione (dove spesso ricevono percentuali sugli acquisti). Quello che é notevole é che ViniCulturalTours va al di là allo stesso prezzo. Con l’offerta “all-inclusive” si garantisce che i posti dove vi portiamo sono stati selezionati in base alla qualita e non al percentuale (evitiamo quei posti).
Ci dev’essere un’unione tra innovazione e trazione. Qualcuno potrebbe visitare l’Italia più volte e trovarci sempre qualcosa di nuovo. Ma perchè dovresti tornare se il tuo hotel cade a pezzi o rischi di spendere troppo. Perché darle il beneficio del dubbio? Sia che si tratti di una grande città o della piena campagna, gli alloggi fanno la differenza nelle nostre esperienze di viaggio e i servizi che si offrono (per essempio- i tours) dovrebbe essere più elastica e moderna. Uscendo dalle grandi città spesso si può godere maggiormente della pace e della tranquillità tipica della campagna Italiana. Affidandosi a qualcuno come me questa sensazione può essere più che naturale.
Secondo te, qual è il tuo miglior tour e perché?
Il miglior tour è quello che ti soddisfa in ogni esigenza. Ogni palato è differente e quindi ognuno ha una sua propria idea a riguardo della propria esperienza Italiana ( Il mio preferito resta comunque il Brunello Tour che prevede degustazioni, esperimenti con la musica e il vino, canti Gregoriani e città arroccate sulle colline)
Quale potrebbe essere un tour da proporre per i prossimi mesi?
Sto lavorando ad un’espeienza in un Microbirrificio qui a Roma. La birra è interessante e visitare un microbirrificio con annesso ristorante per parlare dell’abbinamento potrebbe essere una cosa nuova da provare.
Come ti si può contattare?
Il sito è www.ViniCulturalTours.com e ci sono tutti i riferimenti per contattarmi. Potete scrivermi anche a [email protected]
Travel blogger e scrittrice freelance: classe 1978, sbrindola, poliglotta e viaggiatrice per indole. Nasco e cresco in Veneto, divento grande in Svizzera per poi coltivare le gioie del cuore in Emilia. Mi piace viaggiare con i mezzi pubblici, con gli occhi ben aperti e con il cuore curioso. Ho una passione sfrenata per le Isole Britanniche e per i piccoli luoghi che non aspettano altro che essere raccontati.
Bravo John e brava Giovy per la bellissima intervista!
Grazie!! e soprattutto grazie a John!
I like. Mi piace sempre chi riesce a inventarsi e coltivare le proprie passioni fuori dai confini territoriali. E mi piace molto anche la tua presentazione.
Che significa sbrindola, però, non l’ho capito.
Grazie mille.
“Sbrindola” significa vagabonda nel mio dialetto. 🙂