Stamattina i nostri ritmi sono lentissimi, tanto che ci svegliamo alle 8 ma solo alle 10.20 riusciamo a muoverci.
Partiamo quindi a bordo della nostra Jeep alla volta del Glaciar Perito Moreno che dista circa 70 km da El Calafate. A 10 km dall’arrivo ci fermiamo in un punto panoramico dal quale godiamo della prima stupefacente veduta del ghiacciaio.
La sua bellezza e la sua immensità ci lasciano increduli. Qualunque parola non renderebbe l’idea della sua maestosità, imponenza e bellezza. Per entrare nel parco paghiamo un ingresso di 100 pesos a testa. Lasciata la macchina nel posteggio, imbocchiamo la passerella lunga alcuni chilometri che ci permette di avvicinarci gradualmente al ghiacciaio e di poter godere di numerosi punti di vista differenti.
Intorno alle 16 terminiamo la nostra visita e facciamo ritorno a El Calafate. Qui ci rivolgiamo a un’agenzia per organizzare l’escursione del giorno seguente. Abbiamo scelto la navigazione sul lago Argentino per andare a vedere altri 2 ghiacciai: l’Upsala e lo Spegazzini. Per questa escursione paghiamo 295 pesos a testa. Approfittiamo del tempo che ci è rimasto per dedicarci anche a un po’ di shopping visto che qui i negozi non mancano!
L’indomani partenza con la Jeep alle 7.15 dall’ostello in direzione Puerto Banderas, da dove parte la nostra imbarcazione. In mezz’ora d’auto raggiungiamo il porto. Oggi fa caldo ma tira un vento fortissimo.
Paghiamo ancora 100 pesos per l’entrata al parco e dopo un’attesa di circa mezz’ora ci fanno imbarcare. In circa tre ore di navigazione raggiungiamo la prima delle due mete previste per questa giornata. Purtroppo, però, i molti iceberg staccatisi dal ghiacciaio Upsala ci sbarrano la strada e ci impediscono di avvicinarci. Considerando che c’è anche molta nebbia, ci dobbiamo accontentare di scattare qualche foto agli iceberg. Navighiamo per un’altra ora e mezzo e arriviamo al ghiacciaio Spegazzini, noto per essere il più alto tra i ghiacciai del parco. Le pareti di questo ghiacciaio sono altissime e il ghiaccio s’inerpica tutto a ridosso della montagna. Riusciamo a vederlo molto bene perché la barca riesce ad avvicinarsi.
Il ritorno al porto per fortuna risulta molto meno turbolento dell’andata. Alle 16 siamo al porto e poi ci dirigiamo nuovamente verso El Calafate per fare ancora qualche acquisto lasciato in sospeso il giorno precedente.
Siamo così giunti all’ultimo giorno di questo 2011. Il nostro programma prevedere che festeggeremo il capodanno in Cile. La nostra prossima tappa è infatti il parco di Torres del Paine. Il gestore dell’ostello ci ha informati che purtroppo un grosso incendio sta recando enormi danni al parco ma che comunque una parte è aperta ed è visitabile. Prima di metterci in marcia decidiamo di fare ancora una sosta a El Calafate per andare a vedere Glaciarium, il museo del ghiaccio patagonico. L’ingresso costa 80 pesos a testa e la visita si conferma molto interessante per tutte le foto, info e video che ci permettono di approfondire e capire meglio il fenomeno dei ghiacciai formatisi in questa parte del mondo.
Finita la visita, ci mettiamo in marcia sulla ruta 40 in direzione Esperanza per poi deviare verso Rio Turbio e varcare il confine con il Cile. Percorriamo 355 km, tutta strada asfaltata, per arrivare alla frontiera dove in una mezz’ora riusciamo a sbrigare tutte le pratiche.
Percorriamo altri soli 15 km e siamo a Puerto Natales. Il giorno precedente avevamo prenotato tramite internet 2 camere nell’ostello Lili’s Patagonico ma purtroppo, quando arriviamo, ci informano che si sono sbagliati e che ci hanno tenuto una sola camera libera. Le brutte notizie non sono però finite qui perché ce n’è una ben peggiore: la situazione incendio a Torres del Paine è molto grave per cui hanno dovuto far sfollare tutti i turisti e chiudere il parco alle visite.
Ci rendiamo conto che siamo venuti in Cile per niente e abbiamo un momento di sconforto. Riusciamo comunque a trovare una sistemazione per la notte all’Hostel Dickson (27000 pesos cileni a notte per la doppia), molto carino, pulito e centralissimo. Proprio qui incontriamo un ragazzo che è stato sfollato dal parco. Ci racconta che la situazione è molto grave e che lui e molti altri sono stati portati via all’improvviso senza aver nemmeno avuto la possibilità di recuperare i bagagli. Questi racconti ci tolgono ogni speranza per cui dovremo inventarci un programma alternativo per i prossimi giorni. Una volta sistematici andiamo in un ristorante a prenotare il tavolo per la cena e poi ci facciamo un giro per il paese. Si tratta di una piccola cittadina di mare molto tranquilla e passeggiare per le sue vie è piacevole.
Festeggiamo con una cena il nostro capodanno senza fare troppo tardi perché abbiamo deciso di ripartite l’indomani mattina in direzione Punta Arenas.
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.