Quest’anno la necessità era quella di risparmiare non rinunciando però a fare un bel viaggetto e devo dire che l’obiettivo è stato raggiunto: 15 giorni a Zanzibar nelle due settimane centrali di agosto per un totale di 1300€. E adesso vi racconto come.
Per risparmiare abbiamo optato per un volo della KLM su Dar Es Salaam (Tanzania) con 2 scali (630€). Il nostro programma prevede poi di prendere un traghetto da Dar Es Salaam per Zanzibar.
Partenza alle 6.50 da Milano Linate con un volo diretto ad Amsterdam. Scalo ad Amsterdam di due ore e poi ci imbarchiamo sul volo diretto per Nairobi dove atterriamo alle 20.10 ore locali. Qui il nostro volo per Dar Er Salam parte con più di mezz’ora di ritardo e arriviamo a destinazione verso mezzanotte circa. Mezz’ora per le pratiche relative al visto (40$) e poi brutta sorpresa: il bagaglio di Andrea non è arrivato a destinazione. Altra mezz’ora spesa per le pratiche di smarrimento bagaglio e finalmente riusciamo ad incontrare l’autista inviato dall’Hotel che abbiamo prenotato qui a Dar. Paghiamo l’autista 30.000 tzs (cambio 1€ = 1967 tzs).Per questa notte abbiamo prenotato il Keys Hotel per 25.000 tzs a camera, quindi molto economico.
L’hotel non si presenta per niente bene ma la camera, molto essenziale, almeno è abbastanza pulita. Andiamo a dormire distrutti dal lungo viaggio.
Colazione minimal compresa nel prezzo della stanza e poi facciamo un giro a piedi per le strade di Dar Er Salam. Per quello che vediamo noi questa città si presenta come molto caotica e con poche vere attrattive. Concordiamo con un taxista un passaggio per il porto dove acquistiamo il biglietto per il traghetto che ci porterà a Zanzibar per 40$ a testa con la compagnia Flying Horse. Salpiamo alle 12 e sull’imbarcazione gli unici turisti siamo noi. Molti occhi ci scrutano, proprio come per le vie di Dar Es Salaam, ma a muovere questi sguardi indagatori è solo la curiosità visto che quasi tutti rispondono poi ai nostri sguardi con un sorriso.
Dopo 3 ore di viaggio molto tranquillo avvistiamo la costa di Zanzibar, con le case coloniali di Stone Town che si riflettono sull’acqua. Appena scesi a terra un uomo ci si affianca e insiste per accompagnarci a piedi al nostro hotel che dista poche centinaia di metri dal porto.
Ne approfittiamo per concordare con lui l’escursione del giorno seguente a Prison Island e il passaggio per il nord. Insomma, non perdiamo tempo! Arriviamo al Warere Town House, albergo prenotato dall’Italia, che ha un aspetto molto carino ed accogliente. Qui la doppia la paghiamo 55$ a notte. La camera è molto pulita e spaziosa. Questo hotel è proprio un gioiellino e Giorgio, il ragazzo italiano che lo gestisce, si dimostra subito molto gentile indicandoci su una mappa i principali percorsi della città.
Alle 17 partiamo alla scoperta di Stone Town che da subito trovo molto suggestiva. Da sottolineare le tantissime e magnifiche porte intagliate nel legno che caratterizzano la maggior parte degli edifici.
Ci immergiamo poi nel caotico mercato della città, esperienza che mi lascia letteralmente entusiasta. Un tripudio di odori e colori intensi lungo tutta la strada. La potrei definire una delle esperienze più autentiche di tutto il viaggio.
Camminando ci perdiamo poi nelle strette e caratteristiche viuzze della parte vecchia della città, per poi finire al Forodhani Night Market dove consumiamo la cena scegliendo il nostro cibo (pesce) in una delle tante bancarelle che riempiono la piazzetta. Ci si riempie il piatto di pesce/carne crudi e loro te lo grigliano sul momento. Bella cenetta in un luogo molto caratteristico.
Esausti torniamo all’Hotel per goderci questa splendida arietta fresca sulla terrazza. ne approfittiamo per fare due chiacchiere con Giorgio che ci racconta che, prima di venire a gestire questo hotel, è stato per alcuni mesi a lavorare in un orfanotrofio in Tanzania. Ovviamente ci dice che è stata un’esperienza molto dura, ma impareggiabile a livello di arricchimento dal lato umano. Dopo un paio di orette salutiamo Giorgio per abbandonarci ad un sonno ristoratore.
Continua…
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.