Zimbabwe: le Cascate Vittoria e una crociera sullo Zambesi

Atterrare in un piccolo aeroporto, uscire dai confini sicuri di uno spazio creato su misura per l’uomo per sentirsi solo una piccola molecola del mondo. Sono arrivata fin qua per conoscere lo stupore dei Lillipuziani quando hanno visto Gulliver per la prima volta.

Sono in Zambia, ma sto per raggiungere lo Zimbabwe, quarta e ultima tappa del mio viaggio in Sudafrica. Ho lasciato alle spalle il safari, il Blyde River Canion e anche la bella Città del Capo e ora sono qui, in fila. Una tra mille a sbrigare le pratiche di frontiera tra famiglie di babbuini divertite da tanto trambusto, camioncini un po’ arrugginiti e tanta terra rossa.

Ci vorrà un’ora circa prima di raggiungere l’ostello dove alloggerò per le prossime tre notti. Lungo il tragitto mi accompagna una una forte pioggia battente. La stagione delle piagge è iniziata, ma domani sarà una bella giornata.

Un’ora di cammino e ci siamo, sono di fronte all’ingesso delle Cascate Victoria, una delle sette meraviglie del mondo. La curiosità schizza ai massimi livelli e le gambe quasi tremano mentre attraverso il cancello d’ingresso.

La portata d’acqua non è eccessiva e lo spettacolo è meraviglioso. Il rumore è glorioso, come i grandi salti che ogni piccola goccia d’acqua sta per affrontare. E così ho camminato circa un paio d’ora, affacciata su questo immenso balcone naturale.

Cascate Vittoria - Zimbabwe

Ritorno nel villaggio, ancora bagnata, e penso che domani mi godrò un altro spettacolo: una piccola crociera sullo Zambesi.

L’imbarcazione è piccola, quasi si perde nel letto del fiume. Ogni secondo si spostano non so quanti metri cubi d’acqua, la potenza è tanta e appena il comandante spegne il motore la barca segue la corrente con una velocità impressionante.

L’unico rumore è quello del fiume, intorno a noi si respira solo calma e silenzio. Il sole piano piano scende e lungo il cammino incrociamo una famiglia di ippopotami. Giocano, si nascondono, riemergono in superficie. Uno spettacolo bellissimo, di quelli che non immagini. È ora di tornare a casa, ma questa pezzo d’Africa rimarrà sempre con me. A presto!

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