I 5 borghi “fantasma” più belli del Lazio

Tra i borghi affascinanti del Lazio, ve ne sono alcuni abbandonati da molto tempo e che per questo sono detti “fantasma”! Tra le province di Roma, Viterbo, Frosinone, Rieti e Latina ve ne sono moltissimi. Scopriamo insieme i 5 borghi fantasma più belli del Lazio!

Antica Monterano (Canale Monterano – Roma)

A pochi chilometri di distanza dal Lago di Bracciano e nel cuore di un’area ricca di valli e corsi d’acqua, si trova uno dei tesori più belli della regione: l’antica Monterano. Una suggestiva città abbandonata in cui sono visibili ancora oggi i resti del Palazzo Ducale, di una chiesa e di uno straordinario acquedotto ad arcate! Fu un centro importantissimo scelto dalle più potenti famiglie dell’epoca (Orsini, Altieri, ecc.) tanto da divenire sede episcopale. E quando Emilio Bonaventura Altieri venne eletto papa con il nome di Clemente X, furono costruiti su progetto di Gian Lorenzo Bernini veri e propri capolavori architettonici come la facciata del Palazzo Ducale con la splendida Fontana del Leone. Particolarmente suggestiva la passeggiata tra i ruderi del centro abitato fino alla Chiesa di San Bonaventura scelta come set cinematografico da Mario Monicelli per girare una scena del Marchese del Grillo interpretato dallo straordinario Alberto Sordi.

Ma quindi come mai Monterano è oggi una città fantasma? Alla morte di papa Clemente X, la città rimase proprietà dello Stato Pontificio fino a quando passò alla Repubblica Romana e poi allo Stato Borbonico, iniziando un lento ed inesorabile periodo di decadenza che culminò nel 1770 con un’epidemia di malaria e con l’assalto delle truppe francesi che portarono la popolazione alla fuga.

ANTICA MONTERANO
Monterano

Ninfa (Latina)

Importante centro urbano fin dall’VIII secolo, Ninfa assunse un ruolo di primaria importanza quando nel 1159 il cardinale Rolando Bandinelli fu incoronato pontefice con il nome di Alessandro III nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, i cui ruderi sono ancora oggi visibili. Molte le importanti famiglie che qui vissero nel corso dei secoli: Tuscolo, Frangipane, Conti, Colonna ed infine i Caetani; e fu proprio papa Bonifacio VIII nel 1298 ad acquistare Ninfa ed altri territori limitrofi per il nipote. Tutta questa gloria e potenza cessò nel 1382 quando la città venne saccheggiata e distrutta da parte dei sostenitori dell’antipapa nel Grande Scisma. La città non fu più ricostruita, anche a causa della malaria che infestava la vicina pianura, i pochi abitanti rimasti se ne andarono lasciandosi alle spalle i resti di una città fantasma e gli stessi Caetani si spostarono a Roma.

Oggi le rovine dell’antica città, con la torre e il castello Caetani, sono elementi particolarmente suggestivi dell’immenso giardino di Ninfa, definito dal New York Times “ il più bello e romantico del mondo”!

Celleno Antica (Viterbo)

Poco distante da Celleno Nuova e soprattutto dalla ben più famosa Civita di Bagnoreggio (la “Città che muore”), impossibile è non rimanere incantati dalle meravigliose vestigia dell’antico centro urbano – oggi abbandonato – fondato in epoca etrusca. Martoriata da numerosi smottamenti, soprattutto durante gli anni ‘30 del secolo scorso, Celleno era divenuto oggettivamente un luogo pericoloso per i suoi abitanti, talmente pericoloso che l’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1951 emanò un’ordinanza che obbligava i residenti a lasciare le proprie case per trasferirsi verso una località più sicura a 1,5 km dall’antico villaggio. Da allora il borgo di Celleno divenne progressivamente “fantasma”.

Da ammirare oggi vi sono, oltre alle caratteristiche casette in tufo rosso, l’incredibile castello Orsini con tanto di fossato, le chiese di San Donato e San Carlo e il convento di San Giovanni Battista.

Il borgo “fantasma” però non è solo tufo e ricordi: percorrendo l’antica via Maggiore e lasciandosi l’antico abitato alle spalle, si può godere di un bellissimo e particolarmente suggestivo panorama sulla Valle dei Calanchi!

Falerii Novi (Viterbo)

Se invece si è in cerca di qualche sito dal sapore “archeologico” è a Falerii Novi che si dovrà andare. Posto a metà strada tra Civita Castellana e Fabrica di Roma, nel cuore dell’Agro Falisco e dell’Etruria Meridionale, il centro venne costruito in epoca romana dopo la distruzione di Falerii Veteres, capitale falisca, nel 241 a.C. La nuova città fu costruita in pianura perché più facile da controllare al contrario dell’altra posta su uno sperone di tufo. Falerii Novi fu però abbandonata nel Medioevo e i suoi abitanti, in cerca di maggior sicurezza, tornarono a vivere arroccati a Falerii Veteres che divenne poi l’attuale Civita Castellana.

Cosa resta oggi di questo importante antico centro urbano? Un sito in cui si sovrappongono costruzioni di origine etrusco-falisca, romana e medievale in un insolito quanto affascinante mosaico culturale e architettonico.

Tra gli edifici più suggestivi vi sono certamente la chiesa abbaziale di Santa Maria di Falerii, in stile romanico, risalente alla prima metà del XII secolo e le possenti mura difensive con le imponenti torri e le numerose porte di accesso. Una cinta muraria datata alla metà del III secolo d.C. e giunta a noi pressoché intatta e di forma trapezoidale: il più bell’esempio di fortificazione di quel periodo! 

Stazzano Vecchio (Palombara Sabina – Roma)

Il piccolo borgo “fantasma” situato a pochi chilometri di distanza da Palombara Sabina, è misterioso fin dall’origine del suo nome: c’è chi ritiene infatti che “Stazzano” si riferisca alla nobile famiglia romana degli Stazi che qui possedeva una bella villa rurale, mentre altri pensano che il termine sia da riferirsi al fatto che questo centro fosse una stazione di accesso che, attraverso diverse mulattiere, permetteva di raggiungere gli stazzi (agglomerati di case abitate solo nel periodo estivo durante lo spostamento dei greggi verso quote più alte) dislocati nelle zone di montagna circostanti. Ciò che è certo è che la nostra cittadina risulta ufficialmente un borgo fortificato nel 1100, divenuto poi feudo della famiglia dei Savelli dal XIV secolo, legando la propria storia a quella di Palombara Sabina. Il borgo attestò un progressivo abbandono, passando così dagli iniziali 600 abitanti ai soli 200 registrati all’inizio del 1800. Ma la sua fine arrivò nel 1901 quando fu colpito da un violento sisma che lo ridusse in rovina.

Addentrandosi oggi tra i ruderi di Stazzano vecchio, si distinguono ancora i suoi edifici e la sua forma urbana, in cui spiccano il castello con la possente cinta muraria, la chiesetta che si affacciava sulla piazzetta principale oltre alla Chiesa di San Giovanni Evangelista, costruita nel 1322 e abbandonata dal XVIII secolo, che fu utilizzata prima come ricovero per il bestiame e, dopo lo spoglio dei suoi materiali, come cimitero! Insomma la visita è imperdibile anche perché da qui la vista è bellissima e lo sguardo si perde tra le colline ricoperte di olivi e i campi coltivati.

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