Continua con questo secondo e ultimo articolo il mio viaggio in Tuscia, e continua sempre nella Tuscia Romana, situata nell’alto Lazio, in provincia di Viterbo, con gli 8 borghi da vedere in Tuscia per l’appunto. Il filo conduttore è sempre quello della Via Francigena.
Questa volta proseguiamo il percorso tra i bellissimi borghi laziali spostandoci più a nord e precisamente nei dintorni del lago di Bolsena, ma senza allontanarci troppo dalla via Francigena. In questo caso i borghi che ti consiglio di visitare sono 8: non ti resta che leggere e scoprirli tutti perchè anche qui abbiamo vissuto delle bellissime esperienza accompagnati da buon cibo.
La via Francigena
Prima di parlarti degli 8 borghi da vedere nei dintorni del lago di Bolsena, ti rinfresco la memoria sulla via Francigena.
E’ un percorso di 2200 chilometri, di cui 1020 solo in Italia, che parte da Canterbury, in Inghilterra e arriva fino a Roma. Il primo a percorre questo lunghissimo itinerario fu Sigerico, divenuto Arcivescovo di Canterbury nel 990, il quale riceve il pallio da Papa Giovanni XV e si reca a Roma. Lungo il viaggio di rientro redigerà un diario a testimonianza del suo viaggio. Tale diario è la più antica e precisa testimonianza di pellegrinaggio e pertanto e’ stato deciso di valorizzare questo itinerario.
Nel 2025 si terrà il Giubileo, e molti pellegrini si stanno preparando per scendere a Roma proprio lungo questa via. Ecco quindi che le info su questi borghi – del post che stai per leggere ma anche di quello precedente – possono tornare utili ai viaggiatori in caso si volessero fermare per fare tappa e rifocillarsi oppure solamente per godere delle bellezze di questa zona.
8 borghi da vedere in Tuscia lungo la via Francigena, nei dintorni del lago di Bolsena
1 Latera
Latera è un borgo che mi ha particolarmente sorpreso ed uno degli 8 borghi da vedere in Tuscia. Il luogo più importante è il museo della terra, che appartiene al SIMULABO – sistema museale del Lago di Bolsena -. All’interno del museo si trovano una serie di reperti storici e contadini, testimoni della vita dei campi e dei tempi passati. Vi si trovano, strumenti, utensili ed oggetti di uso comune della vita di campagna. per visitarlo, ecco gli orari:
- Da maggio a luglio aperto il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00.
- Ad agosto dal lunedì a giovedì dalle ore 9 alle ore 13, venerdì, sabato e domenica dalle ore 16.00 alle ore 20.00. Chiuso il giorno 15/8.
- Dal 1 al 15 settembre dal lunedì a giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00,venerdì, sabato e domenica dalle ore 16.00 alle ore 20.00. Dal 16 settembre aperture solo venerdì, sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00.
- Chiuso da novembre ad aprile.
Passando per le vie di Latera poi mi sono imbattuto nel “Merendaio“, una piccola cantina dove il proprietario, Dario Tramontana, produce vino nella propria cantina scavata nella roccia. Una particolarità: l’insegna esterna e le scritte sono in lingua etrusca. Infine, ho avuto poi l’onore di conoscere anche un amanuense, il sig. Giovanni Pieroni, che scrive testi in caratteri medievali. Latera è stata davvero un bella scoperta.
2 Valentano
Purtroppo di Valentano ho visto poco. Mi sono però rimasti impressi i suoi panorami, sia sul lago di Bolsena che sulle colline della Tuscia al tramonto. La mia visita a Valentano, uno dei borghi da vedere in Tuscia, si è ridotta ad una passeggiata per le sue vie, ma è un borgo noto per le sue chiese come la Collegiata di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, il Santuario della Madonna della Salute, la Chiesa dell’Annunziata e la Chiesa di Santa Maria. Tra i Palazzi ti segnalo Palazzo del Comune, Palazzo dei Vitozzi e Palazzo Cruciani.
Personaggio controverso e legato a Valentano è Mastro Titta, detto “er boia de Roma“: fu il boia del Papa, per la quale eseguì 516 condanne a morte in 68 anni di “carriera”. Presso l’archivio storico del borgo, si trova la testimonianza della sua prima esecuzione nella località di Poggio delle Forche, scritta in prima persona.
3 Grotte di Castro
A Grotte di Castro ti consiglio di andarci per il tipo di avventura da fare: ho avuto modo di entrare in una Necropoli etrusca, quella di Centocamere. Si trova fuori dal borgo e deve il suo nome al numero di cunicoli scavati tra tomba e tomba. L’esperienza è davvero interessante ma non adatta a chi soffre di claustrofobia: si entra in un ambiente angusto, umido e molto stretto. Non è un’esperienza adatta a tutti. Però la consiglio.
Se poi ti rechi, come ho fatto io, a visitare anche il borgo di Grotte di Castro, allora ti suggerisco di visitare anche il Museo Civita di Grotte di Castro, un museo ricco di reperti di origine etrusca ritrovati proprio nella zona. Ci sono moltissimi vasi, ma anche utensili e reperti storici appartenuti agli etruschi. Infine, ti consiglio di non perderti la Basilica Santuario di Maria Santissima del Suffragio, costruita nel 1625 dall’architetto Girolamo Rainaldi e terminata nel 1672 da Andrea Selvi. La chiesa prende il nome dalla preziosa statua lignea della Madonna del Suffragio degli inizi del XVII secolo.
4 Farnese
Farnese è conosciuto come il borgo di Pinocchi uno degli 8 borghi da vedere in Tuscia. Se tra le sue vie il tempo scorre tranquillo e pacifico tra angoli fioriti e case colorate, la vera chicca sta fuori dal borgo. Il nomignolo gli è dovuto dal fatto che il regista Comencini scelse proprio Farnese per costruire il set e girare il Le avventure di Pinocchio, con attori come Nino Manfredi, Gina Lollobrigida e Vittorio de Sica. Le scene furono girate tra il centro del borgo di Farnese ed una parte ricostruita del set fuori paese.
C’è proprio una location, a pochi chilometri dal centro, dove oggi si trovano graffiti, murales e oggetti che richiamano Pinocchio e le sue avventure.
5 San Lorenzo Nuovo
San Lorenzo Nuovo si trova a pochi passi dal lago di Bolsena. Il borgo è piccolino e si caratterizza per Piazza Europa, la piazza ottagonale dove si affaccia la Cattedrale di San Lorenzo dedicata a San Lorenzo Martire, realizzata tra il 1774 e il 1777. Sulla facciata esterna si trova lo stemma di papa Pio VI, posto sopra il portone, con una scritta in latino e due orologi dell’ordine superiore. All’interno si trovano alcune opere di Jacopo Zucchi, un crocifisso in legno policromo del XII secolo e un busto del Canova di papa Pio VI.
La vera particolarità di San Lorenzo Nuovo sta nella terrazza sul Lago di Bolsena. Per questo il paese viene chiamato anche la Terrazza sul Lago. E’ una terrazza poco lontana dalla piazza principale dalla quale si può ammirare il Lago d Bolsena.
6 Proceno
La chicca di tutto il mio viaggio in Tuscia è stata la visita al castello di Proceno. Il borgo non lo abbiamo visitato ma è bastata la visita al suo castello per riempirci gli occhi di bellezza. Siamo stati ospiti dei signori Cecilia e Giovanni, proprietari del castello, due arzilli giovanotti di ottant’anni che ci hanno preparato il pranzo e ospitati a casa loro. Il castello di Proceno risale al 997 d.C., ma divenne proprietà della famiglia della Signora Cecilia dal 1600 circa.
La casa, situata dentro al castello, è ricca di reperti storici di origine etrusca – tutti catalogati – e di altri oggetti ereditati dai suoi antenati, inclusi dei souvenir provenienti dall’antica Cina. Molto interessante è stata la visita alla torre del castello, accompagnati dalla Signora Cecilia, dove si trova uno dei 19 ponti levatoi attivi in Italia. La torre si compone di 5 piani, dove si trovano altri reperti storici, tra i quali una bolla papale. Da sopra la torre si vede tutta Proceno dall’alto e le colline della Tuscia fino quasi alla Val d’Orcia.
Come ultimo, abbiamo visitato anche l’Osteria Enoteca del Castello, situata proprio sotto al castello e sopra una tomba etrusca. Dentro al castello si svolgono anche serate musicali ed eventi, tutti ovviamente organizzati dalla Signora Cecilia.
7 Acquapendente
Acquapendente è un borgo che non ha origine nè etrusca nè romana. Secondo le prime testimonianze storiche, nel 964 Ottone I costruì un castello che poi passò sotto il dominio degli svevi. Ultimamente questo borgo della Tuscia è tornato alla ribalta per la sua street art: dopo l’Urban Vision Festival, sono rimasti in città una serie di Murales da ammirare come delle vere e proprie opere d’arte.
Sempre collegata all’arte è la festa dei pugnaloni. Si tratta di una festa che si tiene la terza domenica di Maggio per la festa della Madonna del Fiore. Si tratta della realizzazione di alcune grandi tele – 2.60m X 3.60m – disegnate e poi ricoperte di petali di fiori, foglie e altri materiali vegetali fino a seguire ogni sfumatura del disegno. E’ la stessa tecnica usata per fare i mosaici solo che qui si usano i fiori.
Il nome pugnalone deriva dal pungolo – antico arnese agricolo – ornato di fiori che i contadini usavano portare nella processione a seguito della statua della Madonna del Fiore.
8 Cellere
Ultimo in ordine cronologico di esplorazione degli 8 borghi da vedere in Tuscia, ma non meno importante, è il borgo di Cellere. Ho avuto modo di scoprire il museo del brigantaggio, dove si parla del fenomeno, frutto dell’attività di bande di malfattori che infestavano campagne o vie di comunicazione a scopo di rapinare o uccidere per scopi personali. Al di là della storia di come nasce questo fenomeno, il museo presenta la figura di Domenica Tiburzi, brigante maremmano nato a Cellere ma che segnò nella zona l’800.
Il museo non ruota attorno alla sua figura ne lo idolatra ma ti mette a confronto con quello che nell’800 fece il bello ed il cattivo tempo dalla Maremma fino a a Viterbo. Era visto dai locali come una figura temuta e rispettata: Tiburzi imponeva la tassa sul brigantaggio ai ricchi e godeva di protezione da parte della popolazione. Egli era un po’ la risposta alle ingiustizie della società. Si scontrò con molti altri briganti ma fu costretto a vivere dandosi alla macchia per quasi 30 anni. Nel museo è possibile vedere reperti storici, come le armi date in dotazioni ai carabinieri e gli arsenali di cui godeva Tiburzi. Il museo è davvero molto interessante e merita sicuramente la visita.
Sono Veneto e sono cresciuto in quel di Caorle, un perla che si affaccia sull’Adriatico. Amo viaggiare con i miei inseparabili compagni di viaggio: la mia compagna e i nostri due figli. Mi organizzo e vivo i miei viaggi per poi raccontarli. Tornare a casa mi rende triste, ma per buttare via la tristezza mi preparo subito per organizzare il prossimo viaggio verso una nuova destinazione.