Dopo solo cinque giorni dalla conquista della vetta del Huayna Potosi (6088m) in Bolivia, decidemmo di scalare anche l’Illimani (6490m), in linea d’aria solo pochi chilometri di distanza ma più alto ed impegnativo del primo. Organizzare la salita è stata di per se’ gia’ una grande impresa! Invece di affidarci ad una delle agenzie di La Paz abbiamo deciso di fare tutto da soli: ci siamo procurati una guida locale qualificata, noleggiato l’equipaggiamento necessario presso un negozio di montagna gestito da un ragazzo svizzero, fatto la spesa con cibo sufficiente per la durata della spedizione e organizzato il trasporto al paese dal quale inizia la salita. Tutto ciò non ha fatto altro che rendere questa avventura ancora piu’ emozionante, nonché molto più economica rispetto al prezzo propostoci dalle agenzie locali.
Il primo giorno, partimmo da La Paz di mattina presto, in un pulmino privato che avrebbe portato noi, la nostra guida e tutto l’equipaggiamento fino ad un piccolo villaggio che prende il nome di Estancia Una; non un tragitto comodo, con una strada che tra curve e buche non lasciava tregua. Un volta al villaggio incontrammo i nostri 2 portatori, i quali avrebbero alleviato le nostre fatiche per i successivi tre giorni. Dopo circa un paio d’ore di cammino facile e poco impegnativo, arriviamo al campo base, giusto in tempo per ammirare il tramonto. Eravamo gli unici in questa vallata dove i lama e le pecore la facevano da padrone. Ci coricammo presto, le nostre tende sotto un cielo stellato ad oltre 5000 mt d’altezza; il giorno dopo sarebbe stato un cammino molto più duro e impegnativo.
Alle 7 in punto del giorno seguente, i nostri portatori si presentarono all’accampamento armati solo di sandali e di una sacca che era più una tela a forma di lenzuolo che altro; si caricarono sulle spalle 3/4 del nostro equipaggiamento e ci fecero strada verso il campo uno, a 5500 mt circa di altezza. Molto imbarazzante il fatto che nonostante noi avessimo scarponi, vestiti e zaini relativamente leggeri arrivammo al campo 1 circa un’ora dopo i portatori. Che figura 🙁 Purtroppo l’intero accampamento era avvolto da nubi e solo grazie a brevi schiarite potemmo ammirare la vetta dell’ Illimani che da qui sembrava ancora più imponente. Prima di coricarci per la notte, il cielo si schiarì completamente offrendoci la vista dell’intera montagna, incluso il percorso che da li a poche ore avremmo percorso.
All’una di notte eravamo pronti per la scalata: sotto una luna piena che illuminava tutta la catena dell’Illimani, con i ramponi ai piedi, le corde e gli zaini in spalla iniziammo l’ascesa. La vista di La Paz dall’alto era mozzafiato: una città addormentata mentre noi fin troppo svegli, ci trovavamo su una montagna a 6000 mt. Nessuno di noi, durante le prime ore di cammino, apri’ bocca a parte in alcune occasioni per dire stop oppure “va tutto bene”? Dopo 5 ore interminabili di duro cammino vedemmo sorgere il sole: uno spettacolo incredibile e un’emozione che ancor oggi ci fa’ battere forte il cuore. Il sole porto’ morale e motivazioni nuove per affrontare l’ultimo tratto di salita: il mio corpo era indolenzito, stanco e non vedevo l’ora di raggiungere l’agognata vetta.
Gli ultimi 50 metri furono davvero i più duri: ero esausta, praticamente a pezzi ma non mi arresi. Il momento in cui arrivammo in vetta non lo potrò mai dimenticare: lasciammo cadere gli zaini, corde, piccozze a terra e ci abbracciammo. Eravamo gli unici in cima a questa montagna, nessun altro, il che non fece altro che aumentare il senso di soddisfazione e gioia per aver compiuto questa impresa. Eravamo stremati ma allo stesso tempo felici ed orgogliosi di essere li’, a quasi 6500 mt di altezza, ad ammirare il panorama mozzafiato che ci si proponeva davanti.
La discesa fu’ ancora più spettacolare della salita, in quanto si poteva ammirare alla luce del sole lo splendore di questa montagna e dei paesaggi che la circondano. Tra l’altro la discesa allevia le fatiche e i malesseri legati all’altitudine, quindi ci si sente meglio e si apprezza di piu’ il panorama. Dopo ore interminabili di cammino arrivammo finalmente al pulmino che ci stava aspettando al paese, esausti ma incredibilmente felici per quest’impresa che rimarrà ben impressa nella nostra mente e nei nostri cuori per lungo tempo, e non solo per la scalata…
Testo di Felicity con traduzione in italiano da parte di Marco
Sono sempre stata affascinata da culture e paesi diversi; un giro del mondo nel lontano 2005 ha ulteriormente aumentato la mia voglia di viaggiare. Dal 2016 in viaggio con due bambine piccole, per nuove avventure.
Fondatrice di ThinkingNomads.com