Belgrado in Serbia è una città da capire, apparentemente appare come nulla di speciale, invece, dopo un po’ ti entra nel cuore con le sue architetture Art Decò miste a quelle sovietiche.
Io sono partita a visitarla dal quartiere dove avevo l’ostello: Skadarjia. Ecco cosa fare e vedere a Belgrado in 3 giorni.
SKANDARJIA
Un tempo era il quartiere malfamato della città di Belgrado, pieno di bettole per tagliagole, contrabbandieri ed ubriaconi, poi negli anni divenne la zona bohemienne della capitale, ritrovo di artisti e poeti. Oggi è rimasta come a quel tempo, con le strade ciottolate, le case basse, piene di ristoranti dove ad una certa ora orchestrine suonano musica balcanica, un antiquario, un negozio di souvenir ed alla fine un’antica chiesa che è diventata un teatro.
Lì c’è anche la più famosa panetteria della città: quella che propone il pane ripieno di gulash ed ottimi burek, nonché pani e dolci di tutti i tipi.
CENTRO STORICO E CASTELLO
A dieci minuti a piedi da Skandarjia si prosegue verso il centro storico che si snoda tutto intorno a Piazza della Repubblica, dove sorge lo spettacolare Teatro Nazionale e svariati musei con davanti la loro bella statua di cavaliere.
Da qui se si prende via Mihailova, si giunge direttamente alle rovine del castello, immerso in un ampio ed ombroso parco, dove riposare su una panchina e guardare i voli delle gazze ladre.
Dai bastioni la vista è spettacolare perché vedi dove la Seva, il fiume che attraversa Belgrado, entra nel Danubio. Del castello è rimasto poco, giusto il portale e alcune rovine, ma il luogo in cui è immerso è incantevole, tra l’altro c’è un mercatino stabile in cui comprare, se vuoi, souvenir o una maglietta con l’immagine di Tesla, il famoso scienziato, eroe nazionale, di cui si può visitare anche il museo, sempre nel centro storico.
All’ingresso c’è un parco dei dinosauri, molto adatto per chi viaggia con bambini e una sfilata di armi e carri armati.
Le vie centrali sono tutte un susseguirsi di ristoranti, negozi interessanti o di second hand, bar e pasticcerie, il tutto immerso in questo pastiche di liberty e soviet che rende la città unica.
Se imbocchi l’altro lato di Piazza Repubblica: via Miiana, giungi, dopo mezz’ora di cammino, alla cattedrale di San Sava, la più grande chiesa ortodossa d’Europa, ma lungo la strada non è da perdere l’hotel Mosca, costruito nei primi del 900 e dove transitarono tutte le più importanti personalità mondiali, da regnanti a capi di stato. All’esterno è un grande, elegantissimo palazzo bianco e verde, all’interno un trionfo di marmi e cristalli ed ha la più raffinata pasticceria di Belgrado dove si può degustare il dolce tipico locale: la gibanica che di solito propongono con marmellata di lamponi, ma che qui si fa con marmellata di ciliegie e ciliegie fresche.
SAN SAVA
San Sava fu il fondatore della chiesa ortodossa serba, per questo a lui è dedicato questo tempio immenso, con diverse cupole, ma lo spettacolo è tutto all’interno dove il soffitto è ricoperto di mosaici su fondo oro dedicati alla vita di Cristo e di Maria. Tante poi sono le sacre, antiche icone che i fedeli baciano dopo essersi fatti il segno della croce. Entri, veramente, in uno sfavillio di luce dorata, grandioso, etereo. Anche la cripta possiede affreschi preziosi sempre su fondo oro, chiaramente di ispirazione bizantina.
All’esterno sorge un bel giardino dotato di fonti e fontane per riposare o meditare dopo la visita.
LA CASA DEI FIORI
Un altro luogo, secondo me, imperdibile è la Casa dei Fiori, cioè la tomba di Tito, l’uomo che riuscì a tenere uniti i popoli slavi fino alla sua morte. Si chiama così perché è inserita in un giardino d’inverno, dove due ali di fiori e piante profumate e fiorite in tutte le stagioni, portano al sepolcro marmoreo.
Ma non si pensi che questo luogo sia solo una sepoltura, in realtà è un museo storico dell’era del Maresciallo: ci sono stanze con cimeli vari, tra cui la sua scrivania ed i suoi oggetti, nonché manifesti inneggianti a tutte le sue opere.
Una costruzione è poi dedicata agli omaggi, ricevuti durante la sua lunga vita, da re e capi di stato. Si tratta di regali preziosissimi, dalle tazze auree di Paolo di Grecia fino ad un mosaico romano donato dalla Tunisia, e poi statuette in avorio e pietre preziose indiane ed africane, ori, medaglie…
Il tutto è inserito in un grande parco adorno di statue, sia a soggetto naturalistico, come coppie di cerbiatti, sia inneggianti al Comunismo All’ingresso poi è sito un bookshop con annesso bar dove ristorarsi dopo la visita.
E’ molto interessante per il fatto che si vive un periodo storico, vicino a noi, ma che ancora non si studia sui libri di scuola e si riescono a capire tante cose sull’era titina.
Il luogo è su una collina in periferia e si raggiunge comodamente in taxi per la spesa di 7 euro.
ZEMUN E I BARCONI
Una caratteristica di Belgrado sono i barconi ristorante sulle rive della Seva, alcuni fungono anche da ostello. Bisogna, però, capire dove si trovano, perché ciclicamente si spostano, ad esempio quando ci sono stata io erano dall’altro lato del fiume rispetto alla città, quindi è stato necessario un taxi per arrivarci.
Sono molto folkloristici nel loro stile rom, con cani sdraiati sulle rive, le lucine notturne, le passerelle… Io li ho solo visti durante una lunga passeggiata dal momento che i prezzi sono tripli rispetto ai locali sulla terraferma e sinceramente non mi sembrava valesse la pena, anche perché sono ad uso dei soli turisti, non un serbo li frequenta.
Da lì ho poi preso un autobus e sono giunta al paesino di Zemun, molto caratteristico, tutto arroccato intorno alla piazzetta centrale e alla piccola chiesa, antico e grazioso. Ci sono ottimi ristoranti a prezzi più che onesti, gelaterie e qualche negozio che fa le ore tarde. Qui ho mangiato il più buon hamburger con patate della mia vita.
Da Zemun sono tornata in taxi, spendendo 8 euro.
CONSIGLI FINALI
I bus non li consiglio perché si deve prenotare il biglietto via sms ed è tutto complicato e farraginoso, i taxi, invece, per una spesa irrisoria, ti portano dappertutto.
Davanti alla fermata dell’autobus ho poi potuto ammirare il famoso hotel Jugoslavija, un tempo orgoglio nazionale e biglietto da visita di Tito, poi, finito in decadenza dai bombardamenti del 1999, tanto da ospitare un ristorante messicano ed ora la città sta facendo uno sforzo per riportarlo agli antichi fasti. Sulla sua vicenda è stato girato anche un documentario, dato che qui dentro si tessevano le fila dei rapporti del Maresciallo tra Oriente ed Occidente.
IL MERCATO NOTTURNO DI SKANDAJIA
Un’ultima cosa da fare è girare per il mercato mattutino alla fine di Skandajia. I contadini arrivano dalla campagna e offrono di tutto: ortaggi, frutta, miele, insaccati, formaggi, uova. Mi è sembrato ancora un luogo genuino.
CONCLUSIONE
A Belgrado mi sono sentita a casa più che in tante altre città che ho visitato, per la disponibilità della gente, per il calore, per la vivacità. Si sente proprio la voglia di un popolo che è uscito da una guerra e che ha voglia di rifarsi una vita.
Nata a Reggio Emilia, città un cui vivo e lavoro. Giro qua e là perché sono curiosa o perché mi annoio. Quando non lavoro, viaggio o mi annoio, sto con i miei 5 cani e una gatta nera.