Dicono che la provincia di Biella sia lontana da tutto, complicata da raggiungere e che non ci sia nulla di interessante da vedere. In realtàil territorio biellese è nascosta, gelosamente ed elegantemente, dietro la sua vetrina di paesaggi verdi e inconsueti pronti a stupire collina dopo collina, curva dopo curva.
Ci sono luoghi che non devono per forza essere facilmente raggiungibili, o pieni ed affollati la maggior parte dell’anno per meritare delle menzioni. Tra queste vallate tranquille e ordinate si nascondono eccellenze inimmaginabili in ogni campo. Ora un po’ alla volta le scopriremo insieme.
Attraverso il nostro viaggio nella provincia di Biella incrociamo sulla nostra strada il maestoso Santuario di Oropa, dove si venera la statua medievale della Madonna Nera, collocato a 1180 metri di altezza e abbracciato dalla Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Oropa che sorge ad un passo dal confine con la Valle d’Aosta. Il complesso religioso risulta essere tra i più antichi e frequentati santuari mariani dell’Occidente (fonte TCI). È distante una quindicina di chilometri da Biella e ci stupisce non solo per la tranquillità che sembra emanare al cospetto delle enormi montagne circostanti, ma anche per la moltiturdine di offerte destinate alla Madonna da parte di fedeli riconoscenti per una grazia ricevuta o per semplice devozione.
La statua della Madonna Nera di Oropa, conil bambin Gesù da una parte e dall’altra uno scettro di diamanti dei Savoia, si trova all’interno della Basilica, subito dopo aver passato l’arco della Porta Regia.
Un altro particolare del biellese è costituito dagli innumerevoli prodotti tipici della gastronomia locale. Da formaggi delicati e squisiti (quali toma, maccagno ed erborinati), accompagnati da confetture prelibate fatte in casa, si passa a vini prestigiosi quali il Canavese Nebbiolo. Ma una menzione particolare merita la grappa che ci è stata offerta: sublime, prodotta con il metodo bagnomaria alla piemontese. Infine non dimentichiamoci della birra locale Menabrea, che con il suo museo ricco di bottiglie da collezione e riconoscimenti contribuisce ad alimentare la ricettività della provincia di Biella.
Passiamo qualche ora anche in città. Da non perdere certamente il Battistero di San Givanni Battista, risalente al X secolo, in pieno centro. Da Via Italia, spina dorsale del centro storico, ci spostiamo nella zona alta della città grazie alla funicolare inaugurata nel 1885.
Sempre in provincia di Biella non si può fare a meno di visitare il Ricetto di Candelo, una delle aree fortificate meglio conservate d’Europa, che aveva la funzione in tempi medioevali di proteggere dagli attacchi nemici.
Oggi il ricetto ha tutto l’aspetto di avere una funzione turistica con varie bancarelle di prodotti tipici e artigianali, ma l’atmosfera che si respira qui, passando all’interno delle cinque strade principali (rue, dal francese) è veramente suggestiva. Sembra di rituffarsi in quell’epoca dove l’acqua non serviva per lavarsi, ma solo per dissetarsi e i vestiti erano tutti marroni, a maniche intercambiabili. Da qui – dice la guida – nasce l’espressione popolare “un altro paio di maniche”.
E per finire parliamo dell’Oasi Zegna che si estende per più di 100 chilometri quadrati. Inaugurata nel 1933, fu un progetto ispiratore che promosse la tutela del territorio, instaurando un vero e proprio dialogo con i visitatori attraverso le informazioni di carattere faunistico, floristico, geologico ed antropologico di questo luogo.
Oggi l’oasi è perfetta per qualsiasi tipo di attività turistica montana. Dal trekking, alla mountain bike, passando per sci e le ciaspolate invernali. L’area prende il nome dal fondatore, Ermenegildo Zegna, che fu anche fondatore del noto lanificio famoso in tutto il mondo ancora oggi.
Il museo Casa Zegna è una visita molto interessante e dà l’opportunità al visitatore di ripercorrere la storia della famiglia, non solo attraverso l’eccellenza dei prodotti che l’hanno contraddistinta nel mondo, ma anche per alcune iniziative personali quali l’introduzione di conifere e rododendri nell’oasi, per non parlare della “Panoramica Zegna”, strada che porta da Biella fino in montagna, costruita proprio dagli operai stessi della fabbrica, durante un ribassamento della produzione tessile nel primo dopoguerra.
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Raccontare storie e luoghi a cuore aperto è quello che so fare meglio ed è quello che continuerò a fare, per sempre.