Dopo qualche giorno trascorso a Tallin, capitale dell’Estonia, siamo pronti a proseguire il nostro viaggio alla scoperta delle capitali baltiche verso Riga, capitale della Lettonia. Il costo del biglietto da Tallin per una corsa di sola andata è di 15 euro. L’autobus è molto confortevole ed è dotato di wifi gratuito. Consiglio di acquistare con un pò di anticipo i biglietti poiché i bus sono quasi sempre affollati.
La distanza tra le due città è di 300 chilometri e il viaggio dura cinque ore che scorrono lente e piacevoli tra paesaggi bellissimi. L’autobus infatti va piano e percorre una piccola strada statale che costeggia immense distese di alberi innevati. Ogni tanto costeggiamo il mare illuminato dal sole del tramonto… una goduria per gli occhi!
Arrivo a destinazione puntualissima, prendo una mappa dall’ufficio del turismo situato nella sala arrivi della stazione e mi avvio verso l’hotel, dove ho prenotato una deliziosa camera doppia al costo di 47 euro per due notti, colazione inclusa. Ormai è sabato sera, i negozi sono quasi tutti chiusi a parte un centro commerciale poco distante dalla mia sistemazione nel quale decido di passare la serata e mangiare.
La mattina seguente un bel raggio di sole illumina la mia camera , giù al piano terra fervono i preparativi per l’allestimento del buffet mattutino a base di pane, uova, formaggio e verdure miste, tra cui gli immancabili cetriolini sott’aceto, che sono diventati per me,in questi giorni, una vera e propria droga. La temperatura esterna non è poi così fredda come mi aspettavo, c’ è un pallido sole che fa capolino tra le nuvole.
Passeggiare per le strade di Riga è molto piacevole. La capitale della Lettonia si affaccia sul Mar Baltico e il suo centro storico è iscritto tra i beni patrimonio dell’UNESCO. Gli abitanti lo chiamano Vegriga, ovvero “città vecchia”, ed è una vera e propria mescolanza di stili tra quello finlandese, svedese e sovietico, con colori e forme inconsuete. Tutto ciò rende Riga una regina dello stile Liberty che gli da un fascino originale e frizzante.
Carica di emozioni raggiungo la Cattedrale della Natività del Cristo (Kristus Piedzimšanas pareizticīgo Katedrale), distante dal mio alloggio circa 20 minuti a piedi. Durante il mio lento cammino mi fermo di tanto in tanto a sbirciare tra i cortili interni delle abitazioni e curioso tra le vetrine delle botteghe chiuse. Rimango incuriosita da un piccolo negozio, pieno zeppo di gente che fruga tra montagne di panni usati e che vengono venduti a peso, una cosa veramente insolita e che non mi era mai capitata di vedere.
Raggiungo la cattedrale appena in tempo per assistere alla funzione religiosa ortodossa. Ovviamente è celebrata in lingua lettone e non ne comprendo una parola, ma mi sento a mio agio, pervasa anche io da un grande desiderio di pregare. La cattedrale è stata costruita nel periodo in cui il territorio lettone era controllato dal regime sovietico e la sua architettura ricorda infatti lo stile russo. Poco distante si trova il Monumento alla Libertà (Brīvības piemineklis) alto 42 metri e costruito nel 1935. Sulla sommità è raffigurata una figura femminile che viene ancora oggi omaggiata con fiori in segno di riconoscenza per le guerre finite.
Mi trovo nel cuore pulsante della città e le vie brulicano di gente. Molti negozi sono aperti anche di domenica così come il mercato coperto situato alle spalle della stazione dei treni. Questo è considerato uno dei mercati più grandi d’Europa e non è difficile perdersi tra i vari padiglioni dove si può trovare di tutto, tra cibo e abbigliamento. Qui è d’obbligo un piccolo spuntino a base di pica, ovvero pizza.
La città è molto animata e vivace, anche le stazioni di treni e autobus sono dei veri e propri centri commerciali molto vigilati e dove non è possibile fare bivacco sul pavimento come spesso avviene nelle nostre città. Qui si può fare shopping e mangiare in uno dei tanti ristoranti e self service, come quello che scelgo e che serve solo zuppe appena fatte e insalate tra cui una squisita insalata russa.
Sono da poco passate le tre del pomeriggio e la mia passeggiata prosegue percorrendo la pista pedonale costeggiando le sponde del fiume Daugova che sfocia nel freddo M Baltico. Il paesaggio è molto bello, sul lato opposto noto la presenza di piccoli lidi, popolati da uccelli, che probabilmente in estate danno refrigerio ai lettoni durante le calde giornate estive.
Riga è una città ricca non soltanto architettonicamente con la sua evoluzione stilistica, ma offre numerose occasioni di visitare musei come l’Art Museum Riga Bourse – inaugurato nel 2011 – o il Museo Etnografico situato poco distante dalla città. Quest’ultimo si estende su di una superficie di 90 ettari e propone riproduzioni di tipiche case rurali lettoni.
La Chiesa di San Pietro (Svētā Pētera baznīca) è l’ultimo dei monumenti che decido di visitare prima di concedermi un pò di relax con una bella tazza di caffè in uno dei tanti locali del centro dove l’atmosfera è giovane e rilassata.
La mia domenica volge al termine con un pò di dispiacere all’idea di dover lasciare questa città meravigliosa che mi ha sorpreso per la originalità. L’ultima tappa del mio viaggio è Vilnius, che al contrario delle sue sorelle baltiche mi delude profondamente. Il centro storico è carino, ma non vi è alcuna cura o valorizzazione del territorio, la gente è più schiva e poco predisposta al dialogo con il turista, ma in compenso il tragitto in autobus tra Lettonia e Lituania è sorprendentemente bello, pieno di piccoli villaggi agresti dove il tempo sembra essersi fermato.
Purtroppo questa intensa settimana tra le capitali del nord volge al termine, il mio volo da Vilnius a Milano decolla tra circa un’ora e ho giusto il tempo per riempire il mio zaino di qualche gustosa leccornia lituana. A presto Nord Europa!
Lavoro nel settore turistico, viaggiare è la grande passione della mia vita, uno strumento di crescita spirituale che permette di apprezzare le piccole cose della vita. Amo le mete meno battute e ho un debole per i paesi orientali e le città europee.
Lettonia non si chiama insalata russa. Non siamo russi. La nostra vera lettone si chiama – rossols. E non c’è niente che riguarda la insalata russa