Quasi per caso mi sono trovata a trascorrere un fine settimana di maggio sulla riviera ligure, a una decina di chilometri da Imperia. Non ero mai stata in Liguria prima di quel momento, ma devo ammettere con piacere che ne sono rimasta incantata, pertanto eccomi qui a raccontarvela con il mio filtro.
Si sa: la Liguria è una piacevole esplosione di colori immersa tra mare e monti. I colori infatti sono la prima caratteristica che ha catturato la mia attenzione (e poiché abito nella Pianura Padana, in cui dominano il verde dei campi e il grigio della ne bbia, non sarebbe potuto essere altrimenti!). Le case color pastello, costruite su livelli diversi, si incastrano armoniosamente tra la ricca e rigogliosa vegetazione. Le montagne verdeggianti e tutt’altro che aguzze scemano per arrivare ad abbracciare il blu del mare, cosparso qua e là da macchioline bianche in movimento: non a caso questa regione è da secoli dimora di città portuali.
Ed è proprio questo il tipico quadro ligure in cui spicca il borgo di Cervo, a tratti sovrapponibile al paesaggio circostante e a tratti così diverso. Compreso nel Golfo Dianese insieme ad altri sette comuni, Cervo sorge in una posizione elevata sulle colline a ridosso del mare e, a differenza dei paesi circostanti, conserva diverse peculiarità del borgo medievale, che lo rendono unico. Con poco più di mille abitanti, Cervo si estende su appena 3,6 chilometri quadrati, motivo per cui lo si riesce a visitare da cima a fondo in una sola giornata, come ho potuto sperimentare.
Forse è banale precisarlo ma, essendo un borgo, non è possibile raggiungerlo con la macchina, che però si può parcheggiare negli spazi riservati, purtroppo solo a pagamento. Inoltre, grazie alla sua posizione, è chiaro che non esiste strada che non sia in discesa o salita. È dunque necessario armarsi di scarpe comode e di voglia di camminare per avventurarsi (o meglio perdersi) tra le pittoresche e contorte vie cervesi.
Solo addentrandomi nella confusione delle stradine senza avere una meta precisa, è stato possibile per me scoprire gli angoli più nascosti e immortalare gli scorci più originali: archi che sembrano costruiti apposta per incorniciare il mare, cancelli decorati da cui si intravedono giardini incantati, minuscoli e curati negozietti di artigianato…
Alle spalle del centro storico si erge il Castello dei Clavesana, costruito nel XIII secolo dagli omonimi marchesi, e attualmente sede del museo etnografico del Ponente Ligure.
Ma non è tutto! Per coloro che non riescono a rinunciare ai piaceri della tavola – e della vite! – neanche durante le gite fuori porta, sono in arrivo buone notizie. Infatti a Cervo si possono trovare dai ristoranti tipici intimi e nascosti, ai locali turistici all’aperto con vista sul mare – come quello che si trova proprio a fianco della Chiesa di San Giovanni Battista nel centro storico, architettura religiosa di maggior rilievo che risale al XVII secolo.
Ma io non sono per le mete più “gettonate”, motivo per cui ho deciso di andare alla ricerca di un locale tipico (ma non troppo turistico) in cui pranzare, fino ad essermi imbattuta in “San Giorgino Vino&Stuzzichino”. “Imbattuta” non è il termine più adatto in realtà, infatti arrivarci è stato quasi una caccia al tesoro… Ma ne è valsa assolutamente la pena: una serie di tavolini all’ombra della vegetazione e del porticato, un’ottima scelta di piatti liguri e una cantina che sapeva il fatto suo. La ciliegina sulla torta di una gita all’indietro nel tempo.
Fondatore e autore di NonSoloTuristi.it e ThinkingNomads.com.
110 nazioni visitate in 5 continenti. Negli ultimi 6 anni in viaggio per il mondo con mia moglie Felicity e le nostre due bambine. Instagram @viaggiatori