Dopo un lungo, travagliato, faticoso, inverno, non avevo voglia di buttarmi nel caos di una grande città, di sostare ore in un aeroporto o di lanciarmi in terre sconosciute, ma bramavo la dolcezza dei laghi, il loro paesaggio delicato, la loro quiete.
Non ho pensato a un grande lago turistico, ma a un piccolo lago piemontese: il lago d’Orta, scrigno di bellezze paesaggistiche e storico-artistiche.
Il paese di San Giulio si adagia lungo i piedi di un colle e mantiene intatta la sua struttura medioevale, fatta di antichissimi palazzi, stradine tortuose, vicoli, affreschi murali, slarghi, piazzette, portici e Piazza Motta la grande piazza che si affaccia sul molo. E’ considerato uno dei borghi più belli d’Italia.
Io dormivo in una deliziosa camera in una struttura medioevale che si trovava proprio vicino al porto, comoda per ogni escursione, in pieno centro paese: Affittacamere Dolcenotte, gestita da due giovani sorelle gentilissime e pronte a fornirti tutto ciò che desideri, contattate tramite Booking.
Cosa fare a Orta San Giulio
Per prima cosa sedersi ad uno dei tanti tavolini soleggiati degli innumerevoli bar e gustarsi un gelato artigianale oppure un caffè con i famosi biscottini novaresi, soffici e croccanti come nuvole, godere della vista dell’isola di San Giulio e riposarsi dopo le 2 ore e mezzo di auto, per me che arrivavo dall’Emilia.
Poi si può prendere il battello che parte dal porto ogni 10 minuti per l’isola sopracitata al costo di 9 euro A/R. Si arriva in 3 minuti di navigazione. E qui c’è da fare tutto un discorso a parte.
L’Isola di San Giulio
Con tutta probabilità l’isola fu un centro di culto pre-cristiano. Le terre del lago d’Orta furono evangelizzate nel IV secolo dai santi di origine greca Giuliano e Giulio. Fu proprio quest’ultimo a dare il nome all’isola.
Secondo la leggenda, a quei tempi essa era infestata da orribili mostri simili a serpenti o draghi, che nella tradizione cristiana erano il simbolo del male e del paganesimo. Proprio per paura di queste creature, i pescatori dei centri abitati attorno al lago si rifiutarono di trasportare in barca San Giulio fino all’Isola. Così si dice che egli navigò sul suo mantello fino a raggiungere la lingua di terra al centro del lago. Qui egli sconfisse le mostruose creature che la popolavano, portandovi la fede cristiana e fondando la chiesa nel punto in cui oggi sorge la Basilica che fu edificata nel XII secolo.
La Basilica di San Giulio
L’interno è decorato con meravigliosi affreschi che vanno dal Medioevo fino al 1400, e rappresentano martiri di santi, serafini dai mille occhi, trionfi di Cristo, Natività, ma il capolavoro è l’ambone su 4 colonne in marmo scuro serpentino da cui troneggiano le figure simboliche degli Evangelisti e scene di lotta del bene contro il male, naturalmente intrise di simbolismo medievale. Uno spettacolo!
Nella cripta sottostante sono conservate le reliquie del santo, il cui culto è tutt’ora molto presente fra la gente del luogo e meta di pellegrinaggi.
Appena fuori la basilica c’è un minuscolo negozio di articoli religiosi e souvenir, ma vale la pena farvi una tappa per notare il mirabile affresco di Madonna tra Santi.
La Via del Silenzio
Si prosegue per una stradina antica denominata Via del Silenzio, anche per la presenza di un monastero di monache di clausura e qui ci si sofferma per sbirciare bellissimi scorci sul lago e per ammirare le affascinanti ville sette-ottocentesche, in questo periodo fiorite di immense azalee e glicini. Il tutto trascorre in un’oretta.
I vini locali
La terza cosa da fare è, dopo la visita in un luogo di tanta santità, tornare a un po’ di paganesimo e di vita godereccia, che a mio parere, dopo anni mostruosi e mostruosità non ancora terminate, ci meritiamo. Quindi bere un calice in una delle due enoteche sulla via principale e, visto che siamo in Piemonte, gli ottimi vini non mancano. Io per un aperitivo prediligo l’Arneis un bianco fermo, molto profumato.
Il Sacro Monte
Se si è qui non bisogna perdere in nessun modo una visita al Sacro Monte, Patrimonio Unesco ed unico nel genere dedicato a San Francesco d’Assisi. Si parte dalla chiesa principale del paese e si cammina per 15 minuti fino ad arrivare all’ingresso del monumento.
La chiesa
E’ un luogo che ospita 21 cappelle risalenti al 1600 e volute dal vescovo Bascapè per onorare il santo umbro. Si parte dalla prima con la nascita di Francesco fino alla ventunesima con la Canonizzazione, passando per la svestizione, il miracolo della Porziuncola, la visita al Sultano… Sono in uno stato di ottima conservazione, anche perché negli anni, visto che il luogo era in decadenza. Si è fatto uno sforzo a livello locale per il restauro e per riportare le cappelle al loro antico splendore. Ed infatti una è più bella dell’altra, con statue di terracotta ad altezza umana, di un realismo impressionante, vivaci, vive, vivide; non mancano le scene di genere e le figure popolari: gli ultimi della terra, gli straccioni, i lebbrosi, gli storpi, gli animali, i bambini, in un vortice di movimenti sfavillante di diverse cromie e di gesti ora leggiadri, ora estremi.
Il tutto è inserito in un contesto boschivo, di abeti e pini, per cui risulta non faticosa, ma piacevole la visita all’ombra di tanto verde e poi la vista sul lago dalla chiesetta in cima è meravigliosa.
Passeggiate lungo il lago
Un’altra attività sono le passeggiate a piedi o in bici lungo il lago; da San Giulio si possono raggiungere vari borghi, come Pella paesino di pescatori, oppure prendere la nave che fa il giro del lago e che ad ogni ora parte dal porto e si ferma nelle varie località. C’è anche a pochi minuti di auto dal centro una piccola spiaggia attrezzata per l’abbronzatura e i bagni, ma io il sole l’ ho preso sdraiata lungo uno degli svariati pontili che si allungano nell’acqua, sotto un venticello piacevole e con il rumore dello sciabordio delle onde.
La sera è il regno dei gourmet, non a caso qui è sita Villa Crespi il famoso ristorante di Antonino Canavacciuolo che ha ristrutturato un palazzetto ottocentesco in stile eclettico e ne ha fatto il suo locale stellato.
In paese c’è anche la Bottega di Antonino che vende specialità come il babà al mojito o la più tradizionale colomba pasquale.
Dove mangiare
Io non consiglio i ristoranti sulla via principale con prezzi eccessivi e tarati su un target straniero, ma 2 locali dove si mangia bene a prezzi normali: una è l’osteria Al Boeuc in un a parallela della via principale ( via Bersani) inserita nel contesto di un vicolo medievale. Qui sono ottimi i taglieri di formaggi e salumi e le bruschette, oppure la pizzeria Il Pozzo con buone pizze dagli ingredienti genuini e una grande scelta di dolci locali.
Il Pane di San Giulio
E per ultimo non può mancare un assaggio del pane di San Giulio, venduto in tutte le gastronomie: una specie di panettone dolce con uvetta, fichi e noci, dalla forma rustica ,ma dal sapore ottimo.
Ultimo consiglio
Ultima cosa da fare: riposare, lasciarsi cullare dallo sciabordio dolce delle onde e dall’ottima cucina, camminare lentamente sulle sponde come fanno i placidi germani, curiosare nei vari negozietti, osservare i dettagli architettonici presenti in ogni casa, ascoltare un musicista di strada o la musica degli organi nei tanti edifici religiosi, lasciarsi andare alla mollezza.
L’ho scritto subito: l’aria di lago è dolce e porta a svuotare la testa.
Nata a Reggio Emilia, città un cui vivo e lavoro. Giro qua e là perché sono curiosa o perché mi annoio. Quando non lavoro, viaggio o mi annoio, sto con i miei 5 cani e una gatta nera.