Gibilterra, centro storico, cosa vedere, dove andare, cosa fare, visita e itinerario in questo territorio britannico d’oltremare…
Lasciato l’hotel El puerto di Santa Maria, vicino a Cadice, con una comoda autostrada gratuita, abbiamo raggiunto Gibilterra, a circa 130 km a sud. Il parco Naturale de los Alcornocales, ricco di alberi da sughero ci ha tenuto compagnia per buona parte del viaggio, ammirando anche il suggestivo embalse de Barbate, un lago artificiale.
Sbucati sulla costa e scendendo dalle montagne abbiamo distinto subito la rocca di Gibilterra, che si stagliava sull’orizzonte con tutta la sua imponenza.
ARRIVO A GIBILTERRA
La sua altezza, di 426 metri, spiccava sulla pianura circostante ed è comprensibile perchè in passato fosse considerata una delle due colonne d’Ercole, che separavano il mondo conosciuto da quello ignoto.

Gibilterra è un territorio britannico, concetto ribadito anche dagli abitanti quando espressero la loro volontà di rimanere sotto la Gran Bretagna con il referendum del 1969.
La sua storia è molto lunga e travagliata, poichè è stata continuamente sotto attacco dai vari popoli ed eserciti che si sono succeduti. E’ sempre stata infatti un punto strategico per il controllo del Mediterraneo e dell’Oceano.
Il nome di Gibilterra deriva da Jebel Tariq, ossia “montagna di Tariq”, il primo governatore arabo giunto in Spagna nel 711, allo scopo di iniziare l’occupazione dei territori andalusi che si è protratta per secoli.
Abbiamo deciso di non entrare a Gibilterra con la macchina noleggiata, ma metterla nei comodi parcheggi custoditi a la Linea del la Conception, la località prima del confine.
Essendo territorio britannico, abbiamo fatto dogana mostrando la carta d’identità e attraversato a piedi la pista di atterraggio dell’aeroporto che costituisce il suo confine con la Spagna. Spesso accade di dover attendere il passaggio degli aerei in fase di decollo o atterraggio, prima di poter procedere.

CENTRO STORICO
Proseguendo lungo la strada centrale si arriva al Landport Tunnel, un tempo l’entrata via terra della città fortificata. Quando si sbuca sull’altro lato, all’improvviso si lascia alle spalle il rumore e il traffico della città moderna e ci si trova catapultati in un’atmosfera pienamente british.

Stradine strette, con negozi tipici inglesi ma anche molti duty free shops di elettronica e cosmetica caratterizzano questa parte di Gibilterra. Particolari sono le cabine rosse, un vero must da fotografare per fingere di trovarsi a Londra…

La grande piazza di Casemate Square, oggi piena di locali, ristoranti e pub, un tempo era la piazza d’armi della fortezza. In tempi ancor più remoti, è stato il luogo dove si sono insediati gli arabi che approdarono nella baia adiacente, oggi trasformata in un marina per barche e yatcht lussuosi.

La via centrale si chiama Main street, praticamente la zona dello shopping dove si trovano molti uffici cambio per avere le sterline di Gibilterra, che non solo le stesse di quelle inglesi, sebbene il valore sia lo stesso.
STERLINA DI GIBILTERRA
E’ da notare che gli Inglesi possono usare la loro sterlina ma non utilizzare in Inghilterra quella di Gibilterra.
Nel nostro caso abbiamo preferito l’uso delle carte di credito. Al momento del pagamento però ci chiedevano se preferissimo il prezzo in euro o in sterline….ci siamo fidati dicendo sterline, ma non sono sicura che sia stata la cosa giusta…

Giunti alla fine della Main Street, abbiamo oltrepassato uno dei tre Southport Gate. Si tratta di archi nelle mura difensive di Charles V Wall. Queste fortificazioni furono costruite per resistere agli attacchi dei pirati, fra cui il famoso Barbarossa.
TRAFALGAR CEMETERY
Appena oltrepassato l’arco, ci siamo fermati a visitare il Trafalgar Cemetery. La battaglia di Trafalgar si è combattuta vicino a Capo Trafalgar a sud di Cadice e a largo della costa de la Luz.

Le flotte che si sono scontrate per il controllo dei mari, furono quella inglese, guidata da Horacio Nelson e quella franco-spagnola allo scopo di avere il predominio sui mari, ma fu anche il tentativo di Napoleone di occupare l’Inghilterra.
La guerra alla fine fu vinta dagli inglesi sebbene l’ammiraglio Nelson ne rimase ucciso, diventando tuttavia un eroe nazionale.
Nel Trafalgar Cemetery, a parte due marinai inglesi di quella battaglia, sono sepolti militari di altre guerre e gente morta per epidemie che imperversavano allora.
Il cimitero, ben tenuto e curato, presenta le lapidi disposte su diversi piani e un sentierino suggestivo lo attraversa.
ALAMEDA BOTANICAL GARDENS
Con una piccola salita siamo arrivati agli Alameda botanical gardens vicino al piazzale della funivia che conduce alla Rocca.

Un grande cancello e una fontana moresca con piastrelle e l’acqua di un blu profondo costituiscono l’entrata del parco. Proseguendo si salgono degli scalini fino a un piazzale dal quale si dipartono i vari sentieri.

Il primo impianto di questi giardini botanici avvenne agli inizi del 1800, quando si rese necessario avere un’area verde dove potessero svagarsi le truppe e gli abitanti della colonia.
Il luogo usato in origine per scopi militari, come orto e cimitero, si trasformò nel bel giardino che possiamo vedere ancora oggi grazie a un giardiniere italiano.

Fra le varie attrazioni che meritano la visita ci sono un ponte in ferro che sovrasta il Dell, un giardino disposto su vari piani con fontane e stagni.
Passeggiate che conducono ai vari punti di osservazione permettono di ammirare piante esotiche arrivate qui ancor prima della realizzazione del giardino vero e proprio.

Tra le specie di oltre 200 anni ci sono una dracena, un pino cembro e un olivo selvatico. Le piante del parco sono state importate da tutto il mondo e lo rendono un luogo rilassante con viste sulla città, la funivia e la rocca che lo sovrasta.
Continua il viaggio di familytripsontheroad.it con: la Rocca di Gibilterra
Mi chiamo Sonia e vivo a Marano Lagunare un piccolo paese di pescatori.
Sono appassionata di viaggi che amo organizzare da sola.
Viaggio con mio marito e i miei due bambini di 11 e 13 anni. Siamo stati un po’ ovunque, sia in Italia, che in Europa e resto del mondo.
Da un anno ho un blog di viaggi familytripsontheroad.it dove racconto le nostre esperienze per condividerle e dare delle idee a chi è un vagabondo come me.
I nostri viaggi sono on the road, nel senso che ogni destinazione la giriamo con macchine a noleggio o con il nostro camper. Ci piace immergerci nel posti posti dove andiamo e avere contatti con le persone locali oltre a sperimentare nuove cucine e conoscere altre culture e tradizioni.