Escursione sulle Dolomiti – I laghi di Resia, Carezza, Braies e le Cime di Lavaredo

Camminare nelle Dolomiti è un po’ come coccolarsi. Sì, perché camminare a passo lento tra le sue strade, i suoi sentieri e vari percorsi ai piedi delle grandi montagne, non soltanto è piacevole, ma ti fa stare bene così come fa stare bene fare trekking. Un giro in questa parte d’Italia davvero può rigenerarti.

La leggenda dell’alpinismo Reinhold Messner, non ha dubbi nel definirle “le montagne più belle del mondo” tanto da ribadirlo esplicitamente esponendo queste parole tra i vari aforismi sulla montagna sulle pareti del suo futuristico museo a Plan di Corones.

Questi paesaggi evocativi aiutano moltissimo anche a riflettere, viene naturale, così come nutrire il proprio spirito. Un giro sulle grandi montagne può sempre assumere un significato di natura spirituale ma di certo non lascia indifferenti emotivamente parlando.

LAGO DI RESIA

Personalmente, ho un po’ improvvisato il giro ma la prima tappa è stato il lago di Resia in Val Venosta a 1498 m sul livello del mare al confine con la Svizzera. Uno scenario del tutto suggestivo che stuzzicava la mia curiosità. Questo perché questo lago è noto come lago del campanile in virtù del fatto che dalle sue acque spunta il campanile di quello che resta di Curon Venosta completamente sommersa e di gran parte della vecchia Resia sommersi dopo la necessità di abbattere la vecchia diga del 1947-1949 che unificava due laghi: lago di Curon e lago di Resia.

Il lago è largo 1 km e lungo 6,6 km. Anche qui vi è una leggenda (cosa naturalmente molto comune in montagna), in questo caso narra che in alcuni giorni è possibile sentire le campane.

Lago di Resia
Lago di Resia – Foto: Manuel Giannantonio
Lago di Resia
Lago di Resia – Foto; Manuel Giannantonio

LAGO DI CAREZZA

Il lago di Carezza (noto anche come lago arcobaleno), nelle Dolomiti occidentali, mi ha letteralmente affascinato catturando istantaneamente tutta la mia attenzione. E non poteva essere altrimenti. Il lago dai suoi magnifici colori lucenti (tipici dei laghi di queste quote), assume una bellezza straordinaria trovandosi sotto il bosco del Latemar che a sua volta è avvolto dalle Dolomiti alle spalle. Uno scenario di una bellezza selvaggia totalmente naturale e straordinariamente impattante.

Il percorso per giungere da questi parti è del tutto piacevole, un sentiero immerso nel bosco, dove si percorre peraltro un ponte tibetano prima di arrivare che è un autentico piacere. Questo lago fiabesco è sito a 1502 m di altitudine. Una leggenda narra che un tempo fosse abitato da una ninfa.

Il lago di Carezza
Lago di Carezza Foto Manuel Giannantonio
Il lago di Carezza
Lago di Carezza – Foto: Manuel Giannantonio

LE CIME DI LAVAREDO

Il luogo più selvaggio che rappresenta l’espressione della forza della natura in questo giro, sono state per me le Cime di Lavaredo, un autentico spettacolo che è a tutti gli effetti, il simbolo universale delle Dolomiti.

Si trovano nel paese di Auronzo di Cadore, non lontano dal lago di Misurina quindi nel Veneto e per arrivarci conviene sicuramente recarsi sul posto presto poiché gli accessi sono limitati e il costo del parcheggio è di 30 euro per la giornata. Qualora doveste trovare il pienone, potete attendere che qualcuno vada via se siete fortunati. Si può arrivare tranquillamente in auto o altrimenti attraverso gli appositi bus.

Una scelta che può essere in parte contestata poiché le Cime sono patrimonio Mondiale dell’Unesco ed è un luogo di natura selvaggia ma resta comunque necessario regolarizzare il flusso delle persone che è molto consistente.

Le Cime richiamano persone da ogni parte del mondo, nel rifugio Lavaredo dove ho pranzato sulla via del ritorno, ho visto e sentito personalmente un ragazzo giapponese parlare con una ragazza australiana ed entrambi erano venuti in trentino proprio per vedere questo quadro naturale.

LE CIME DI LAVAREDO
Le cime di Lavaredo Foto: Manuel GIannantonio
LE CIME DI LAVAREDO
Le cime di Lavaredo Foto: Manuel GIannantonio

L’escursione sul sentiero 104

La vera escursione inizia dopo il rifugio Lavaredo (dove potete mangiare, consigliatissimi i Canederli e lo scontato ma buonissimo Strudel). Il sentiero 104, percorribile da tutti senza grandi difficoltà, offre un panorama eccezionale sulle tre cime maestose ed imponenti ed è naturalmente consigliatissimo.

Personalmente ho proseguito fino al Rifugio Locatelli da dove la vista è del tutto spettacolare. Resta difficile quantificare le emozioni che questo posto ti regala. Un misto di soddisfazione, adrenalina per i suoi percorsi e molto altro.

Avrei voluto proseguire ma purtroppo il tempo non è stato dalla mia parte (almeno fino a quel momento, ecco perché mi ritengo comunque del tutto soddisfatto). Il classico percorso ad anello non ho potuto percorrerlo perché all’improvviso una nuvola immensa ha avvolto le pareti di roccia delle Cime facendole sparire nel bianco presto diventato grigio. Il tempo in montagna cambia rapidamente si sa e nel giro di un minuto da un bellissimo sole si è passati a una tempesta di fulmini e grandine che ha avvolto nel buio tutto il rifugio Locatelli e tutto il panorama circostante, non si vedeva oltre il palmo del naso. Tutto era letteralmente grigio. Delle maestose Cime non vi era più traccia. Sapevo che erano lì ma al momento non avevo altre certezze se non quella di essere al sicuro al rifugio. La fortuna ha voluto che mi trovassi lì e che non sono stato colto di sorpresa nel mezzo del cammino.

Dopo un paio di ore il cielo si è aperto presentando così l’occasione per tornare indietro al parcheggio. Dopo un’ora e mezza di cammino sotto l’acqua a passo decisamente sostenuto, sono arrivato comunque contento dell’esperienza seppur completamente bagnato. Non ho mai visto in vita mia fulmini così da vicino. Prima che le Cime sparissero nella nuvola grigia infatti, ho assistito a una tempesta di fulmini da togliere il fiato e da stordimento per l’intensità dei boati uditi a pochi passi. Un posto in prima fila di fronte alla potenza di madre natura.

LE CIME DI LAVAREDO
Tre Cime di Lavaredo Foto: Manuel Giannantonio

Questo è un giro che può certamente arricchire moltissimo e i posti per fare scatti memorabili sono praticamente ovunque a 360°. Non occorrono chissà quali competenze, tutti possono godere di questa bellezza. Esistono molte montagne nel mondo ma il fascino delle tre Cime è imbattibile.

Abbigliamento consigliato

L’abbigliamento consigliato è quello classico da montagna, scarpe da trekking essenziali, soprattutto K-way per l’imprevedibilità del tempo ma anche occhiali da sole e protezione solare. D’estate con il cielo libero da nuvole, rischiate letteralmente di scottarvi. Un giro nelle Dolomiti non può definirsi tale se non venite a godere di questo spettacolo.

Il MOUNTAIN MESSNER MUSEUM

Tra le cose che avevo intenzione di vedere c’erano alcuni dei musei dell’alpinista (oggi più montanaro per sua definizione), Reinhold Messner, luoghi in cui incontrare la montagna, gente di montagna e noi stessi. Il complesso museale è strutturato da varie sedi: Castel Firmiano, Juval (dove vive lo stesso Messner), Plan di Corones, Dolomiti, Ortles e Ripa. Il giro tra i vari musei è stato appositamente concepito per offrire la possibilità di godere dei meravigliosi e tipici paesaggi del Sud Tirolo.

Il MOUNTAIN MESSNER MUSEUM
Messner museum Castel Firmiano – Foto: Manuel Giannantonio
Il MOUNTAIN MESSNER MUSEUM
Messner museum Castel Firmiano – Foto: Manuel Giannantonio
Il MOUNTAIN MESSNER MUSEUM
Messner museum Castel Firmiano – Foto: Manuel Giannantonio

Personalmente ho visitato il primo, Firmian (Castel Firmiano), un vecchio castello adibito appunto a museo, dove ho assistito all’incontro con lo stesso Reinhold attraverso l’evento “Dialoghi intorno al fuoco”. Un evento suggestivo in cui si ha la possibilità di interagire con lui ponendogli domande alle quali vi risponderà con piacere.

La futuristica sede di Corones invece è straordinariamente impattante e si fonde a meraviglia con il paesaggio circostante. Naturalmente, sono appassionato di storie di alpinismo e per me una tappa qui era obbligatoria ma insisto nel confermare per la bellezza dei luoghi, che tutti dovrebbero farci un giro, in special modo nella sede di Corones dove Zaha Hadid famosa per la sua architettura in forma libera fondata su misure digitali, ha progettato la struttura.

Plan de Corones (2275 m) è al margine del più spettacolare altopiano panoramico dell’Alto Adige. La vista sulle Alpi è mozzafiato: si può spaziare in tutte e quattro le direzioni cardinali, anche oltre i confini provinciali. Dalle Dolomiti di Lienza est fino a Ortles a ovest dalla Marmolada a sud fino alle Alpi della Zillertal a nord. Il posto ideale per celebrare l’alpinismo e suoi audaci interpreti.

Il MOUNTAIN MESSNER MUSEUM
Il Messner museum di Corones – Foto: Manuel Giannantonio
Il MOUNTAIN MESSNER MUSEUM
Il Messner museum di Corones – Foto: Manuel Giannantonio

IL LAGO DI BRAIES

Questo posto assume davvero i connotati di una fiaba anche se personalmente devo ammettere che è stato vittima di Instagram in special modo ma dei social in generale e di una nota serie TV ambientata proprio a Braies, subendo un’inflazione che ha generato un incredibile afflusso di turisti. Va detto che è sicuramente lecito data la bellezza del posto ma fino a qualche anno fa, come confermato da alcuni abitanti locali, la situazione era diversa.

Arrivando all’ultimo dei quattro parcheggi previsti (il primo a 5,5 km di distanza da percorrere a piedi o con l’apposita navetta) si evita di incorrere in code fastidiose. I parcheggi sono quattro infatti da P1 a P4 e la prenotazione è obbligatoria, altrimenti ai controlli, non vi faranno passare, almeno in piena stagione.

A 1496 m sul livello del mare troverete una vista davvero bellissima. Le acque color smeraldo navigate dalle piccole imbarcazioni messe a disposizione per fare il giro, conferiscono al lago nel suo insieme un fascino del tutto unico. Lungo 1,2 km e largo 400m, oggi è uno degli angoli più rappresentativi della regione e uno dei più suggestivi dell’Alto Adige.

Il lago di Braies
Il lago di Braies – Foto: Manuel Giannantonio
Il lago di Braies
Il lago di Braies – Foto: Manuel Giannantonio

IN CONCLUSIONE

Esplorare questa parte del Bel Paese è una sensazione davvero bellissima perché qui, la vera e unica incontrastata protagonista è la natura. Le Dolomiti con le sue perle, i suoi colori, i suoi profumi e i suoi sentieri attendono ogni tipo di visitatore. Personalmente, sono estremamente convinto che un viaggio da queste parti, che naturalmente raccomando, non lascerà nessun visitatore indifferente. Qui, il rapporto uomo natura è totale, soprattutto nei luoghi più incontaminati. Pertanto, se avete già pronte le scarpe da trekking e lo zaino, non perdete tempo e venite in queste straordinarie terre. Soprattutto perché “le Dolomiti sono le montagne più belle del mondo”.

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