Faide Letterarie: Scrittori Famosi Che Non Si Sopportavano

Le rivalità tra scrittori non è solo una cosa da gossip da salotto. Sono battaglie d’orgoglio che spesso esplodono tra penne affilate e cuori pieni di inchiostro. Dietro i capolavori che riempiono le librerie c’è un mondo fatto anche di invidie vecchie quanto la carta stampata. Certe antipatie nascono tra le righe di un romanzo e si fanno sentire durante interviste pungenti o lettere acide spedite ai giornali. Alcune diventano leggenda proprio perché danno voce a due visioni opposte di letteratura che non riescono a convivere nello stesso spazio.

Immagina Hemingway e Fitzgerald che si affrontano in un bar di Parigi, tra un bicchiere di assenzio e una battuta tagliente, come due avventurieri in cerca non di tesori, ma di gloria letteraria. O Virginia Woolf e James Joyce, navigatori di mondi interiori, che si scrutano da sponde opposte dell’oceano della prosa, ognuno convinto di aver trovato la rotta migliore.

Pensare che il talento basti a tenere tutto sereno sarebbe come credere che due gatti possano vivere in pace in una scatola piccola. Quando le personalità sono forti e la fama inizia a pesare succede spesso che scatti la scintilla. E da lì in poi diventa difficile spegnere il fuoco.

Penne Contro: Le Rivalità Più Note

Ernest Hemingway e F. Scott Fitzgerald si stimavano solo quando erano sobri. Peccato che fosse raro. Hemingway considerava Fitzgerald troppo fragile mentre Fitzgerald vedeva in Hemingway un egocentrico scontroso. I loro rapporti erano un’altalena di ammirazione e disprezzo. E anche se entrambi hanno lasciato pagine memorabili il loro legame era tutto tranne che stabile.

Non meno esplosiva fu la tensione tra Virginia Woolf e James Joyce. Woolf definì “Ulisse” un’opera da scolari che si prendono troppo sul serio. Joyce dal canto suo non si prese nemmeno la briga di rispondere. In questo silenzio pieno di disprezzo si può leggere la distanza tra due mondi che condividevano lo stesso tempo ma non la stessa visione.

E poi c’è la faida tra Norman Mailer e Gore Vidal due scrittori americani che si insultarono davanti a una telecamera con una teatralità degna di Broadway. Mailer arrivò persino a colpire Vidal prima di una trasmissione televisiva. Vidal replicò freddamente con uno dei suoi migliori colpi: “Parole a corto di pugni Norman?” L’inchiostro in certi casi brucia più delle fiamme.

Tre Scontri Memorabili

Ogni rivalità ha i suoi picchi e le sue piccolezze ma alcune restano impresse per la loro intensità. Tre casi emblematici mostrano quanto la letteratura possa essere un’arena:

Charles Dickens vs. William Thackeray

Due giganti del romanzo vittoriano ma ben poco amici. Dickens accusava Thackeray di essere lento e noioso. Thackeray rispondeva con sarcasmo accusando Dickens di drammatizzare troppo i sentimenti. I lettori leggevano entrambi ma tra i due non correva buon sangue. Il loro dissenso era più un gioco di specchi che di parole ma il risentimento rimase vivo fino alla morte di Dickens.

Mark Twain vs. Jane Austen

Un caso curioso perché Twain non conobbe mai Austen ma nutriva per lei un’avversione viscerale. Diceva che ogni volta che apriva “Orgoglio e pregiudizio” voleva prendere a badilate qualcuno. Il suo disprezzo era tanto teatrale da diventare quasi comico. Austen non poteva replicare ma le sue opere hanno resistito a ogni attacco con la grazia che la contraddistingue.

Truman Capote vs. Gore Vidal

Due stelle brillanti con lo stesso bisogno di attenzione. Capote accusava Vidal di plagio mentre Vidal definiva Capote un pettegolo da salotto. Si detestavano a vicenda con la precisione di due orologiai svizzeri. Le loro punzecchiature pubbliche erano frequenti e feroci. Il loro scontro era uno spettacolo che superava perfino la qualità dei loro scritti.

Non sono solo curiosità da appendice. Queste tensioni raccontano un mondo fatto di fragilità intellettuali e orgoglio in equilibrio su un filo sottile. Un universo dove l’ammirazione può trasformarsi in rancore al primo sguardo storto.

Quando la Lettura Diventa un Campo di Battaglia

Ogni volta che un lettore apre un romanzo apre anche un mondo fatto di relazioni taciute. Ci sono opere che sembrano urlare un “contro” più che un “per”. La letteratura è un confronto continuo tra stili idee e modi di raccontare. In certi casi la rivalità è il motore segreto di grandi romanzi. Senza la sfida con i contemporanei molti scrittori non avrebbero osato tanto. Le faide aiutano a capire che la scrittura non nasce mai nel vuoto.

Oggi con la diffusione delle biblioteche elettroniche è possibile ricostruire questi scontri e riscoprirli nei dettagli. Le collezioni digitali sembrano più complete quando Zlibrary si unisce a Project Gutenberg e Anna’s Archive perché danno accesso non solo ai libri ma anche alle opere dimenticate le lettere i saggi e gli articoli dove si cela il vero volto degli autori.

Non sempre i libri parlano d’amore o d’avventura. A volte parlano anche di rabbia invidia e competizione. Ed è proprio questo lato umano a rendere la letteratura un gioco pericoloso ma affascinante.

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