Rodi, la più turistica delle isole greche e una delle più storiche in assoluto, ha saputo soprendermi come non mi sarei aspettato. Siamo già fuori stagione, è fine settembre, e abbiamo l’opportunità di vedere tutto quello che ci interessa senza la calca dei turisti che si riversano nell’isola a luglio e agosto. Storia, cultura, sport, spiaggia, mare, cucina tipica, percorsi per bambini, arte, vita notturna. Serve altro? La costa orientale è sicuramente la parte più interessante dell’isola, ed è da qui che vorrei iniziare.
Partiamo dal fondo, inteso come la punta estrema dell’isola: arriviamo a Capo Prassonissi dopo un’ora e mezza di macchina da Rodi città, circa 110 chilometri più a sud della capitale dell’isola. Il mare che costeggia la parte orientale dell’isola è di un blu cobalto intenso. Ci sono poche solo poche case, le spiagge sono libere e incontaminate. La strada principale lascia la costa e va verso il centro per poi inerpicarsi sulle montagne.
Un cartello sbiadito indica “Prasonisis”, la nostra meta. Non mi aspetto chissà che da questo luogo che sembra essere una striscia di terra attaccata ad un’isola. Quando inizia la discesa finale vedo delle macchine parcheggiate a destra e accosto anch’io. La visuale parziale che mi si presenta è quella di un pezzo di mare e di una spiaggia, ma bastano pochi passi a sinistra per trovare una bellissima sorpresa: una lingua di terra che si collega a un’isola popolata da windsurf e kitesurf colorati che si librano nell’aria e sfrecciano a tutta velocità nell’acqua.
Il vento nella zona è costante e forte: in inverno, la lingua di sabbia che collega l’isola di Rodi a quella di Prassonissi sparisce e il Mare di Karpathos e il Mare Mediterraneo si collegano tra loro. In estate invece la lingua riemerge e ricollega le isole.
Ci sono poche strutture, un bar con terrazza ed una immensa spiaggia adibita a parcheggio per le auto che arrivano da tutta l’isola. Andiamo fino al mare per godere dello spettacolo colorato, incuranti della sabbia che ci sbatte sulle gambe come degli aghi. Ci fermiamo un’ora ad ammirare le evoluzioni marine di questi acrobati dell’aria, poi ripartiamo alla volta di Lahanìa, dove sappiamo si trova la Taverna Platanos, una tipica taverna greca in cui bere e mangiare qualcosa.
La costa orientale dell’isola ospita anche la città che in passato godeva di più splendore di Rodi stessa, la città bianca, Lindo. Si è prossimi ad arrivare quando da lontano, a qualche chilometro di distanza, si vede un enorme blocco cubico a picco sul mare: è l’Agorà. Poco prima di arrivare a destinazione, c’è uno spiazzo a sinistra dove potete notare delle auto costantemente parcheggiate che scattono foto dell’Agora e dell’antica Lindos, oggi un affascinante sito archeologico che include anche un’acropoli.
Lindo è famosa anche per il suo trasporto sugli asini. Per cinque euro un ragazzo vi condurrà sul dorso di un asinello, fino all’Agorà. In alternativa c’è una strada che conduce in cima ma che, dicono, è molto faticosa, soprattutto sotto il sole. Il servizio è attivo dalle 8.30 alle 18. Noi arriviamo cinque minuti dopo la chiusura. Il ragazzo, gentilissimo, visto che sta andando verso casa ci offre di farci fare un giro fino alla sua stalla a nostra figlia che si era messa a piangere. Arriviamo fino a vedere l’Agorà da sotto, poi il ragazzo ci saluta.
È ormai sera, siamo più che affamati e cerchiamo tra le tante taverne una che possa avere un giardino sulla terrazza. A pochi passi dalla piazza principale dove si trovano gli asini, c’è la Taverana Hermes, dove con quaranta euro mangiamo un primo a testa con un’insalata greca e pane pita, bevande incluse. Rapporto qualità più quantità contro prezzo decisamente ottimo visto che non riusciamo a finire il tutto.
Ripartiamo verso le dieci di sera. Se tutta l’isola è così, ci sarà da divertirsi…
Sono Veneto e sono cresciuto in quel di Caorle, un perla che si affaccia sull’Adriatico. Amo viaggiare con i miei inseparabili compagni di viaggio: la mia compagna e i nostri due figli. Mi organizzo e vivo i miei viaggi per poi raccontarli. Tornare a casa mi rende triste, ma per buttare via la tristezza mi preparo subito per organizzare il prossimo viaggio verso una nuova destinazione.