Alle 6.30 passa la navetta che, in circa mezz’ora, ci porta al punto d’imbarco per Koh Tao.
Alle 8 parte il traghetto che, in 2 ore e mezza, raggiunge il porto di Koh Tao. Dal momento che qui non siamo riusciti a prenotare nulla poiché su internet tutti i siti ci indicavano che era tutto pieno, appena scesi dal traghetto cerchiamo un taxi che ci porti in un hotel che ci era stato suggerito da 2 ragazzi conosciuti il giorno precedente.
Alla reception del Island Diving ci dicono di avere un ultimo bungalow libero e io vado a vederlo mentre Gabri aspetta con il taxista. Appena entro vedo i materassi, non ancora ricoperti dalle lenzuola, completamente neri e macchiati. Stessa cosa vale per una vecchia sedia foderata buttata in un angolo. Insomma le condizioni igieniche sono pessime, ma io temo di non trovare altre stanze libere per cui decido di fermarla ugualmente per 13€ a notte.
La nostra fortuna è che, il personale, troppo affaccendato, ci consegna le chiavi ma non ci registra per il check in. Ci viene quindi l’idea di mollare i bagagli in camera e di provare subito ad andare alla ricerca di un’altra stanza. Dopo aver girato un po’ lungo la strada che costeggia Saireè beach, dopo qualche risposta negativa sulla disponibilità di stanze, troviamo un bellissimo bungalow nella struttura “In Touch”. Siamo fortunati perché è l’ultimo bungalow disponibile. Qui il prezzo è circa il doppio (24€ a notte) ma ne vale la pena sia per la posizione (direttamente sulla spiaggia di Saireè) sia per l’ottima pulizia della stanza. Inoltre io mi innamoro del grandissimo bagno ricavato tutt’intorno al bungalow, in muratura, ma con piccole apertura sull’esterno che hanno permesso agli alberi di insinuarsi all’interno e la copertura con una semplice tettoia trasparente che danno, nell’insieme, quasi la sensazione di fare la doccia all’aperto!
Dal momento che a Koh Samui, nonostante le protezioni alte, ci siamo un po’ bruciacchiati, optiamo per un giro per il paese che si estende per tutta la spiaggia di Saireè. La via principale è una stradina di mattoni che percorre tutto il lungo mare. L’unico difetto di questa via, ricca di negozi e locali, è che permette l’accesso agli scooter che, a volte, sfrecciano a velocità inaudite. Koh Tao ha comunque un’anima più “selvaggia” di Koh Samui, se non altro perché non ancora invasa da grandi e lussuose strutture alberghiere ma piuttosto da Resort più spartani.
Camminiamo a lungo fino a spingerci a Mae Beach, spiaggia di attracco dei traghetti. Non consiglierei questa spiaggia perché più piccola di Saireè e perché l’acqua è meno limpida. Koh Tao è famosa per gli ottimi prezzi praticati per il rilascio del brevetto da sub. Dopo cena inizia a piovere.
Oggi escursione di snorkeling intorno all’isola (13€ a testa). Il tempo sembra spalleggiarci. Alle 8.30 arriva il pick-up che ci preleva e ci porta a Mae Haad Pier, dove ci forniscono le maschere per lo snorkeling e ci fanno salire su un grosso barcone insieme ad un’altra trentina di persone. Per chi avesse voglia di spendere un po’ di più, consiglio di concordare la stessa gita con un taxi boat così da riuscire a fare snorkeling con meno affollamento.
- La nostra prima tappa è la Shark Bay dove noi non siamo tra i fortunati che riescono ad avvistare degli squali.
- La seconda tappa è la Aow Leuk Bay dove ammiriamo dei bellissimi coralli ma, allo stesso tempo, scarseggiano i pesci. A mio parere la più bella è la terza sosta, quella alla Hin Wong Bay dove la barriera corallina si manifesta in tutta la sua varietà di colori e forme.
- L’ultima tappa di snorkeling è la Mango Bay. Qui scegliamo di non immergerci poiché poco prima ci hanno servito il pranzo sulla barca che ci ha appesantito molto.
L’escursione termina sull’isola di Nang Yuang, un posto davvero stupendo con un mare cristallino. Unico neo la quantità enorme di turisti che la affollano. Nan Yuang è una lingua di sabbia bianca stretta tra due promontori. Salendo su uno dei due promontori è possibile raggiungere un punto panoramico che regala una vista splendida. L’unica cosa che consiglio è di evitare la salita a piedi scalzi, come invece abbiamo incautamente scelto di fare noi!
Rientriamo a Koh Tao alle 16. Ci incontriamo con Lele e Lelli per la cena per poi correre di corsa in camera alle 22 a causa di un diluvio.
Alle 9.30 passa il pick-up per il porto. La partenza per Koh Phangan è prevista per le 10. Per questo spostamento abbiamo scelto la compagnia Seatran i cui traghetti sono più simili a navi per il trasporto di profughi. Partiamo con mezz’ora di ritardo tutti ammassati. In 2 ore raggiungiamo Koh Phangan. Appena sbarcati ci fermano per chiederci in quale spiaggia risieda il nostro resort in modo da indicarci il taxi collettivo sul quale salire.
Per questi ultimi 6 giorni abbiamo scelto l’Asia Bungalow sulla spiaggia Haad Salad, ottimo suggerimento trovato su un forum. Haad Salad è una spiaggia nella parte nord-ovest dell’isola. In poco più di mezz’ora di viaggio colmiamo la distanza tra il porto e il nostro resort. Appena arrivati non troviamo nessuno alla reception se non due inservienti che non parlano nemmeno l’inglese. Dopo una ventina di minuti si palesa una donna alla quale mostro la ricevuta della nostra prenotazione fatta su sawadee.com. La signora ci dice che a lei non risulta nessuna prenotazione ma, vedendo che abbiamo anche versato un acconto, si vede comunque costretta a sistemarci in uno dei 10 bungalow della struttura.
Il posto è bellissimo: i 10 bungalow sono tutti raccolti di fronte alla spiaggia mentre dietro si snoda un curatissimo palmeto. I bungalow sono grandi e, soprattutto, ineccepibilmente puliti. La spesa è però decisamente diversa da quella relativa agli altri posti dove abbiamo pernottato: qui paghiamo 35€ a notte.
Appena mi affaccio sulla spiaggia noto che, nonostante la giornata molto nuvolosa, i colori dell’acqua sono bellissimi. Salad è una spiaggia non molto lunga ma graziosa, sulla quale si affacciano diverse strutture alberghiere e ristoranti. Dopo aver passato il pomeriggio a prendere quei rari raggi di sole che ogni tanto spuntavano dietro le nuvole, ci spostiamo alle spalle della spiaggia per vedere se c’è un centro abitato.
Purtroppo scopriamo che qui non c’è praticamente nulla, o meglio, c’è solo lo stretto necessario: bancomat, agenzia di viaggi, piccolo negozio di alimentari e piccolo negozio di souvenir. Nulla che servirà ad impegnare le nostre serate!
A breve l’ultima parte del diario di viaggio in Thailandia.
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.