Lasciamo la tranquillità di Battambang in Cambogia per la molto più turistica Siem Reap. Dalla periferia entrando in città, si capisce subito che da queste parti non vengono solo backpackers o viaggiatori squattrinati: non mancano hotels e resorts a 5 stelle, con centro benessere e tutto il necessario per una perfetta vacanza all inclusive.
Per fortuna esistono anche alloggi economici, dove con 5$ si trova una stanza con Tv, internet wi-fi, pulita e discretamente spaziosa.
Nella zona centrale della città sono numerosi i negozi di souvenir, ristoranti e bars: purtroppo, come in quasi tutte le zone turistiche del sud est asiatico, non mancano bambini che chiedono l’elemosina o semplicemente cercano di vendere souvenir o libri in lingua inglese, rigorosamente fotocopiati, a turisti che ogni giorno affollano queste strade.
Esistono due teorie su come trattare i bambini che chiedono l’elemosina:
- Ignorarli, in modo che i genitori, non avendo entrate economiche, si scoraggino una volta per tutte a mandarli sulla strada
- Dare, anziché denaro, del cibo, come un pezzo di pane per esempio: in questo modo avranno almeno qualcosa da mettere sotto i denti, anziché denaro che potrebbe venire speso per futili motivi.
Tutto sommato a Seam Reap si sta bene, c’è un’atmosfera piacevole, rilassata, sopratutto di giorno, quando la maggior parte dei turisti si trova al complesso di Angkor Wat: non possiamo non provare l’ottima cucina Khmer in uno dei numerosi ristoranti del centro.
Uno dei nostri piatti favoriti è sicuramente Amok Trey, pesce in latte di cocco avvolto in foglie di banana e cucinato al vapore: una prelibatezza al costo di pochi dollari. Ma anche altri piatti, come il ka tieu, maiale servito in brodo con noodles e verdure o il Mee Kola, noodles in brodo di verdure.
Il giorno stesso del nostro arrivo in città, iniziamo subito ad organizzare la visita al complesso archeologico di Angkor: le opzioni sono diverse così come i costi (informazioni utili a riguardo nella terza e ultima parte di questa serie).
Angkor Wat (“Città del Tempio”) è un complesso enorme nelle vicinanza di Siem Reap, a circa 200 chilometri dalla capitale di Phnom Penh: realizzato nel 12 ° secolo dal re del prosperoso impero Khmer, Angkor Wat è stato costruito come un tempio reale dedicato ad una divinità indù.
Questo immenso sito archeologico è l’esempio meglio conservato di architettura khmer in Cambogia ed è talmente unico che in molti lo collocano tra le sette meraviglie del mondo. Appare perfino sulla bandiera nazionale cambogiana.
Oltre ai molti turisti, numerosi monaci buddisti fanno visita ogni giorno ad Angkor: le loro vesti, arancioni, fanno da contrasto vivace con il grigio della roccia di cui sono formati questi templi.
Decidiamo di visitare il complesso in bicicletta, un mezzo di trasporto sì faticoso, ma anche economico e “pulito”: in questo modo non dovremo dipendere da un’autista che ci vincolerebbe in termini di tempo e orari.
Noleggiamo una bicicletta a testa per 2$ al giorno, un affare: certo, non si tratta di una MTB ma di semplici bici monomarcia, vecchiotte.
Il giorno successivo, alle 5 di mattina, partiamo in sella alle nostre bici alla volta di Angkor Wat, distante poco più di 30 minuti dal nostro alloggio: arriviamo giusto in tempo per assistere al sorgere del sole, che lentamente sbuca da dietro il tempio principale del complesso. Uno spettacolo unico, magico.
Inizia in questo modo la nostra avventura ed esperienza ad Angkor: per tutto il giorno ci sposteremo da un tempio all’altro, attraverso rovine, vicoli ciechi, portoni, cunicoli. Sembra di trovarsi sul set di un film cinematografico (non per niente proprio qui hanno girato il film Tom Rider): cerchiamo di immaginarci la vita ai tempi dell’impero dei Khmer e della sua popolazione.
Per tre giorni facciamo avanti e indietro da Siem Reap, e ogni giorno è un’esperienza diversa: si scoprono nuove piazze, entrate, cunicoli. Si notano particolari persi nelle visite precedenti, angoli nascosti: ci soffermiamo spesso e volentieri in luoghi deserti, silenziosi, dove i turisti non sono ancora arrivati, chiudendo gli occhi, ascoltando i rumori della natura, nella pace totale.
Lasciamo Seam Reap con un po’ di nostalgia: ci lasciamo alle spalle luoghi magici, unici, sensazioni forti e contrastanti, bellissimi ricordi. Un giorno ci ritorneremo, un giorno non troppo lontano.
A breve, nella terza e ultima parte: informazioni utili e costi di Angkor Wat
Fondatore e autore di NonSoloTuristi.it e ThinkingNomads.com.
110 nazioni visitate in 5 continenti. Negli ultimi 6 anni in viaggio per il mondo con mia moglie Felicity e le nostre due bambine. Instagram @viaggiatori