Viaggiare è anche ritrovarsi in luoghi sperduti e solitari, immersi nella natura incontaminata, lontano dal traffico e dallo stress, anche quello turistico. È un modo di viaggiare che sembra essere passato di moda. Al giorno d’oggi sono in molti a ricercare in un viaggio tutti i comfort della propria casa: camera con televisore a schermo piatto e canali via cavo per non perdere le partite di calcio del fine settimana, centro benessere, cucina internazionale, negozi e boutique per le vie del centro…
Eppure c’è un’altro modo di viaggiare, più genuino, d’altri tempi: scegliere una destinazione dove i comfort di tutti i giorni non esistono, dove gli unici rumori sono quelli degli animali, dei ruscelli d’acqua o delle foglie degli alberi. Luoghi isolati, dove si trovano sì alloggi, ma non a 5 stelle, bensi più spartani, essenziali, eppure molto confortevoli.
Una di queste destinazione è il Parco Nazionale Gran Paradiso: il parco nazionale più antico d’Italia, sebbene sia anche tra i meno frequentati, forse perché più distante da raggiungere rispetto ad esempio alle Dolomiti. Ed è proprio qui che ci si può perdere per qualche giorno tra animali selvatici e natura incontaminata: a 2800 metri d’altezza, anche l’aria che si respira è pulita, una banalità forse, eppure cosa rara di questi tempi. Si parte da Ceresole Reale, in provincia di Torino, un piccolo paese di 169 abitanti a 1600 metri d’altezza, disposto sulla sponda orientale del lago omonimo.
Ceresole è una buona base di partenza per trascorrere qualche giorno ed esplorare il Parco del Gran Paradiso, oltre che per visitare il bel museo Museo Homo et Ibex che ha come tema centrale il rapporto tra l’uomo e lo stambecco nella storia e nell’arte fino ai giorni nostri. Strumenti multimediali e numerosi oggetti di utilizzo quotidiano dei primi abitanti della zona, oltre che a dipinti e raccolte di fotografie e riferimenti a miti e leggende nate attorno allo stambecco, fanno di questo museo un’attrazione da non perdere.
Da Ceresole si sale in auto (o con bus navetta) fino al Colle del Nivolet a 2500 metri d’altezza: ad aspettarvi una vista mozzafiato sulle montagne del parco e sui due laghi sottostanti, Agnel e Serrù, foto da cartolina garantite! Continuando per un paio di chilometri si trova il primo rifugio, Chiasso, e subito dopo il rifugio Savoia, entrambi con camere e servizio di mezza pensione. Una buona base per gli amanti del trekking, della mountain bike o dell’outdoor in generale, dal Colle del Nivolet partono diversi sentieri per escursionisti anche poco esperti.
Consigli utili
- Per un’esperienza ancora più profonda del parco e della natura affidatevi ad una guida del parco: naturalmenteinvacanza.it – non solo vi verranno spiegati i vari tipi di flora e fauna, ma funge anche come punto di riferimento per escursioni più impegnative.
- Dove dormire: Rifugi del Parco del Gran Paradiso.
Fondatore e autore di NonSoloTuristi.it e ThinkingNomads.com.
110 nazioni visitate in 5 continenti. Negli ultimi 6 anni in viaggio per il mondo con mia moglie Felicity e le nostre due bambine. Instagram @viaggiatori
Ma lo sapete quanti anni ha il parco? leggete qui…. http://newsfortravel.info/auguri-al-parco-del-gran-paradiso-per-i-suoi-90-anni/
Quale è la migliore base per le escursioni nel parco del Gran Paradiso? Grazie!