Lasciamo Jodhpur alla volta di Udaipur. Il paesaggio cambia gradualmente e la vegetazione si fa via via più rigogliosa.
Attraversiamo una zona montuosa i cui paesi sembrano cartoline degli anni ’50. Ci fermiamo ad osservare un bue legato ad un palo che spinge per far ruotare un mulino per la raccolta dell’acqua. Durante questo viaggio rifletto su quanto sia bello attraversare questo territorio interamente in auto, perché questo mezzo offre la possibilità, oltre che di godere dei paesaggi che si susseguono, anche di catturare particolari dettagli della vita di questa popolazione, anche dal momento che la strada è per loro un luogo in cui si svolgono tutte le attività quotidiane.
Per fare un esempio che possa rendere l’idea, durante tutto il nostro tragitto, abbiamo notato come si improvvisino, ai bordi delle strade, barbieri e sarti armati di essenziali oggetti del mestiere. Il nostro spostamento di oggi prevede una sosta a Ranakpur. Questo complesso di templi si erge nel mezzo di un ombreggiato bosco. Il tempio principale è anche il secondo in ordine di grandezza di tutto il Rajastan ed è di una bellezza rara.
Ripartiamo in auto e dopo molti chilometri percorsi tra stretti tornanti raggiungiamo finalmente una strada a doppia corsia, quando, i miei occhi increduli, avvistano un uomo che conduce un dromedario…contromano… nella corsia di sorpasso. Ma il nostro stupore è come sempre fuori luogo visto che il nostro driver non sembra toccato dall’accaduto e lo oltrepassa senza cenni di indignazione.
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Udaipur. La prima cosa a colpirmi è che qui, la già popolosa fauna incontrata nelle altre città, si arricchisce di un elemento in più: le scimmie. L’hotel che abbiamo scelto a Udaipur è l’Inder Residency, che sconsiglio data la posizione troppo distante dal centro della città, sebbene vada sottolineato che anche qui la pulizia è ineccepibile.
Giornata dedicata alla visita di Udaipur, città dagli splendidi palazzi che si specchiano sul lago.
Per prima cosa prendiamo una piccola imbarcazione che nel giro di un’ora ci fa fare un giro del lago Pichola, il principale dei 3 laghi attorno ai quali si snoda la città. La vista di questi palazzi bianchi avorio che riflettono la propria immagine nell’acqua è molto suggestiva. La barca fa poi una sosta in un elegantissimo albergo posto nel mezzo del lago dal quale si ha una meravigliosa vista del City Palace, il palazzo reale della città, che si erge maestoso sulla sponda del lago dalla quale siamo partiti.
Ritornati a riva dedichiamo un paio d’ore alla visita di questo palazzo, principale attrattiva della città. Interessanti le ampie stanze con pareti intarsiate di specchi colorati e mosaici. Noi ci siamo affidati ad una guida ma avremmo tranquillamente potuto farne a meno.
Ci spostiamo poi verso il Saheliyan-Ki-Bari, giardino costruito appositamente per le damigelle d’onore. A mio parere nulla di particolarmente interessante.
Anil ci propone poi di raggiungere il Monsoon Palace, un palazzo arroccato sulle colline dal quale è possibile vedere l’intera città di Udaipur, i suoi 3 laghi e la catena montuosa circostante. Terminiamo la giornata facendo due passi con Anil in un punto particolarmente tranquillo e suggestivo della città. Udaipur mi ha dato l’idea di essere relativamente più pulita delle altre città visitate sino ad ora.
Partenza da Udaipur alle 9 in direzione Pushkar. Poco fuori da Udaipur facciamo una prima tappa per visitare il tempio di Nagda, nascosto tra le colline. Qui si respira una gran pace e abbiamo il privilegio di riuscire a visitarlo quasi in solitaria, essendo un tempio un po’ meno conosciuto e non sempre inserito nei classici itinerari turistici.
Altra tappa a pochi chilometri da questa è il tempio di Eklingi. Quando arriviamo però c’è una lunghissima coda per entrare per cui decidiamo di desistere. Il viaggio dura ben 7 ore a causa del grande traffico creato dall’elevato numero di camion che percorrono questa strada. Il fatto che la frequenza di camion qui sia sempre molto alta, è dimostrato dalle numerose bancarelle, site a bordo strada, che vendono addobbi. Infatti, i camion indiani, sono tutti adornati con festoni di ogni tipo e colore.
Arrivati a Pushkar, città sacra del Rajastan, ci sistemiamo nell’hotel Pushkar Palace, struttura che mi sento di consigliare caldamente per la sua bellezza e per la splendida vista sul lago che regala dai suoi terrazzi. Suggerisco le stanze poste al 2° e 3° piano che hanno un accesso privilegiato su questi terrazzi.
Pushkar è una città molto più piccola delle altre che abbiamo visitato sino a d ora, composta per lo più da templi e alberghi. Il fatto che sia più a misura d’uomo ci consente di goderci una tranquilla passeggiata per le sue vie senza la paura di essere travolti da un qualsiasi mezzo di trasporto. Scegliamo una delle tante via d’accesso al lago raggiungendo una delle 52 scalinate che scendono verso le rive. Ho avuto la sensazione che il sole ci stesse aspettando per tramontare e per mostrarci di quali giochi di luce fosse capace, aiutato all’acqua e dal bianco dei palazzi.
L’incanto di questo spettacolo è scandito dal suono di un tamburo suonato da un uomo poco distante da noi.
Nei prossimi giorni verrà pubblicata l’ultima parte del viaggio in India
Terza parte del viaggio ->
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.