Viaggio in Uzbekistan: itinerario, consigli e sorprese di un paese straordinario

Quando ho deciso di partire per l’Uzbekistan, ammetto di averlo fatto con una certa curiosità ma anche con qualche riserva. Avevo in mente le classiche tappe da Mille e una notte – Khiva, Bukhara, Samarcanda – e immaginavo un paese ricco di storia, ma forse ancora un po’ arretrato, magari difficile da vivere con leggerezza. La verità? L’Uzbekistan mi ha completamente spiazzata. In meglio. È stato un viaggio sorprendente, profondo, intenso. Di quelli che ti fanno rimettere in discussione preconcetti, aspettative, immaginari. Di quelli che ti restano dentro.

Un paese molto più avanti di quanto si pensi

In dodici giorni ho incontrato un’ospitalità sincera, ho visto città curate e pulitissime, ho respirato l’orgoglio di un popolo che sa di vivere un nuovo rinascimento e lo racconta con entusiasmo. Le strade sono ordinate, i mezzi pubblici efficienti, il Wi-Fi funziona perfettamente ovunque e le carte di credito sono accettate anche nei posti più impensabili – perfino in alcune bancarelle nei mercati.

Altro che terzo mondo: l’Uzbekistan è un paese moderno, dinamico, che ha fame di futuro e sa di avere tanto da offrire.

Itinerario in Uzbekistan tra città, deserti e villaggi

Il nostro viaggio è durato 12 giorni, organizzato con Evaneos che ci ha messi in contatto con la loro agenzia locale, gestita da Doston. Abbiamo chiesto un itinerario che unisse le tappe imperdibili alla scoperta più autentica del territorio e della sua gente. Missione compiuta.

Siamo partiti da Torino con Turkish Airlines, scalo a Istanbul, atterraggio a Tashkent. Da lì, un volo interno per Nukus ci ha portati nel cuore del Karakalpakstan, tra le fortezze dimenticate del deserto. Poi Khiva, una vera bomboniera architettonica sospesa nel tempo, con le sue mura di fango e i minareti che brillano al tramonto.

Khiva

Abbiamo attraversato in auto il deserto del Kyzyl Kum per raggiungere Bukhara, città di poesia e madrase. Poi, ancora, i suoi dintorni e l’esperienza indimenticabile di dormire in un campo di yurte sotto un cielo che sembrava non finire mai.

Dopo il deserto, la montagna: nel villaggio di Hayat siamo stati ospiti di una famiglia locale, condividendo la vita quotidiana, i pasti, i racconti. Infine Samarcanda, con la sua maestosa Registan, le cupole azzurre, l’atmosfera da sogno. Un treno veloce ci ha riportati a Tashkent, dove si è chiuso questo cerchio perfetto.

Tashkent

Costo di un viaggio in Uzbekistan

Il pacchetto da noi scelto (hotel 3/4 stelle, driver privato, guida parlante italiano nelle principali città) è costato 1.600€ a testa. E ogni euro speso ne è valso almeno il doppio. Tutti gli alberghi erano puliti, centrali, curati. Ma è anche vero che la vita in Uzbekistan ha costi davvero accessibili: non abbiamo mai speso più di 8-10 euro a testa, neppure nei ristoranti più belli.

Una cucina da scoprire

Il plov è il piatto nazionale – riso, carote, carne e spezie – ma la cucina uzbeka è un viaggio nel viaggio. Ho adorato i manti, ravioli ripieni cotti al vapore, e sono rimasta piacevolmente colpita dall’eccellente qualità della carne, sempre tenera, saporita e ben cucinata. Sapori intensi ma mai eccessivi, spezie dosate con equilibrio, ingredienti locali e sempre freschi.

mercato in Uzbekistan

Quando andare in Uzbekistan e come prepararsi

Noi siamo partiti a inizio maggio e abbiamo trovato temperature tra i 30 e i 35 gradi, ma secche e assolutamente sopportabili. Il periodo migliore? Marzo, aprile, maggio e settembre. Eviterei l’estate (troppo calda) e l’autunno inoltrato (più rischio piogge).

Un grande vantaggio per chi parte dall’Italia è che non serve alcun visto d’ingresso: una semplificazione non da poco che rende tutta l’organizzazione del viaggio molto più fluida. Non ci sono moduli complicati da compilare né pratiche da sbrigare in anticipo, e anche all’arrivo in aeroporto le procedure sono rapide e senza intoppi. In un’epoca in cui viaggiare comporta spesso lunghe trafile burocratiche, questa è una comodità da non sottovalutare.

Per restare sempre connessi, noi abbiamo acquistato una e-SIM Airalo prima della partenza e avevamo copertura totale nelle città, anche quando non c’era Wi-Fi disponibile. Un piccolo investimento che fa la differenza, soprattutto se vi piace raccontare il viaggio in diretta o restare facilmente raggiungibili.

Un paese che vuole farsi conoscere

C’è un entusiasmo contagioso negli occhi degli uzbeki. Hanno voglia di raccontarti la loro storia, di mostrarti la loro terra, di farti sentire benvenuto. Si percepisce il desiderio di essere finalmente visti, capiti, scelti. E credetemi, meritano di esserlo.

L’Uzbekistan è uno di quei viaggi che ti fanno bene. Ti spiazzano, ti arricchiscono, ti riconciliano con l’idea che il mondo sia ancora pieno di sorprese. Non aspettate che diventi la nuova destinazione alla moda. Andateci adesso, e lasciatevi sorprendere anche voi.

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