L’arte di farsi cancellare i voli..
Il volo semplicemente non appare al gate. Ci si sente impotenti, dispersi, confusi. Ci si inizia a chiedere se si stia sbagliando a leggere il cartellone con tutte le partenze, o se davvero il cartellino nero di fianco a MEXICO CITY sia quello che corrisponde al volo che si deve prendere. L’orologio batte le lancette inesorabili verso la fine del tempo. Il nostro tempo. Quel tempo che in aeroporto sembra scandito con una perfezione così scientifica da credere che basti un secondo fuori posto perché tutto vada in malora.
Invece il volo cancellato era proprio il mio. E’ vero, viaggiare con la pandemia di Covid 19 non è esattamente il meglio, ma era troppo tempo che rimandavamo il nostro sogno di andare a Tijuana, dal nostro maestro di Tango, per dedicarci per tre mesi a studiare con lui tutti i santi giorni. Avevamo messo via i soldi, comprato il biglietto aereo, preparate le valigie.
Non un viaggio comodissimo: Milano – Madrid, poi Madrid – Città del Messico e infine Città del Messico-Tijuana.
E invece mentre siamo in volo tra Milano e Madrid il volo successivo viene cancellato.
A Camila arriva una mail poco chiara da parte della compagnia aerea che ci invita e ripianificare il nostro volo, mentre all’aeroporto nessuno, nemmeno quelli che ci lavorano, sanno dirci cosa diavolo stia succedendo alla nostra compagnia aerea.
Aeromexico si comporta in modo ignobile, finge di nulla fino all’ultimo. Poi, quando riusciamo finalmente a trovare un deck, superando i tornelli di polizia e uscendo e rientrando praticamente dall’aeroporto, inizia a campare scuse a proposito di un pilota malato di appendicite e operato all’ultimo. E’ ovvio che vogliono accorpare i pochi passeggeri del nostro aereo con quelli del volo successivo.
Viene tutto riorganizzato
Si parte il giorno dopo per Città del Messico e il giorno dopo ancora, all’alba per Tijuana.
In un primo momento mi sento sconfortato: la mia paura dell’aereo si è fatta talmente forte da farmi quasi desistere dal partire quella mattina, ma il desiderio di realizzare questo sogno ha avuto la meglio, ancora per questa volta, e mi sono imbarcato, salvo poi trovarmi con questa brutta sorpresa tra le mani.
Dopo l’effetto traumatico di scoprire che i propri piani sono ironicamente volati in aria, subentra una certa dose di sollievo, accompagnata dalle agevolazioni con cui la compagnia aerea inizia a coccolarci.
Hotel a Madrid
Veniamo caricati su un bus (dopo due maledette ore di attesa) e trasportati al Trip Airport Hotel di Madrid. Dalla fredda Milano ci ritroviamo a passeggiare nel caldo primaverile della Spagna, sotto un cielo azzurrissimo e con un piacevole vento che abbraccia la piazza centrale dell’albergo. Ci danno una stanza gigante, con un piccolo salotto in cui guardare la televisione, un bel letto pulito, e la vasca. Camila si fa subito un bagno, poi ci vestiamo e andiamo a prendere qualcosa da mangiare al ristorantino dell’albergo, illuminato a colori nel fresco della sera.
C’è una cena a buffet, deliziosa: mangiamo carne, purè di patate, verdure, dolci, caffè e frutta!
Poi andiamo in camera e ci facciamo una bella dormita fino alla mattina seguente, dove ci attende una fantastica colazione. Tutto offerto dalla compagnia aerea.
Alle due del pomeriggio un autobus ci viene a prendere e ci porta all’aeroporto per la seconda tappa del viaggio: dieci ore per arrivare a Città del Messico. Mi faccio più pasticche di quante se ne fa Dottor House in ogni episodio, e di film in film arrivo a destinazione (vivo, aggiungerei).
Hotel a Ciudad de Mexico
Abbiamo solo sei ore di tempo prima del prossimo volo, proviamo a chiedere un accesso all’area Vip, ma non esiste nessun’area Vip a Città del Messico e quindi accettiamo di nuovo l’offerta dell’hotel.
Ciudad de Mexico è diversa da Madrid, ma iniziamo a respirare la nostra amata aria messicana, forse un po’ grezza nelle capitali sudamericane. Il taxi ci porta in centro, in una via pedonale completamente deserta.
L’hotel, il Ritz Ciudad de Mexico, è più spartano di quello di Madrid, il ristorante è chiuso, ma a noi serve solo un angolo dove stenderci prima del prossimo volo. In ascensore incontriamo il tipico messicano simpatico: sta andando a comprare dei tacos e ci chiede se ne vogliamo.
L’ultima tratta del volo riesco a godermela persino io: osservo le montagne stendersi infinite sotto di me, simili ad un dipinto su una tela.
Atterriamo a Tijuana, stanchi ma allo stesso tempo persi, nel senso più dolce del termine.
Il volo cancellato può essere un’occasione, tutto sommato, l’occasione di prendersi una vacanza persino dalle vacanze. Di passeggiare in un cortile di un albergo di un paese straniero e avere, per una volta ogni tanto, tempo da perdere.
Mi piace raccontare di essere un guerrigliero sudamericano.
Un esploratore di fine ottocento.
Un archeologo di antiche rovine.
Ma la verità è che sono un letterato fifone e pigrone, catapultato dall’altra parte del mondo.
E’ un po’ colpa dell’amore, e di Camila, splendida biologa ed artista.
Insieme andiamo a caccia di cultura, arte, paesaggi meravigliosi e specie rare.
Ma soprattutto di incontri e di storie.
Sfuggiamo i posti affollati, cerchiamo l’imprevisto.
E ogni volta che possiamo, andiamo a ballare tango.