La chiamano la Firenze del Sud, ma secondo me hanno poco a che fare l’una con l’altra; si affaccia sull’Adriatico ma lo Ionio è proprio lì, a due passi; gran parte dei suoi capolavori architettonici è realizzata in pietra bianca intagliata; il pasticciotto è il caposaldo della sua pasticceria. Per chi non lo avesse ancora capito oggi vi porto con me a Lecce.
Il colpo di fulmine con la città di Sant’Oronzo scattò nel 2010: ero in vacanza a Gallipoli e una sera mi ritrovai tra i suoi vicoli a mangiare orecchiette al pomodoro e cacioricotta, proprio io, che fino a quel momento le concepivo solo condite con le cime di rapa. L’incontro durò solo qualche ora: troppo poco per innamorarsi ma abbastanza per ripromettersi di tornare. E così ho fatto di recente, saltando sul primo treno in partenza da Caserta, che in 4 ore e mezza mi ha portato a destinazione.
“Certe cose accadono solo nella bella Italia e la magia di certi luoghi può essere vissuta solo qui”. Questo è ciò che ho pensato quando, uscendo dal B&B, mi è bastato tagliare i giardini pubblici Garibaldi, attraversare via XXV luglio e percorrere il cortile del palazzo della Provincia per ritrovarmi, come se avessi varcato una porta segreta con accesso a un’altra dimensione, davanti alla facciata del Convento dei Celestini, capolavoro indiscusso del Barocco.
Basilica di Santa Croce
Il tempo di volgere lo sguardo a sinistra e mi trovo di fronte la Basilica di Santa Croce, strabiliante per l’opulenza delle decorazioni della sua facciata, ricca di statue animali e umane, di putti, di colonne separate da una balaustra e di un rosone centrale, pronto a infiammarsi quando viene colpito dai raggi del sole.
Piazza Sant’Oronzo
Seguo le indicazioni turistiche, percorro gli stretti vicoli lastricati di bianco e arrivo in piazza Sant’Oronzo. Qui, tra tutti i 5 sensi, il primo ad essere rapito è l’olfatto. Il profumo mi conduce fino al bancone dei dolci del bar Martinucci, dove mi perdo tra le varietà dei pasticciotti in esposizione. Fortunatamente una gentilissima barista mi guida nell’ardua scelta e mi suggerisce quello ripieno alla crema di limone con lamelle di mandorle in superficie e al primo morso già appago il secondo senso: il gusto. Ringrazio con sincero entusiasmo (ma mai abbastanza) la commessa per il prezioso suggerimento e inizio il mio tour del centro storico.
A dire il vero mi basta fare giusto due passi per imbattermi nell’anfiteatro romano, posto più in basso del livello stradale, oggi cornice di eventi teatrali e musicali. Nella piazza ovale, tra edifici di epoche e stili differenti, si erge la colonna dedicata al santo patrono, voluta dai leccesi in segno di gratitudine per averli risparmiati dalla peste del 1656.
Pizza del Duomo
Poco distante si trova la piazza del Duomo con la sua cattedrale dedicata a Maria S.S. Assunta, maestosa e suggestiva e il palazzo della Curia, a cui avevo immaginato di buttare solo un’occhiata veloce e che invece mi cattura con l’antico pozzo ornato da fregi bellissimi, posto proprio al centro del cortile. Lo sfioro, come si fa con un oggetto prezioso, e anche il terzo senso, il tatto, viene coinvolto. Lo strano e rispettoso silenzio assorbono l’udito e l’incanto che mi circonda riempie il quinto senso: la vista.
Il tour prosegue e mi rendo conto che il Duomo è solo il maggiore di una miriade di edifici religiosi. Ai lati delle strade, aperte nelle piccole piazze, seminascoste dai palazzi, si affollano chiese piccole e minuscole, solide e preziose, realizzate nella tipica pietra intagliata con dovizia di particolari.
Per i vicoli di Lecce
Cammino per i vicoli, mix di storia ed eleganza, ordinati e silenziosi, buttando l’occhio alle vetrine delle botteghe artigiane e subisco l’attrazione per la forma panciuta e i colori vivaci dei pumi pugliesi, boccioli di rosa pronti a schiudersi, oggetto beneaugurante ed elemento decorativo di terrazzi e balconi.
Convento dei Celestini
Perdo la strada e mi trovo di nuovo al Convento dei Celestini, dove scopro un’agenzia che organizza tour della città di qualsiasi tipo. Mi incuriosisce quello basato sulle ambientazioni di ‘Mine Vaganti’ di Ferzan Özpetek, uno dei miei film preferiti.
Tour di Lecce sull’ambientazione del film ‘Mine Vaganti’
Il percorso inizia a Porta Rudiae, la più antica della città, e prosegue in via Guglielmo Paladini dove, al numero 35, si trova Palazzo Famularo, scelto dal regista turco per le ambientazioni esterne di ‘Casa Cantone’, mentre al civico 14, presso il Palazzo Brunetti Scippa è stata girata la scena finale del film, quella del matrimonio.
L’itinerario cinematografico prosegue in piazzetta Carducci, le cui colonne sono testimoni del litigio notturno tra i due fratelli, Scamarcio e Preziosi. Protagoniste del film sono anche via Vittorio Emanuele II, il teatro romano (da non confondere con il più famoso e ampio anfiteatro) la piazza del Duomo e il bar Tentazioni, sotto i portici di piazza Sant’Oronzo.
L’agenzia propone anche altre visite guidate come quella sotterranea (lo confesso, io non sapevo nemmeno che esistesse una Lecce nascosta e che fosse attraversata da un fiume invisibile, che si fa strada sotto il suolo della città), oppure quella dedicata al Barocco.
Gastronomia tipica
Immancabili le esperienze gastronomiche dello street food tour con assaggi di rustico leccese (delizia di pasta sfoglia salata ripiena di pomodoro, besciamella e mozzarella), puccia e pasticciotto: un vero e proprio trionfo di cultura gastronomica e carboidrati. Bella l’idea di coniugare arte, storia e sapere artigiano nel tour della cartapesta leccese, comprensivo di visite alle più note chiese del centro e un workshop in una bottega artigianale, per imparare il mestiere.
Natale a Lecce
E proprio a Natale l’antica arte trova spazio all’interno della Fiera di Santa Lucia, o come la chiamano i leccesi ‘dei pupi’, in scena dall’1 al 26 dicembre presso il Chiostro dei Teatini. A partire dal giorno seguente e fino al 7 gennaio, nella medesima location, è la volta della Fiera dell’artigianato tipico salentino, dedicata a oggetti d’ispirazione natalizia. In città non mancheranno i mercatini, ospitati da casette in legno e il grande presepe artistico, allestito al centro di piazza Duomo.
Come si sa il Natale è la festa per eccellenza dei bambini e per loro è stata pensata la giostra dei cavalli in piazza Mazzini, il mercatino dei giocattoli e quello della creatività. E poi ancora spettacoli di magia, musicali e artisti di strada per godere di questa splendida città anche in inverno, tra un calice di Negroamaro e un mustazzolo, delizia natalizia dal morbido ripieno a base di mandorle e miele e un rivestimento croccante in glassa di cioccolato.
Basta spostarsi di qualche chilometro per raggiungere Tricase, dove si svolge uno dei presepi viventi più belli di tutto il Salento. I 4 ettari di macchia mediterranea, in un percorso che si snoda per oltre due chilometri, fanno da palcoscenico ai 250 figuranti impegnati a rappresentare non solo la natività, ma anche gli antichi mestieri, le tradizioni culinarie e folkloristiche del Capo di Leuca. Da visitare il 25, 26, 28, 30 dicembre, 1, 3, 5, 6 gennaio.
Impiegata nella Pubblica Amministrazione per caso e viaggiatrice per vocazione, ogni volta che posso fuggo dove il mio cuore è felice: che sia un borgo italiano, una spiaggia esotica oppure una metropoli cosmopolita, poco importa! Affascinata dalle culture diverse dalla mia e facile alla commozione dinanzi a un tramonto, sogno di visitare almeno 50 nazioni entro i 50 anni.