Un viaggio in Svezia alla ricerca dei sapori che hanno fatto la storia di una nazione da sempre conosciuta per il suo buon vivere. Il cibo è sempre parte della felicità di una comunità e anche in questo caso, tutto viene confermato.
La cucina svedese risente molto dell’influenza climatica, come tutta quella nordica, per questo i piatti sono sempre un richiamo allo stare in casa al caldo nelle lunghe giornate invernali. Husmanskost, come viene chiamata la cucina tradizionale, non è solo polpette, ma è fatta da molti ingredienti, preparati sapientemente secondo la tradizione locale.
Iniziamo un viaggio gastronomico in Svezia, partendo dalla capitale Stoccolma, fino ad arrivare ad Abisko, la città più importante della Lapponia.
La cultura delle polpette
È proprio una cultura quella che lega il sud al nord del paese, ed è rappresentata dalle polpette. Köttbullar, le famose polpette a base di carne di maiale, vitello e spezie, sono conosciute in tutto il mondo, grazie anche al contributo di Ikea. Il colosso del fai da te è riuscito ad esportare questo prodotto tradizionale in tutto il mondo, facendolo divenire un’icona della gastronomia svedese. Pare nascano grazie alle idee della cuoca Anna Christina Warg, che nel 1755 descrisse la ricetta nel suo libro. Cotte nel burro, vengono accompagnate da purè di patate e da due tipiche salse chiamate gräddsås e brunsås, preparate con panna e fondo di cottura.
Quello che comunemente viene chiamato wasa, è in realtà il Knäckebröd, il pane croccante che deve il suo nome al suono che produce quando lo si mangia. Somiglia a dei crackers a base di farina di segale, fiocchi d’avena e semi misti. Nei ristoranti di Stoccolma viene servito per accompagnare i ricchi piatti di polpette, qualora si avessero ancora le forze di fare la scarpetta al termine del piatto.
La chiave della felicità: la fika
La fika è uno dei momenti della giornata preferiti dalla popolazione svedese. Una tradizione che consente di riposare la mente, spesso associata alla pausa caffè italiana, ma molto più densa di significato. Per le popolazioni nordiche, l’aspetto umano e sentimentale è molto importante. Le ore di lavoro non prevalgono mai su quelle dedicate a sé stessi, per questo nasce questo concetto. Una pausa che spezza la giornata lavorativa, dove degustare un caldo caffè e un dolce appena sfornato.
Un modo per ossigenare il cervello e per poter degustare dei lussekatter. I gatti di Santa Lucia sono dei dolci preparati tradizionalmente in corrispondenza del 13 dicembre. A base di burro, uvetta, uova, zucchero, latte e zafferano. Questo ingrediente è molto impiegato nella tradizione gastronomica svedese e in questo caso è utilizzato per conferire il caratteristico colore giallo, che ricorda le fiammelle delle candele accese.
Le bevande calde, il trucco per scaldarsi al nord
Il clima della Lapponia non è mai clemente nel periodo invernale. Per questo, accanto ai sostanziosi piatti locali, si trovano molte bevande calde, ottime per riprendersi dopo una nottata a caccia di aurora boreale. Classica è la blåbärssoppa, una zuppa di mirtillo dalla consistenza densa che viene spesso servita durante le gare sciistiche, magari corretta con una goccia di vodka e una spruzzata di panna montata.
Altra bevanda tradizionale è il glögg, simile al vin brulè, come proprio indica il nome che si può tradurre in vino caldo. Si tratta di un prodotto nato per aiutare i corrieri a cavallo a superare le temperature rigide e divenne poi popolare tanto da trasformarsi in nuove versioni. Vennero aggiunti succo di mirtillo, di frutti di bosco o sciroppi dolci, per andare incontro al gusto di tutto il pubblico.
I piatti caldi del nord
I piatti lapponi che si trovano comunemente nei ristoranti sono solitamente a base di carne e pesce, accompagnati da salsine ai frutti di bosco. Tipiche della zona sono le aringhe. Affumicate, essiccate o crude, si cucinano in svariati modi. Ottima la versione marinata con la senape e accompagnate da cipolla cruda.
Immancabile è anche il salmone marinato o all’interno di ricche zuppe a base di pesce e verdure. Molto diffusa è la carne di renna e di alce. Sembrerà strano per una cultura gastronomica come quella italiana, ma per quella svedese è una tradizione ormai consolidata da secoli.
Un viaggio gastronomico in Svezia tocca varie zone climatiche e culturali. Quello che accumuna tutte queste località è l’amore per le tradizioni e per la cultura, della quale si fa sempre tesoro, anche a tavola.
Patrizia, classe 1992, laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano. Nel 2017 mi ritrovo negli Stati Uniti. A fare cosa? A realizzare il primo dei miei tanti sogni: fare la cuoca. Un anno incredibile, che mi ha fatto capire quanto viaggiare fosse importante per me. Ed eccomi qui, a scrivere racconti dei miei viaggi e a tramandare le ricette dei piatti che assaggio in giro per il mondo.