Quando finalmente raggiungo Lucerna dopo un viaggio durato il doppio del previsto non sono sicura di essere nel posto giusto: è buio, la nebbia è fitta e i fari delle macchine creano un riflesso fastidioso sull’asfalto bagnato. Più che in Svizzera mi sembra di essere a Bergen, in Norvegia, lungo la strada che dall’aeroporto conduce al centro della città. Ma al posto dei fiordi c’è un fiume con un ponte di legno che lo attraversa. Scorgo il Kapellbrücke alla mia sinistra attraverso il finestrino della macchina, poco prima di arrivare all’albergo in cui ho prenotato una camera per due notti. Il tempo di parcheggiare e di fare il check-in, e sono pronta. L’hotel è a pochi passi dalla stazione, a meno di dieci minuti a piedi dal centro: la posizione ideale per il mio soggiorno che mi permetterà di conoscere Lucerna. Meno di 48 ore per innamorarmi di questa città e per compilare la lista delle cinque cose che più mi sono piaciute. Cinque aspetti che, come sempre, sono legati al cibo.
I mercatini di Natale
Sono il motivo principale del mio viaggio. A dire la verità, dopo aver visto quelli di altre città svizzere noto molte similitudini: gli stand che vendono il glühwein – il vin brûlé – sembrano gli stessi di Zurigo. Non mi pare nemmeno che ci siano grandi differenze nelle bancarelle dei pretzel o del pane con fondue. Ma in mezzo alla gente che si accalca tra una casetta di legno e l’altra di Franziskanerplatz scopro i Flammkuchen, simili a piccole pizze rettangolari. Vengono impastati sul momento, farciti con cipolle e speck oppure con patate e panna acida, poi cotti nel forno a legna allestito nello stand. Le porzioni non sono troppo grandi per cui sono ottimi per fare una pausa nel pellegrinaggio tra i banchi delle spezie e delle decorazioni natalizie. Con la tazza piena di glühwein mi allontano da Franziskanerplatz, diretta verso Kornschütte, dove nel palazzo del Municipio si svolge il DesignSchenken: per tre giorni, 90 giovani designer svizzeri espongono le loro creazioni a tema natalizio.
La Burgerstube dell’Hotel Wilden Mann
Situato all’incrocio tra la Bahnhofstrasse e la Burgerstrasse, il Wilden Mann aprì i battenti nel 1517. Fu prima un bar, poi una locanda e infine un hotel dove si dice abbia dormito anche Sofia Loren. Leggende metropolitane a parte, l’edificio merita sicuramente una visita. Un unico ingresso conduce nella hall dell’hotel e ai due ristoranti: il più formale Sauvage, e il più rustico Burgerstube. L’addetta alla reception mi indica l’ingresso della stube, attraverso un passaggio stretto e basso. È impossibile smettere di guardarsi intorno, tra l’imponente camino di pietra, il soffitto di legno e gli stemmi antichi dipinti sulle pareti. Mi lascio affascinare dalla storia e dall’autenticità del locale, che si esprime anche nel menu. Il piatto più rappresentativo è l’Hackbraten, una sorta di polpettone di manzo e maiale cotto nel vino rosso e servito con purè di patate e verza bollita.
La colazione da Mill’Feuille
La domenica mattina sono in giro da un paio d’ore quando arrivo sulla Mühlenplatz. Noto il locale mentre cerco un bancomat per prelevare dei franchi svizzeri. Colpa di Google Maps, che mi indica uno sportello poco distante: alzando gli occhi dal cellulare mi trovo davanti una vetrina e un’insegna scura. Sbircio all’interno, tra i clienti intenti a bere cappuccini e caffè americani, e vedo un bancone con torte, croissant, pain au chocolat e dolci all’uvetta. Dimenticando il motivo che mi aveva portata sulla piazza, entro nel locale e ordino un cappuccino e un dolce alla cannella prima di sedermi a un tavolino nella veranda sul fiume Reuss. Il posto perfetto per rifocillarsi prima di affrontare di nuovo il freddo.
La pausa caffè di metà pomeriggio da Filou & Bengel
Mentre torno in hotel la domenica pomeriggio noto questo piccolo bar incastrato tra un negozio di abbigliamento e lo studio di un tatuatore. Fa freddo, ma non ho voglia di chiudermi in camera. Tuttavia, l’aspetto post-hipster dei clienti intravisti attraverso la vetrina mi intimorisce un po’. Mi faccio coraggio e varco la soglia. Ordino al bancone, direttamente dalla grossa lavagna alle spalle della macchina del caffè. Ignoro i muffin e i cupcakes perché non manca molto all’ora di cena, e mi limito a ordinare un tè chai. Trovo un posto per sedermi e mi rilasso, pensando che il locale minuscolo con i suoi tavolini uno diverso dall’altro mi ricorda un caffè di Brooklyn che purtroppo ha chiuso qualche anno fa.
Il ristorante Stern
Come la Burgerstube, anche questo ristorante si trova in un vecchio edificio nel centro storico. Anche qui vengono serviti piatti tipici della tradizione svizzera, che viene reinterpretata in chiave moderna. Il menu offre ricette tradizionali e ingredienti locali: è la presentazione che fa la differenza. Si possono scegliere diversi piatti, che vengono serviti in piccoli barattoli di vetro. Il soufflé di formaggio di capra arriva accanto alla zuppa di zucca con il bacon affumicato, seguiti da una portata di Hacktätschli, una polpetta di carne di vitello svizzero. Per fortuna era rimasto un po’ di posto per i dessert: Haselnuss-Chöpfli – mousse alla nocciola – e una crema al vin brûlé servita con arance candite.
Lunedì mattina arriva troppo in fretta e devo partire. Peccato, perché sono sicura che se avessi ancora un po’ di tempo potrei trovare almeno altri cinque motivi per rimanere a Lucerna.
Informazioni pratiche
Burgerstube im Wilden Mann – Bahnhofstrasse 30, 6003 Lucerna
Mill’Feuille – Mühlenplatz 6, 6004 Lucerna
Filou & Bengel – Morgartenstrasse 7, 6003 Lucerna
Stern Restaurant – Burgerstrasse 35, 6003 Lucerna
Foto di copertina: Mariano Mantel
Abito in un piccolo paese di provincia e lavoro in un ufficio in una stradina secondaria. Immagino però di vivere a Notting Hill, di lavorare a Williamsburg, di prendere un aperitivo a Montmartre e di cenare a North Beach. E magari di fare shopping sulla Fifth Avenue. Non so cucinare, ma adoro mangiare. Mi piace conoscere un posto nuovo attraverso il suo cibo e le sue tradizioni culinarie. Non riesco a fare a meno di raccontare quello che ho scoperto agli altri.