Alle 10 partiamo da Puerto Natales e dopo circa 200 km arriviamo alla Pinguinera Turis Otway. Anche oggi il vento è fortissimo ma per fortuna il tempo continua a reggere. La pinguinera dista pochi km da Punta Arenas. L’entrata costa circa 6500 pesos cileni. Anche qui riusciamo a vedere i pinguini molto da vicino, anche se non ce ne sono tantissimi.
Il paesaggio è comunque bello per cui ci godiamo la passeggiata. Facciamo tutto il giro in circa un’ora e poi ci rimettiamo in strada. In meno di un’ora raggiungiamo Punta Arenas che, come avevo già letto in molti diari, è una città che ha ben poco da offrire. Si tratta inoltre di un centro molto più grande di quelli visitati fino ad ora.
Giriamo un bel po’ per trovare un posto dove sistemarci perché tutti gli hotel economici sembrano essere al completo. Troviamo infine una camera all’Hostal Chiloe che ci propone una quadrupla con bagno a 40000 pesos cileni a notte. Per fortuna questa Hostal funge anche da agenzia di viaggi e la cosa ci torna molto comoda poiché, essendo il primo di gennaio, qui è tutto chiuso, anche l’ufficio informazioni. Concordiamo con la signora dell’ostello una gita in barca il giorno successivo all’isola di Maddalena, dove troveremo un’altra colonia di pinguini. Per questa escursione paghiamo 25000 pesos cileni a testa.
Facciamo poi un giro a piedi per la città confermando la prima impressione negativa. Mangiamo cena in uno dei pochi locali aperti e poi proviamo a trovare una sistemazione per Ushuaia tramite internet ma anche lì sembra essere tutto pieno. Pensiamo di provare a chiedere aiuto a Oscar giacché il suo socio, al quale dovremo restituire il veicolo, gestisce un camping a Ushuaia e quindi ha sicuramente molti contatti.
Ci svegliamo con molta calma anche perché la nostra escursione parte alle 17. In verità, appena scesi per la colazione, la signora ci avvisa che, a causa delle condizioni meteo dello stretto di Magellano (vento forte) hanno dovuto anticipare l’ora della partenza di 2 ore. I nostri programmi per oggi prevedevano una gita a Rio Verde che però, visti i tempi, non riusciamo più a fare. Ci rassegniamo a fare ancora due passi sul lungo mare di Punta Arenas e ci rechiamo anche al mirador che, anche se indicato dalla Lonely Planet, si può tranquillamente evitare.
Poiché oggi l’ufficio turistico è aperto, ne approfittiamo per andare a prendere informazioni circa il traghetto per la Terra del Fuoco. Qui da Punta Arenas ne parte solo uno al giorno alle 9 del mattino e ci mette circa due ore. Noi optiamo invece per traghettarci a Punta Delgada (150 km da Punta Arenas) che è situata nel punto più breve dello Stretto di Magellano, dove i traghetti partono ogni mezz’ora e ci mettono soli 20 minuti a fare la traversata. Alle 14.30 siamo al porto e qui scopriamo che la nostra imbarcazione altro non è che un grosso traghetto di quelli utilizzati per la traversata dello stretto.
In 2 ore di navigazione raggiungiamo l’isola di Maddalena, interamente abitata da pinguini e gabbiani. Seguiamo il sentiero fino al faro ammirando le centinai di esemplari di pinguini tutto intorno a noi. La luce magnifica che c’è a quest’ora e la bellezza dell’isola regalano ulteriori emozioni a questa splendida visita.
Dopo circa un’ora ritorniamo sul nostro traghetto che ci riporta sulla terraferma per le 20. Durante la cena vediamo che Oscar ci ha risposto confermandoci che il suo socio Fernando ci ha trovato una sistemazione ad Ushuaia.
Partenza alle 6 per arrivare a Punta Delgada in tempo per il primo traghetto delle 7.30. Purtroppo, una volta arrivati, scopriamo che è vero che c’è un traghetto ogni mezz’ora…però a partire dalle 8.30 e non dalle 7.30. Ci mettiamo in coda dietro i camion che erano lì prima di noi e attendiamo l’imbarco che effettuiamo puntuali alle 8.30. Non paghiamo nulla come passeggeri ma soltanto il trasporto dell’auto: 13900 pesos cileni.
Alle 9 del mattino siamo ufficialmente nella Terra del Fuoco.
Facciamo ancora circa 130 km in Cile prima di arrivare alla frontiera con l’Argentina. Questa volta ci mettiamo un po’ di più per le pratiche di frontiera, circa un’ora. Mentre procediamo Max si accorge che abbiamo forato. Incredibile…eravamo quasi alla meta e siamo caduti così sul finale! Ma come direbbe Max: “questa è avventura” e anche la foratura ci sta benissimo. Ci mettiamo in 4 e in tempi record la gomma è sostituita. Riusciamo a farla aggiustare nel paese successivo.
Arriviamo a Tholuin, cittadina sita sul Lago Fagnano, poco distante da Ushuaia, che sono le 16, giusto in tempo per fare merenda in una notissima Panaderia del posto. Mangiamo delle ottime empanadas e dei dolci tipici del posto. Ripartiamo in direzione Ushuaia. Il paesaggio intorno a noi lentamente cambia, fino a ritrovarci circondati da montagne dalle punte innevate ai cui piedi si aprono immensi laghi blu. Un paesaggio dal fascino indiscutibile. Alle 18 varchiamo la soglia di Ushuaia. In un certo senso per noi è come se parte del viaggio finisse qui. Qui finisce infatti l’avventura, il nostro cammino partito da Buenos Aires per arrivare alla fine del mondo. E la Fin du Mundo adesso è qui, ci siamo arrivati.
Fermiamo la nostra auto nel campeggio La Pista del Andino dopo aver viaggiato per circa 660 km per cui ci concediamo un caffè caldo. Incontriamo finalmente Fernando, una persona simpaticissima e disponibilissima, proprio come Oscar! Fernando ci spiega anche quali sono le attività che possiamo fare a Ushuaia nei giorni seguenti. Ci accompagna poi al nostro hotel, il Choconcito Apart-Hotel, dove per 420 pesos a notte, abbiamo una sorta di mini appartamento con bagno e angolo colazione. Tutto molto carino, pulito e personale molto cordiale. La struttura si trova a più di mezz’ora a piedi dal centro città, soli 10 minuti in macchina. Per la cena scegliamo un posto vicino all’hotel perché ormai si è fatto tardi, anche se qui, essendo chiaro fino alle 11, è difficile rendersene conto
Visto che anche oggi il bel tempo ci accompagna, decidiamo di impiegare la giornata visitando il Parco Nazionale della terra del Fuoco (85 pesos a testa per l’entrata). All’interno del parco è possibile scegliere tra diversi percorsi che hanno differenti gradi di difficoltà indicati sulla mappa che forniscono all’entrata. Noi scegliamo l’unico con difficoltà alta sottovalutando il nostro scarso allenamento. Risultato: dopo circa un’ora di sentiero ripidissimo decidiamo di tornare indietro e di scegliere percorsi meno difficoltosi.
Vediamo così la diga costruita dai castori…ma purtroppo dei castori nemmeno l’ombra.
Arriviamo poi all’Unidad Postal Fin du Mundo, una sorta di gabbiotto costruito su un pontile dove un tenero vecchietto mette il timbro della Fin du Mundo sui passaporti. Il paesaggio qui è bellissimo: una piccola scogliera che si affaccia sull’impetuoso canale di Beagle. Percorriamo ancora un sentiero di circa 2 km per raggiungere un belvedere dal quale si può ammirare il canale di Beagle dall’alto. Usciamo dal parco che sono circa le 18 e ci rechiamo di nuovo al campeggio di Fernando per acquistare da lui i biglietti per l’escursione del giorno seguente: 250 pesos a testa per un giro in barca che ci porterà a osservare l’isola dei leoni marini, quella dei cormorani e il celebre faro di Ushuaia.
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.