Nell’estate appena conclusa abbiamo approfittato di alcuni bei weekend di sole per esplorare le montagne che ci circondano in sella ad una moto.
Le due ruote mi hanno sempre molto attirato, in moto vivi la strada, senti le curve, respiri i profumi della natura, percepisci ogni minimo cambiamento atmosferico, il sole che caldo ti batte sulla schiena, la nuvola di passaggio che per un momento ti regala qualche brivido, il vento forte che lotta con il tuo casco e la pioggia che pian piano si impossessa di tutti i tuoi vestiti. Certo, scomodo. Ma sicuramente più vero!
Così, dopo giorni passati a sfogliare riviste che consigliavano giri in moto in ogni dove, dal mare alla montagna, dalla Francia alla Grecia, abbiamo optato per qualcosa di vicino e deciso al momento: le nostre Alpi!
Prima tappa il Colle del Moncenisio
E così, un caldo sabato mattina di agosto siamo saliti in sella al nostro bolide direzione Colle del Moncenisio (2083 m.s.l.m). Per chi non ci fosse mai stato la strada è molto bella e la vista che si gode appena si raggiunge il colle è qualcosa di unico! Forse sono di parte perchè sono da sempre innamorata dei colori che il lago riflette quando il sole gli si tuffa dentro, ma penso di poter dire, abbastanza oggettivamente, che se non ci siete mai stati, vale la pena andarci in giornata!
Qualche weekend prima eravamo già saliti al colle e avevamo passato lì la notte in tenda, così questa volta ci siamo concessi solo una breve pausa per sgranchirci le gambe, aggiungere uno strato sotto la giacca (l’aria era bella frizzante nonostante fosse agosto!) e bere un buon caffè!
Il Col de l’Iseran
Siamo scesi sul versante francese quindi, arrivati a Lanslebourg Mont-Cenis, abbiamo svoltato a destra seguendo le indicazioni per il Col de l’Iseran (2770 m.s.l.m), il valico automobilistico più alto di Francia e d’Europa.
La strada diventa da subito molto bella, il panorama che si gode è immenso e di fronte a noi le montagne sembrano toccare il cielo pungendolo con i loro ghiacciai, piccoli, ma comunque di un bianco brillante!
Al Col de l’Iseran ci sono solo una piccola chiesetta e un rifugio, ma ancora non era momento di pranzare quindi, dopo una breve sosta e tantissimo vento preso, abbiamo deciso di proseguire verso Val d’Isère.
La Val d’Isère
Questa cittadina mi ha colpito da subito: la gente riempiva le strade e ovunque le vie erano allestite con street food locale, bancarelle e gente che passeggiava vestita a tema medioevale…!
Pranzo con una buona crêpe, quindi siamo ripartiti! La nostra intenzione era infatti quella di passare la notte al Colle del Piccolo San Bernardo e non volevamo arrivare troppo tardi.
Anche la strada che collega Val d’Isère al colle è molto bella, i paesaggi sono mozzafiato e ad ogni tornante si aprono panorami nuovi e sempre diversi.
La sosta che abbiamo apprezzato maggiormente è stata a La Rosiere, su una piccola piazzola poco prima di entrare nel paese dalla quale ci si affaccia sulle due vallate sottostanti, verso la Val d’Isère a sinistra e verso Bourg Saint Maurice a destra.
Colle del Piccolo San Bernardo
Siamo arrivati al Colle del Piccolo San Bernardo (2188 m.s.l.m) in tempo per trovare un posto per la notte, goderci l’ultimo sole che illuminava il ghiacciaio del Monte Bianco e berci una birra al tramonto.
Il mattino dopo la sveglia è stata all’alba (come sempre quando si dorme in tenda!) così, dopo una buona dose di caffè abbiamo deciso di salire in sella per non sprecare nemmeno un minuto: volevamo fare il giro del Monte Bianco!
Col de Roseland
Siamo tornati in Francia ma, anzichè andare verso Bourg Saint Maurice abbiamo deciso di raggiungere Ugine passando per il Col de Roseland (alt. 1968 m.s.l.m.). Qui abbiamo incontrato pochissima gente e questo ci ha fatto apprezzare ancora di più la strada, con la vista sull’Aiguille de l’Ermites da un lato e sul Lac di Roseland dall’altro. Ci siamo fermati sul colle per sgranchirci le gambe e ne abbiamo approfittato per comprare qualche formaggio in un banchetto isolato.
Chamonix Mont Blanc
Dal colle la strada prosegue verso Ugine quindi si passa da Megeve per arrivare a Chamonix Mont Blanc, dove noi ci siamo fermati per il pranzo.
Che spettacolo il ghiacciaio del Monte Bianco visto da questo lato!
Non c’ero mai stata e i miei occhi sono stati facilmente e rapidamente catturati da quell’enorme massa bianca che brillava al sole.
Purtroppo ci siamo accorti subito che faceva caldo, lo sentivamo sulla pelle e lo notavamo guardando il ghiacciaio che mostrava evidenti segni di scioglimento: si vedevano infatti tutte le tracce di roccia nuda sulle quali fino a qualche anno fa probabilmente si stendeva quella parte di ghiacciaio ormai ritiratosi. Le temperature, ho letto in seguito, in quei giorni raggiungevano i 10 gradi sulla cime del Monte Bianco (4810 m.s.l.m.).
Colle del Gran San Bernardo
Il nostro giro stava ormai volgendo al termine, dovevamo tornare a Torino per cena, così siamo saliti in sella alla moto diretti verso il colle del Gran San Bernardo (2.473 m s.l.m.).
Arrivando da un giro in cui nella maggior parte dei colli visti e fatti incontravamo pochissime persone, la folla che ci si è presentata al Gran San Bernardo ci ha fatto passare la voglia di fermarci lì a prendere un ultimo caffè, così dopo una breve sosta e due passi intorno al lago, abbiamo scelto di andare, come ultima tappa del nostro giro, direttamente ad Aosta.
Sosta breve però, Torino ci aspettava!
Rileggendo le righe che ho scritto mi rendo conto di quante cose abbiamo visto in nemmeno 48 ore!
Abbiamo visitato città e paesi, siamo saliti e scesi da colli e montagne vestendoci e svestendoci in continuazione, abbiamo camminato in maglietta ma a volte i due pile sopra la maglia termica non sono bastati a ripararci dal freddo, siamo stati inondati da panorami strepitosi, profumi inebrianti e silenzi talvolta assordanti.
Insomma, un semplice weekend si è trasformato in una piccola vacanza piena di emozioni e ricordi!
Maestra della scuola primaria, credo fermamente che viaggiare e vivere posti nuovi sia il modo migliore per conoscere il mondo che ci circonda, ma soprattutto se stessi. Questo è ciò che insegno tutti i giorni ai miei alunni. L’obiettivo? Per ora cominciamo con il pianeta Terra…
Il valico fatto con una moto castom, che ovviamente non sma molto i tornanti è fattibile?
Quanto ci si mette a fare il valico?