In questo periodo di incertezza sul futuro (anche vicino!), di restrizione dei movimenti e di impossibilità di programmazione, tutti i viaggiatori si stanno reinventando, sperimentando nuovi modi di vivere il viaggio e scoprendo posti della propria regione fino ad allora sconosciuti!
Noi, ad esempio, abbiamo imparato a godere di una passeggiata nel nostro comune (quando i dpcm lo consentivano) o poco fuori, appena questo è stato possibile. E’ stato, ed è strano, ma penso decisamente istruttivo.
Non siamo più abituati a fermarci e soffermarci sulle bellezze che abbiamo vicine, vogliamo prendere aerei, macinare chilometri e oltrepassare i confini nazionali a tutti i costi, “altrimenti non è vacanza”, e invece, ogni tanto, scoprire i nuovi orizzonti dietro casa, può stupire ancora di più! A questo proposito vi invito a leggere questo mio articolo, nel quale parlo proprio di questo!
Quando il Piemonte era zona gialla ho avuto quindi la possibilità di riscoprire alcune zone che non avevo mai avuto la possibilità – o la voglia – di vedere davvero. Una di queste scoperte è stata Ivrea che, nonostante viva a Torino da sempre, non conoscevo per nulla!
Il campanile di San Martino di Paerno
Partiti in tarda mattinata abbiamo deciso di andare a vedere come prima cosa il campanile di San Martino di Paerno, comunemente chiamato Ciucarun, che si trova poco distante da Ivrea, sotto il comune di Bollengo.
Questo campanile si trova sperso nella collina vicino a questo paese e si raggiunge tramite una piccola passeggiata all’interno di un bosco. La storia del campanile di San Martino è molto interessante, è infatti tutto ciò che rimane a testimonianza della chiesa e del borgo di Paerno abbandonato dagli abitanti nel 1250 e successivamente andato in rovina. È molto suggestivo non solo conoscerne la storia, ma anche vederlo dal vivo, così isolato e immerso nella natura.
A noi inoltre è capitata la fortuna, che inizialmente io pensavo fosse sfortuna, di andare in una giornata di nebbia e questo ha reso il campanile e il paesaggio intorno ancora più suggestivi, in quanto la struttura ci è apparsa gradualmente dalla nebbia mentre noi camminavamo. Mi ha ricordato molto il campanile di San Valentino, in Val Venosta, che emerge dal lago di Resia a ricordare i paesini di Curon e di Resia sommersi per la costruzione di un lago artificiale, e mi è venuta voglia di tornare là, posto in cui ero stata da piccola con i miei nonni.
Ivrea
Abbiamo quindi deciso di proseguire la giornata andando ad Ivrea. Anche se non abbiamo potuto fare alcuna visita a causa delle chiusure per le restrizioni dovute alla pandemia attuale, ci siamo goduti una bella passeggiata nella via centrale e sul lungo Dora.
Ivrea è bella proprio perché essendo costruita al centro di un anfiteatro morenico, circondata da colline, le vie interne sono tutte in salita e discesa ed arrivando in macchina si può ammirare già da lontano il profilo della città, con le sue torri caratteristiche! Passeggiando per Ivrea si incontrano inoltre tutti i quartieri, diventati famosi per la battaglia delle arance e le cui vie e palazzi, per questioni di orgoglio, sono tappezzati di bandiere!
Pasticceria Balla a Ivrea
Abbiamo concluso la passeggiata da Balla, pasticceria molto rinomata nella quale abbiamo preso un cappuccino e una fetta di torta Novecento! Qui una sosta è d’obbligo! Questa torta, la torta 900 appunto, fu brevettata alla fine del XIX secolo per festeggiare l’arrivo del nuovo secolo e da allora ha acquistato una fama così grande al punto da fare ormai parte della storia del Canavese.
Da provare per capirne il motivo!
Ivrea e l’Olivetti
Ma Ivrea non è solo centro storico, la bellezza di questa città risiede anche in tutta la storia di Olivetti. Questo tema, amando io molto scrivere, mi ha sempre affascinato e così ne ho approfittato per andare a vedere tutte le case e i palazzi fatti costruire proprio da Olivetti per i suoi dipendenti, architetture un tempo futuriste (sono presenti anche i moduli di Le Corbusier) che l’Imprenditore aveva voluto per permettere ai lavoratori di vivere vicino al posto di lavoro e di godere di uno stile di vita buono. E’ il Museo A Cielo Aperto dell’Architettura Moderna e si snoda su un percorso cha attraversa Ivrea, da via Jervis fino al centro città. Davvero particolare e interessante se si vuole conoscere una parte di storia ‘recente’ del nostro Piemonte!
Il lago Sirio
Abbiamo quindi deciso di finire la giornata facendo due passi sulle sponde del lago Sirio e anche in questo caso siamo stati fortunati perché la nebbia rendeva i colori e l’atmosfera veramente surreali tanto che sembrava di essersi immersi in un vecchio film in bianco e nero!
Ho letto che esistono molti trekking da fare intorno al lago Sirio e agli altri quattro laghi che si trovano vicino ad Ivrea e mi è venuta voglia di provarli! Inoltre, essendo il lago Sirio balneabile, è una delle mete che è stata presa d’assalto quando l’anno scorso non si poteva uscire dalla regione ma faceva molto caldo, ma in momenti meno affollati potrebbe essere bello fermarsi una mezza giornata sulle sponde del lago!
Insomma siamo partiti da Torino senza avere un’idea precisa di quello che avremmo fatto, cosa che ci capita spessissimo quando prendiamo la macchina e pur di uscire dalla città imbocchiamo una statale e vediamo dove ci porta, eppure si è rivelata una giornata bellissima nonostante la nebbia fitta e umida e nonostante non avessimo programmato nulla.
Maestra della scuola primaria, credo fermamente che viaggiare e vivere posti nuovi sia il modo migliore per conoscere il mondo che ci circonda, ma soprattutto se stessi. Questo è ciò che insegno tutti i giorni ai miei alunni. L’obiettivo? Per ora cominciamo con il pianeta Terra…