Perchè visitare Brescello, il paese di Don Camillo e del sindaco Peppone

L’Emilia Romagna ha sempre avuto quella nota in più per me, le persone, il dialetto e la parlata, i pensieri, il cibo, le osterie, le feste dell’Unità, la storia che la contraddistingue, i suoi volti celebri. Diverse sono le borgate e le cittadine emiliane a cui sono molto legata, Brescello è una di queste.

Brescello è il paese di Don Camillo e Peppone, quel paesello “sulla riva destra del Po” che Guareschi descriveva nei suoi romanzi, nonché uno dei centri del suo beneamato Mondo Piccolo. Un piccolo luogo in cui, chi è cresciuto con quei cinque film in bianco e nero, non stancandosi mai di rivederli sul piccolo schermo, li può rivivere a colori.

Come ogni cittadina emiliana che si rispetti anche qui non mancano i portici ed i colori tipici che li rappresentano, tutte le tonalità del rosso che si chiudono sull’arancione ed il giallo. Sotto di essi inizia il percorso contrassegnato dai cartelli con la scritta CIAK, SI GIRA! che indica i luoghi culto dei film e prosegue per tutto il paesello fino a raggiungere luoghi limitrofi, come la stazione, la Madonnina del Borghetto e la riva del Po presso Boretto, un paesino poco distante.

Al civico 5 di Brescello, esattamente sotto il porticato, poco distante dal Caffè Peppone che con il Caffè Don Camillo è uno dei bar cittadini, si incontra il primo di questi segnali, posto davanti ad una saracinesca sovrastata dalla scritta Amato -Rizzoli, Produzione – Film – Roma, luogo in cui venivano selezionate le comparse e si ritrovava la produzione cinematografica.

Brescello è ricco di riferimenti al Mondo Piccolo di Guareschi e alle sue trasposizioni cinematografiche, grazie ai cartelli citati sopra è possibile scorgerli tutti: in piazza ben prestanti davanti a chiesa e municipio si ergono due statue dedicate a Don Camillo e Peppone; all’interno dell’edificio ecclesiastico si può scorgere il Cristo con il quale il curato era solito parlare, ma se i film lo lasciano al centro dell’altar maggiore, oggi è ben visibile nella vecchia sagrestia appena dentro a sinistra e non sempre si può fotografare.

Poco dietro la chiesa vi è la casa di Peppone e nel porticato limitrofo la Sputnik, la campana voluta da lui nel film Don Camillo monsignore, ma non troppo. Sulla strada che conduce al museo dedicato alle avventure dei due amici rivali, si incontra la casa di Don Camillo e il panzer americano usato in Don Camillo e l’Onorevole Peppone.

Le case dei due protagonisti non sono visitabili perché oggi abitate, ma potrebbe capitare di vederle aperte per qualche occasione speciale, così come il vecchio carro armato che di tanto in tanto viene rimesso in moto. Il must to see rimane però il museo che conserva al suo interno tutti gli oggetti di scena: dai vestiti alle biciclette; dalle locandine a colori in tutte le lingue in cui sono stati doppiati i film alle foto di scena e retroscena. Qui sono stati ricostruiti lo studiolo di Peppone, con le dovute bandiere rosse e foto di Stalin e Lenin, e lo stanzino radio di Don Camillo con i microfoni e gli appositi supporti con i quali ne canta quattro a Peppone durante il giorno della sua elezione a deputato.

Vi è poi l’apposito bookshop dove c’è la possibilità di acquistare i romanzi di Guareschi e anche i dolci tipici del luogo, come la spongata, una torta della tradizione, ideata dalla famiglia Bacchi e fatta con la pasta frolla che ospita un ripieno di uvetta, mandorle, pinoli, miele, burro, arancia, spezie, aromi vari e confettura di albicocca.

Brescello è un luogo in cui si ritorna bambini tra il dialetto emiliano e le scene dei film che vengono alla memoria spontaneamente. Se si capita poi in paese durante qualche manifestazione vi è la possibilità di incontrare due figuranti che interpretano proprio Peppone e Don Camillo che, a cavallo del famoso sidecar fanno il loro ingresso in piazza e supervisionano il tutto tra un saluto, una foto e un battibecco.

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