Se si parla di Mar Rosso, tutti conoscono Sharm el-Sheikh, Marsa Alam o Hurghada. Un po’ meno forse conoscono El Quseir o Safaga. Sono certo che ancora meno persone conoscono Berenice. Siamo all’estremo sud dell’Egitto e questo è l’ultimo avamposto “turistico” a circa 120 km dal confine con il Sudan, che è anche un confine controverso (il cosiddetto “Triangolo di Hala’ib”, a sud di Shalatin, è amministrato dall’Egitto, ma rivendicato dal Sudan e questo determina un certo attrito!).
Come arrivare a Berenice
Siamo in mezzo al nulla. Intorno c’è solo deserto e non ci sono città o villaggi nei dintorni. Arrivarci non è proprio facilissimo. Si arriva all’aeroporto di Marsa Alam (Neos ha voli diretti dall’Italia), anche se c’è un aeroporto proprio a Berenice, ma non è utilizzato per i voli turistici.
Una volta scesi dall’aereo, si prosegue verso sud in auto. La distanza non sarebbe nemmeno tanta (circa 190 km), ma le condizioni della strada non sono buone e nell’ultimo tratto diventano pessime (le buche si sprecano). Il risultato è che ci vogliono quasi 3 ore di viaggio dall’aeroporto di Marsa Alam a Berenice. Inoltre, ci sono solo 2 o 3 resort in zona e quindi non avrete molto da scegliere, se volete fare una vacanza qui.
Ma allora, con tutti questi “difetti”, vale la pena di venirci? Io direi proprio di sì.
La scelta del Lahamy Beach Resort
Io ci sono stato a settembre 2025 e ho scelto il Lahamy beach resort & garden per una settimana di mare. Certo, come per tutti i resort egiziani del Mar Rosso, siamo praticamente persi nel deserto assolato e qui lo si è ancora di più (perché intorno – come detto – non c’è proprio nulla). Questo però significa pace e tranquillità assoluta.
Inoltre, il Lahamy resort ha alcuni plus che non credo siano molto comuni sul Mar Rosso.
Il primo è il verde, come preannunciato dal “garden“ presente nel nome del resort. Lo sforzo è veramente notevole e vedrete molto personale impegnato ad annaffiare e curare quello che è effettivamente un vasto giardino, con un risultato molto godibile. Il verde dei prati del resort e il bianco candido degli edifici, in contrasto con il marrone del deserto che sta intorno, crea infatti una piacevole atmosfera ristoratrice.
L’altro punto di forza, veramente notevole, è la dimensione e la posizione delle spiagge; c’è posto per tutti e le acque sono sempre calme (niente bandiere rosse che impediscono la balneazione!). Inoltre, si entra in acqua agevolmente dalla spiaggia e il fondo, sabbioso, digrada lentamente, rendendo perfetta la balneazione anche per i bambini (anche se ne ho visti pochi).
Infine, il terzo punto a favore di questo resort è la barriera corallina, facilmente raggiungibile dalla spiaggia e molto estesa (anche se con qualche punto dolente, che vedremo dopo). Se a questo aggiungiamo un servizio più che decoroso (anche se con qualche sbavatura) e camere ampie e pulite (anche se un po’ “vecchiotte”), il mio parere è che si tratti di un’ottima scelta per una vacanza sul Mar Rosso.

Le spiagge: quale scegliere
Le spiagge del Lahamy beach resort sono 3. In realtà 3 sono le parti attrezzate, perché tutto il resort sorge fronte mare, su un’area veramente molto ampia e quindi la spiaggia è lunghissima (i punti attrezzati più lontani distano quasi 1 km).
La più frequentata è la spiaggia nord, perché ha davanti una baia con acque calde e tranquille e la barriera corallina è a breve distanza. Il fondo è sabbioso e scende lentamente. L’escursione delle maree è notevole, ma anche con la bassa marea si fa il bagno comodamente. Sulla spiaggia ci sono anche due negozietti e un bar ristorante, dove potete anche pranzare, prenotando alla reception il giorno prima. Questi vantaggi della spiaggia nord fanno sì che trovare un lettino libero è molto difficile e quindi, se ci tenete, svegliatevi presto e correte ad accaparrarvene uno prima di colazione.
Le altre due spiagge (quella di mezzo e quella sud) sono invece molto più tranquille e trovare i lettini non è un problema. La spiaggia di mezzo non ha il bar, ma bisogna risalire in piscina, che è subito dietro. La spiaggia sud ha ancora meno ombrelloni, ma ha un piccolo bar.
Una curiosità: le spiagge devono essere liberate alle 18, come regola generale e, in teoria, aprirebbero alle 8 (ma, come detto, gli ombrelloni di quella nord vanno via prima). Anche queste due spiagge hanno acque sempre tranquille, ma non hanno la barriera vicino. In tutte le spiagge gli ombrelloni sono quadrati, in legno e ovviamente fissi. Durante il giorno l’ombra si sposta e questo vi costringerà a spostare i lettini, cosa che risulterà un po’ faticosa, perché sono in legno, solidissimi, ma anche pesanti!



Sistemazioni e servizi del Lahamy beach resort
Come detto, il Lahamy beach resort sorge su un’area molto grande e quindi preparatevi a camminare parecchio. Le camere sono distribuite fra i grandi prati verdi e le palme (ancora piccoline). Ho avuto l’impressione che le camere siano più o meno tutte uguali e si differenzino essenzialmente per la posizione (più o meno vicino alle spiagge) e per la vista (mare o giardino). Io comunque avevo una camera nella parte sud del resort, ma questo non mi ha impedito di utilizzare ogni giorno la spiaggia nord.

Le camere sono organizzate in piccoli edifici, in gruppi di 4: due al piano terra (con portico) e due al primo piano (con il balcone). Le camere sono ampie e abbastanza ben tenute, anche se mostrano qualche segno del tempo, ad esempio negli accessori del bagno. Anche la pulizia è soddisfacente, come anche in tutte le aree esterne del resort e nelle spiagge. Forse un po’ troppo usurate le tovaglie e un po’ duri i materassi, ma questa è una questione di gusti.

La ristorazione è assicurata da un buffet che serve colazione, pranzo e cena e da due ristoranti tematici (Thai e Pizzeria), dove però bisogna prenotare (e questo può essere un problema, come vedremo dopo). Un terzo punto ristoro è poi sulla spiaggia nord (una delle tre esistenti) ed occorre sempre la prenotazione.


Il servizio proposto da Francorosso prevede due tipologie di all inclusive: il soft e l’hard. Quest’ultimo comprende gli alcolici e birra/vino anche fuori dai pasti, mentre il soft prevede tutti gli analcolici e birra o vino solo ai pasti. Un po’ di bar sono sparsi in giro. In generale, il personale locale è molto gentile e premuroso (ricordatevi che qui la mancia è d’obbligo).

Purtroppo l’organizzazione del resort presenta invece qualche problema. Ad esempio, avere gli asciugamani da spiaggia dopo le 10 del mattino è difficilissimo, perché evidentemente non ne hanno a sufficienza per tutti gli ospiti.
Anche la prenotazione dei ristoranti si è rivelata difficilissima: ci abbiamo provato subito, il mattino dopo il nostro arrivo nella notte, per sentirci dire che non c’erano posti liberi per tutta la settimana!
La barriera corallina: un mondo sottomarino
Le barriere coralline sono proprio davanti alla spiaggia nord del resort, che è infatti la più frequentata. Si può fare snorkeling entrando direttamente dalla spiaggia (niente pontili) e avrete sempre una parte riparata con acque tranquille, senza il rischio di “bandiere rosse” che vi rovinino la vacanza.
In rete e nel resort troverete facilmente mappe delle barriere presenti, che sono sostanzialmente 3. Entrando in acqua, avrete sulla sinistra il reef grande, che poi fa una curva ampia sempre verso nord. Più o meno a metà troverete anche delle isole di corallo un po’ più al largo. Sulla destra della spiaggia avete invece il reef “baby”, molto più piccolo (ha un fondale molto basso, ma è comunque ricco di pesci ed è l’ideale per chi ha poca pratica o per i bambini). Proprio davanti a voi avete infine il reef chiamato “banana”, perché ha appunto la forma di una banana che si protende verso il lato e che potete “visitare” su entrambi i lati, anche se quello che mi è sembrato più interessante è il lato nord.
Scegliere quale barriera visitare dipende dalle correnti e dalla posizione del sole. É facile incontrare tartarughe e razze, anche sul fondo sabbioso della baia, intente a mangiare le alghe. Le barriere che vi ho descritto sono imponenti ed estese e quindi non vi annoierete.





La nota dolente è che purtroppo il corallo è fortemente sbiancato. Solo ogni tanto si intravede qualche sprazzo di colore, ma non so dirvi se è un indice di ripresa o si tratta di sopravvissuti che ancora resistono. La causa è ovviamente il riscaldamento del mare (vi assicuro che l’acqua è veramente calda!), ma ci hanno parlato anche di un evento catastrofico avvenuto nel 2024, che ha causato i danni maggiori. Pare che un’alluvione improvvisa si sia verificata proprio qui, con il trasporto a mare di una gran massa di detriti, che hanno coperto i coralli, danneggiandoli gravemente. Comunque, per la mia esperienza (e ho visto un po’ di barriere in giro per i mari), vale comunque la pena di fare l’esperienza.

Ho sempre avuto la passione dei viaggi anche se, per motivi vari, non riesco a farne quanti vorrei.
Mi piace organizzarli e creare dei tour personali, da fare in autonomia e nei quali coinvolgo poi i
miei familiari. Non ho aree geografiche preferite, ma cerco di trovare destinazioni che siano
“spettacolari” o per l’ambiente naturale o per l’opera dell’uomo, con una certa attenzione ai siti
Patrimonio Unesco. Dedico alla preparazione molto tempo, cercando di scovare dettagli meno noti
e di creare sempre un pizzico di avventura, quando possibile. Essendo nato al mare, ho anche una
passione per le spiagge e lo snorkeling e quindi alterno ai viaggi “culturali” anche destinazioni di
questo tipo. Oggi, da pensionato (ahimè gli anni passano), ho più tempo a disposizione e quindi ho
pensato di condividere queste mie esperienze, sperando di poter essere utile e anche perché
raccontare un viaggio fatto è un po’ come riviverlo ancora una volta.