I borghi dell’Alto Belice in Sicilia

La Sicilia è un luogo magico. Se siete già stati ritornateci per scoprire cose nuove, mentre se non avete avuto modo di girarla in lungo e largo il consiglio è di rimediare il prima possibile! E non mi riferisco solo all’affascinante zona costiera, ma anche ai paesi dell’entroterra, come quelli dell’alto Belice ricchi di bellezza, cultura e gastronomia.

Gibellina

È come se esistessero due Gibellina, la nuova (nata con la ricostruzione dopo il terremoto del ’68) e la vecchia, l’antico centro storico distrutto dal sisma e poi abbandonato. Il simbolo dell’antica cittadina è il Cretto di Burri, opera realizzata dell’artista Alberto Burri nella seconda metà degli anni Ottanta.

Con questa creazione, una colata di cemento – in origine bianco – sulle macerie della cittadina, Burri ha voluto trovare un modo per fermare nel tempo, custodire, proteggere e fissare nella memoria quel che rimaneva della Gibellina del passato. Tutto intorno ai blocchi di cemento c’è un’infinita distesa di campagna collinare immersa nel silenzio, con la vegetazione verde che sembra giocare con il vento e con il sole.

La parte cosiddetta “nuova” della città ha uno stile architettonico “da ricostruzione”. Tra le cose da vedere spiccano il Belice/EpiCentro della memoria viva (aperto sabato e domenica previo appuntamento), un museo definito sempre “in costruzione”, con pezzi di storia che emergono da foto, libri, frasi, articoli di giornale, video eccetera sul vissuto dalla popolazione di questa parte d’Italia prima e dopo il terremoto. Una storia che si intreccia con quella nazionale e che offre degli spunti per capire positività e criticità del presente.

Altra tappa merita la Fondazione Orestiadi con il Museo delle Trame Mediterranee (chiuso il lunedì), un mix di tessuti, monili e ceramiche con cui si interpreta la storia culturale di tutti i paesi che gravitano attorno al mar Mediterraneo. Una serie infinita di motivi decorativi che fa sentire vicini alle varie popolazioni mediterranee, quasi ad annullare la distanza temporale e culturale.

Poggioreale Vecchia

Servirebbe un poeta per far arrivare con le parole quello che si prova dal vivo, mentre si passeggia tra quello che rimane in piedi della cittadina. Cade letteralmente a pezzi. 
Il tutto è iniziato con il terremoto, sempre quello del ‘68, ma gli altri colpi mortali sono stati inflitti, e continuano a essere inflitti, dalla mancanza di fondi per il recupero. In teoria l’accesso è illegale perché è tutto pericolate, tranne alcuni palazzi messi in sicurezza, ma di fatto si riesce a entrare. La massima prudenza deve essere la parola d’ordine, quindi bisogna mantenersi sulla stradina principale, non avvicinarsi ai palazzi, limitarsi a fare le foto dall’esterno, non toccare nulla e così via.

Con il gruppo di Rural Pride siamo andati nel tardo pomeriggio, durante il mese di giugno, e siamo rimasti incantanti dalla luce calda che avvolgeva le pietre, dal contrasto tra i colori del cielo e le mille sfumature che assumevano le facciate dei vecchi palazzi, costruzioni che sembrano non essersi rassegnate alla fine… magari prima o poi arriveranno i fondi comunitari, chissà…

Vita

È nella provincia di Trapani questo paesello con poco più di 2000 abitanti, che ha dalla sua l’arte – più unica che rara – di far sentire a casa i turisti, nonché di stupirli con tradizioni, che i più non si aspettano.

Ad esempio, quella del ricamo dei tessuti e quella del ricamo del pane. Sì proprio così, in occasione della festività di San Giuseppe del 19 marzo i cittadini addobbano gli altari religiosi con simbolici pani belli a vedersi buoni da mangiare. Ne conservo uno, un regalo dell’anziana, ma super arzilla signora Maria: mi strappa un sorriso ogni volta che lo guardo. Se passate a Vita non mancate di contattate i ragazzi della ProLoco vitese, sono fantastici perché innamorati della propria terra!

Piana degli Albanesi

Ci sono almeno due buoni motivi per andare: fare una tappa sullo splendido omonimo lago che sorge alle pendici della collina e salire in cima al paese per rifocillarsi con degli indimenticabili cannoli siciliani, preparati secondo la ricetta della tradizione. In particolare, segnalo Extra bar-pasticceria (in Piazza Vittorio Emanuele) che ha un vero e proprio laboratorio annesso che sforna di queste prelibatezze. È un dolce non dietetico, ma si vive una volta sola!

Marineo

Questo suggestivo paesello sorge ai piedi di una montagna rocciosa, sul cui punto più alto devono arrivare i ragazzi quando diventano adolescenti, una sorta di prova di coraggio in chiave green, considerando che lì sopra sono presenti singolari specie vegetali protette.

Tra le tappe che è bene fare in paese consiglierei una sosta nella pasticceria Namio (i dolcetti alla pasta di mandorle vi conquisteranno al primo assaggio), uno stop nella liuteria medioevale In Taberna e un giretto al castello Beccadelli: qui dedicate una mezz’oretta per non pensare a nulla, se non ammirare il paesaggio circostante.

Bagheria

Se volete fare un salto sulla costa potreste scegliere Bagheria, dove oltre a mangiare la brioche con il gelato, fare foto e passeggiare lungo il corso, ci sono da visitare le ville borghesi. Tra quelle aperte al pubblico c’è Villa Palagonia, passata alla storia come la “villa dei mostri” per via delle centinaia di statue dalle forme e dai volti grotteschi… pare commissionate dal principe di Palagonia, come risposta al Fato che lo aveva fatto nascere con scarsa avvenenza fisica.

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