Cannero, Lago Maggiore, e i suoi luoghi più emblematici

Cannero, Lago Maggiore, e i suoi luoghi più emblematici che come, ad esempio, sono i suoi Castelli che, tra l’altro, dopo quindici anni tra studio e restauro ora sono tornati visitabili.

La zona del Cannero si sviluppa sulla zona piemontese del lago Maggiore ed è una tappa imperdibile della zona. I due isolotti di fronte sono definiti: “Castelli di Cannero” anche se appartengono a Cannobio.

I castelli

Si racconta che se la nebbia è particolarmente fitta si può, ancora, intravedere un veliero fantasma che naviga nei pressi del maniero in cerca del tesoro nascosto. L’immagine che ne risulta, quindi, i Castelli che affiorano sull’acqua e sembra che quasi quasi stiano galleggiando, ha fatto sì che siano diventati uno dei simboli più amati del lago stesso.

I manieri sono stati costruiti tra il 1200 e il 1300 e la loro storia è davvero interessante. In origine risulta essere un avamposto dei Visconti con lo scopo di controllare la zona a nord del lago e in passato erano detti: “Castelli Malpaga” hanno una storia dai risvolti tristi.

Questo maniero fu la residenza dei fratelli Mazzarditi, erano cinque, che a partire dai primi anni del 1400 hanno messo a ferro e fuoco la zona.

In questa vicenda c’è qualcosa di vero e qualcosa no! È difficile scindere l’uno dall’altro e, forse, il bello è proprio questo mix … Voi che cosa ne dite?

Vista su Cannero

Tra leggende e realtà legate ai fratelli Mazzarditi

Le leggende legate ai fratelli Mazzarditi sono almeno tre.

La prima leggenda è legata al rapimento di Cristina, moglie del Podestà.
I fratelli, per via del poco controllo da parte del Ducato di Milano a fine del XIV secolo, conquistarono il litorale e ne divennero padroni, anzi meglio, i tiranni. La base delle loro scorribande era, per l’appunto, il castello.

Il più audace di costoro era “il Carmagnola”, ossia Antonio Mazzarditi, che volle che il fratello Simoncello rapisse la moglie del podestà di Cannobio. La donna si era rifugiata nel Convento dei Frati Umiliati a Cannobio. Simoncello, dopo aver ucciso il frate portinaio, prese le sue vesti e le chiavi del convento, rapì la donna e la consegnò al fratello che la rinchiuse in una delle torri del castello.

Il Duca Filippo Maria Visconti, stanco delle loro malefatte, nel 1414 con cinquecento uomini assediò il castello per liberare la donna. La leggenda vuole che i cinque fratelli, dopo la sconfitta, fossero gettati nel lago con una pietra al collo, mentre la storia afferma che furono solo esiliati per alcuni anni.

Dal 1519 la proprietà degli isolotti passò al Conte Ludovico Borromeo, che fece costruire una nuova rocca chiamata “Vitaliana”: è quella che oggi possiamo ammirare.

La seconda leggenda racconta che i fratelli, prima della sconfitta, gettarono nel lago le ricchezze accumulate durante la loro tirannia. Forse ancora oggi il lago custodisce un tesoro nascosto…

La terza leggenda narra che i fratelli volessero rapire un giovane rampollo per educarlo “all’arte del ladrocinio”. Ma quando uno dei pirati si avvicinò al bambino che pregava per i genitori, i suoi piedi si trasformarono in pietra e gli altri fuggirono.

Quello che è certo è che il maniero, poco dopo, venne abbandonato perché la vicinanza al lago lo rendeva difficile da difendere. In seguito divenne rifugio di contrabbandieri, sede di falsari e persino luogo di nidificazione per varie specie di uccelli acquatici come cigni e gabbiani reali.

Cannero il porto

E ora?

Ora, dopo 15 anni di studio e restauro, finalmente i Castelli di Cannero hanno riaperto le porte ai visitatori!

Che cosa prevede la visita?

La visita si sviluppa per lo più all’esterno dei manieri tramite collegamenti verticali e orizzontali con passerelle in acciaio. I turisti possono visitare torri e corti, salire fino al mastio, esplorare l’area espositiva multimediale, la torre con i reperti archeologici e la cappella affrescata.

➡️ Per maggiori informazioni:

Castelli di Cannero dall'alto
Foto jack_megapixel

Il Museo Etnografico e della Spazzola

Il Museo Etnografico e della Spazzola è nato nel 1981 e si compone di quattro sale.

Nella prima si parla degli aspetti della vita sociale e sono trattati temi come l’associanismo sia musicale sia sportivo, la scuola e l’asilo, giochi e passatempi, il costume di una volta e tanto altro ancora ancora.

Nella seconda c’è una vecchia cucina che ha lo scopo di approfondire sia i temi della vita di ogni giorno dei tempi andati sia delle attività domestiche grazie alla presenza di vecchie stoviglie, delle ghiacciaie, degli strumenti per filare, stirare e cucire.

La terza sala si concentra sui mestieri della tradizione come, ad esempio, quello del falegname, del fabbro, del boscaiolo senza dimenticare gli attrezzi collegati dell’allevamento e della pesca

L’ultima sezione tratta il tema della produzione tipica della zona dalla metà del XIX secolo e fino alla prima metà del XX secolo vale a dire l’industria delle spazzole.

➡️ Per maggiori informazioni:

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