Questo percorso riunisce alcune delle mete più note di Mauritius. L’itinerario è anche abbastanza vicino a quello della costa sud e quindi, se il vostro resort non è lontano e non spendete molto tempo per andare e venire, potreste anche pensare a un mix dei due percorsi, selezionando le cose di vostro maggior interesse e facendo il tutto in un giorno solo.
L’ordine di visita dipende dalla vostra provenienza. Io inizierò da ovest, ma voi potete organizzare il tour come vi viene più comodo.
Se stai organizzando un viaggio a Mauritius, leggi anche gli altri articoli che ho scritto sull’isola:
- Cosa vedere a Port Louis e dintorni: Maison Eureka, musei e mercati
- Costa sud di Mauritius: guida ai luoghi imperdibili da vedere
- Mauritius: quando andare, dove dormire e perché ho scelto la costa est

Punto panoramico Le Morne Tamarin Viewpoint (A)
Arrivando dalla costa di Tamarin e salendo sulle colline, troverete sulla destra una piccola terrazza panoramica, denominata Le Morne Tamarin Viewpoint, punto (A) sulla mappa. La vista è bella e merita una breve sosta.
Non c’è parcheggio, quindi potete lasciare l’auto lungo la strada oppure proseguire finché trovate uno spazio sicuro dove fermarvi.

Parco Chamarel: cascate e terra dei sette colori (B, C, D)
Proseguendo, raggiungete il parco che comprende sia le Chamarel Waterfall (C) sia la Seven Colored Earth (D).
L’ingresso si trova in una curva lungo la B104 (punto B sulla mappa), ma è segnalato e facilmente trovato anche con Google Maps.
Alla biglietteria potete scegliere fra diverse combinazioni di attrazioni.
Chamarel Waterfall
La cascata la vedrete un po’ da lontano, ma la vista è comunque interessante. Un primo punto di osservazione si trova proprio al livello del parcheggio, mentre un secondo punto è più in alto (le scale sono in fondo alla terrazza, sulla destra). Approfitto dell’occasione per precisare che tutta quest’area (e in particolare il Black River Gorges National Park), ma anche altre parti di Mauritius, sono piene di interessanti percorsi di trekking, per chi ama camminare. Questi percorsi vi portano alle numerose cascate o a dei punti panoramici. In questo post non ve ne parlo, perché non sono un “camminatore” e non ho esperienza in merito ma, se vi interessano, troverete sicuramente in internet tutte le informazioni che vi occorrono.

Seven Colored Earth
Riprendete la strada proseguendo verso il parcheggio delle Seven Colored Earth e con un breve percorso a piedi arrivate alle Seven Colored Earth Ground Zero.
Potrete solo girarci intorno e, accanto, potrete anche vedere un recinto con delle tartarughe giganti. Per me il posto è stato un po’ deludente, perché i colori non sono poi così evidenti. La situazione è un po’ migliorata quando è uscito il sole, ma resto convinto che molte delle foto che si trovano in internet sono ottenute con filtri. Sul posto c’è anche un bar e un piccolo negozio di souvenir.
Si tratta di una formazione geologica “scoperta” da un membro della Royal Society of Arts and Sciences of Mauritius nel 1879. Le dune includono sabbie colorate con sette diversi colori (rosso, marrone, viola, verde, blu, porpora e giallo).Le sabbie si sono formate circa 600 milioni di anni fa dalla decomposizione di un calanco di roccia vulcanica (basalto) in argilla. Il contenuto delle sabbie è il responsabile dei diversi colori; in particolare, i due principali elementi chimici presenti nel suolo, ferro ed alluminio, sono responsabili dei colori rosso/antracite e blu/violetto. Si ritiene che i differenti strati di colore siano conseguenza del raffreddamento delle rocce vulcaniche fuse a differenti temperature esterne (comportando diverse percentuali di elementi mischiati alla sabbia), ma le cause della loro evidente separazione spontanea non sono state ancora chiarite definitivamente.

Rhumerie de Chamarel (E)
Completato il giro del parco, magari visitando le altre attrazioni che avete scelto di vedere (e che io ho saltato), riprendete la strada e tornate indietro, puntando alle Rhumerie de Chamarel, che sono il punto (E) della mappa.
Si tratta di una delle distillerie meglio tenute e più note di Mauritius e quindi, se siete appassionati o se solo volete comprare del rhum è un buon posto per fermarsi. Il complesso è ben tenuto, anche se un po’ affollato.
Si può fare la visita guidata della distilleria e la degustazione dei vari tipi di rhum, oppure potete solo visitare il negozio o approfittare del buon ristorante, se arrivate all’ora giusta (io l’ho provato e non è male, anche se un po’ costoso).
Se acquistate del liquore, cercate di controllare i prezzi in rete. La mia impressione è che le bottiglie invecchiate, più costose, hanno in negozio un prezzo conveniente rispetto a quello che trovereste sui negozi online; invece, le bottiglie “normali”, più economiche, rischiate di pagarle più che in un buon supermercato di Mauritius.

Gorges Viewpoint (F)
Ripresa la strada, proseguite verso est, puntando al Gorges Viewpoint, che è il punto (F) sulla mappa. Dopo aver lasciato l’auto al parcheggio. Un breve percorso a piedi vi porta ad una terrazza panoramica, da dove potete vedere il panorama, che spazia fino al mare in fondo. La vista è bella, ma niente di eccezionale.
Forse più interessante sono i percorsi di trekking di cui questa parte dell’isola è ricca (siamo all’interno del Black River Gorges National Park), ma io me li sono risparmiati. Sugli alberi vicini alla terrazza ci sono delle scimmie, che sono abituate a ricevere cibo dai turisti. Avvicinatele con cautela, perché possono essere aggressive (e comunque non bisognerebbe dare da mangiare agli animali selvatici).

Alexandra Falls (G)
Ripresa la strada, proseguite in avanti e poco dopo trovate sulla destra la deviazione per Alexandra falls, che è il punto (G) sulla mappa. Lasciate l’auto al grande parcheggio e a piedi seguite il sentiero, superando il ponticello e salendo le scale in legno, per arrivare alla terrazza panoramica. Di fronte a voi avrete il panorama che spazia fino al mare e, sulla sinistra, la cascatella, quasi nascosta dalla vegetazione (io ci ho messo un po’ per trovarla).

Lago Grand Bassin – Ganga Talao (H)
Quindi riprendiamo la strada, proseguendo a destra sulla B103, poi a sinistra sulla B102 e infine a destra sull’ampia B88. Questa strada vi porta diritti al lago Grand Bassin, che è il punto (H), l’ultimo del tour di oggi.
Il lago occupa un cratere vulcanico a 550 m sul livello del mare, ma è noto non per le sue caratteristiche naturali, ma perché è il luogo più sacro nelle Mauritius per la religione induista ed è meta di pellegrinaggio per i suoi fedeli.
Ogni anno, durante la festività del Maha Shivaratri (celebrata tra febbraio e marzo, in funzione del ciclo lunare), oltre 500.000 pellegrini raggiungono i numerosi templi posti lungo il lago; secondo la tradizione, dovrebbero arrivare a piedi nudi dalle proprie abitazioni, ma l’enorme distesa di parcheggi che circonda il lago lascia immaginare un altro scenario. Nella tradizione si narra che il lago abbia tratto origine da alcune gocce d’acqua del Gange che, trasportate sulla propria testa da Śiva, caddero in questo luogo.
Nel 1972 il lago, indicato fino ad allora come Grand Bassin, fu oggetto di un evento religioso nel quale venne versata dell’acqua proveniente dal Gange per unire simbolicamente le sue acque con quelle del fiume indiano sacro all’induismo, ribattezzandolo Ganga Talao. Nel 1998 è stato dichiarato lago sacro.
Arrivando da ovest, la prima cosa che vedrete sono due gigantesche statue ai due lati della strada, alte 33 m. La prima, sulla sinistra, rappresenta la dea Durga accompagnata da un leone (inaugurata nel 2017, è la più grande statua al mondo rappresentante questa dea). Più avanti, sulla destra, c’è la statua di Shiva (costruita nel 2007, è una riproduzione della statua nel Sursagar Lake in India).
Più avanti arrivate al lago, che è circondato da numerosi templi induisti e potete rilassarvi, passeggiando lungo le sponde e visitandoli.

Origini dell’induismo a Mauritius
Se vi state chiedendo come ha fatto l’induismo ad arrivare a Mauritius e a diventare la religione principale dell’isola, è presto detto. Nel 1810, gli inglesi conquistarono l’isola e nel 1835 abolirono la schiavitù, che fino ad allora aveva alimentato la produzione agricola (gli agricoltori ricevettero 2 milioni di sterline come indennizzo per la liberazione degli schiavi africani e malgasci impiegati nelle piantagioni). Tale abolizione creò però un problema di manodopera e quindi gli inglesi inventarono un regime di “lavoro salariato forzato”. In pratica, chi voleva venire a lavorare a Mauritius, firmava un contratto che, in cambio del trasporto via mare dal suo paese d’origine, lo vincolava a lavorare per un determinato datore di lavoro per diversi anni. Questo sistema portò sull’isola una gran massa di lavoratori, chiamati coolies, provenienti dall’Africa, dal Madagascar, dalla Cina, dal Giappone, ma soprattutto dall’India. L’afflusso di indiani fu tale che nell’odierna nazione di Mauritius gli “indo-mauriziani” (creoli di origine prevalentemente indiana) rappresentano l’etnia di gran lunga predominante in termini numerici e quindi predominante è diventata anche la religione induista.

Ho sempre avuto la passione dei viaggi anche se, per motivi vari, non riesco a farne quanti vorrei.
Mi piace organizzarli e creare dei tour personali, da fare in autonomia e nei quali coinvolgo poi i
miei familiari. Non ho aree geografiche preferite, ma cerco di trovare destinazioni che siano
“spettacolari” o per l’ambiente naturale o per l’opera dell’uomo, con una certa attenzione ai siti
Patrimonio Unesco. Dedico alla preparazione molto tempo, cercando di scovare dettagli meno noti
e di creare sempre un pizzico di avventura, quando possibile. Essendo nato al mare, ho anche una
passione per le spiagge e lo snorkeling e quindi alterno ai viaggi “culturali” anche destinazioni di
questo tipo. Oggi, da pensionato (ahimè gli anni passano), ho più tempo a disposizione e quindi ho
pensato di condividere queste mie esperienze, sperando di poter essere utile e anche perché
raccontare un viaggio fatto è un po’ come riviverlo ancora una volta.
